Le diverse generazioni di studiosi che si sono occupate di banche a Napoli e nel Mezzogiorno, hanno privilegiato letteratura e fonti che partono dall'individuazione e dimostrazione di un modello iniziale per arrivare a un modello finale, soffermandosi sulle grandi questioni che ne hanno determinato il passaggio. Alcuni "quadri intermedi" sono sfuggiti. E su uno di questi quadri ci vogliamo soffermare nel nostro intervento. L'intento èdi recuperare il rapporto tra la casa madre e i banchi pubblici per spiegare non solo le origini ma anche l'evoluzione di un singolare e unico modello che diversamente da altre nazioni, dove le banche nacquero con l'unico obiettivo del profitto, nel Regno furono invece la derivazione di istituzioni "no-profit", impegnate a conciliare con notevoli difficoltà il binomio assistenza/ credito realizzando alla fine un modello unico nel suo genere. L'intervento partirà dal viceregno spagnolo ovvero il periodo che va dal 1502 al 1707 per fare un breve accenno agli interventi in materia di povertà, con riferimento alla domanda e all'offerta di servizi dei luoghi pii laicali di Napoli. Mostreremo poi come in un momento di grave difficoltà economica per il Regno e i luoghi pii nella seconda metà del Cinquecento all'ampia gamma di attività economiche, finanziarie e creditizie si affiancherà quella bancaria. La necessità di reperire nuove risorse finanziarie indurrà alcuni luoghi pii napoletani a diversificare l'offerta di servizi e ad aprire banchi pubblici di emissione di moneta. Concluderemo raccontando le difficoltà che ebbero le istituzioni coinvolte a conciliare la beneficenza con l'attività bancaria da cui la necessità di separare le due attività per non compromettere la vita delle istituzioni e ancor più l'intero sistema economico-finanziario e creditizio del regno.
Dall'informale al formale: il credito a Napoli in età moderna. Il caso dei banchi pubblici
Paola Avallone;Raffaella Salvemini
2017
Abstract
Le diverse generazioni di studiosi che si sono occupate di banche a Napoli e nel Mezzogiorno, hanno privilegiato letteratura e fonti che partono dall'individuazione e dimostrazione di un modello iniziale per arrivare a un modello finale, soffermandosi sulle grandi questioni che ne hanno determinato il passaggio. Alcuni "quadri intermedi" sono sfuggiti. E su uno di questi quadri ci vogliamo soffermare nel nostro intervento. L'intento èdi recuperare il rapporto tra la casa madre e i banchi pubblici per spiegare non solo le origini ma anche l'evoluzione di un singolare e unico modello che diversamente da altre nazioni, dove le banche nacquero con l'unico obiettivo del profitto, nel Regno furono invece la derivazione di istituzioni "no-profit", impegnate a conciliare con notevoli difficoltà il binomio assistenza/ credito realizzando alla fine un modello unico nel suo genere. L'intervento partirà dal viceregno spagnolo ovvero il periodo che va dal 1502 al 1707 per fare un breve accenno agli interventi in materia di povertà, con riferimento alla domanda e all'offerta di servizi dei luoghi pii laicali di Napoli. Mostreremo poi come in un momento di grave difficoltà economica per il Regno e i luoghi pii nella seconda metà del Cinquecento all'ampia gamma di attività economiche, finanziarie e creditizie si affiancherà quella bancaria. La necessità di reperire nuove risorse finanziarie indurrà alcuni luoghi pii napoletani a diversificare l'offerta di servizi e ad aprire banchi pubblici di emissione di moneta. Concluderemo raccontando le difficoltà che ebbero le istituzioni coinvolte a conciliare la beneficenza con l'attività bancaria da cui la necessità di separare le due attività per non compromettere la vita delle istituzioni e ancor più l'intero sistema economico-finanziario e creditizio del regno.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


