Una valutazione oggettiva: difficile - per descrivere il restauro di una scultura in marmo del XVI secolo, che ha subito una serie di vicissitudini che ne hanno determinato lo stato di conservazione. A causa della sua complessità, ha richiesto un lavoro particolarmente impegnativo, che ha visto l'utilizzo combinato di due diversi sistemi di pulitura: i gel rigidi di agar, in varie modalità di applicazione e l'uso della tecnologia laser con più dispositivi. Collocata sulla facciata della Chiesa di Santa Maria presso San Celso a Milano, in seguito a un episodio non accertato alla fine dell'800, si è fratturata in modo tale da comprometterne la stabilità, collassando su se stessa. Ricoverata nei depositi del Museo, avendo perso anche una serie di frammenti importanti, ha potuto essere ricostruita nei primi decenni del '900, grazie ad un calco eseguito sull'opera, utilizzato per fare una copia da collocare al posto dell'originale. Per rendere uniforme la scultura e nascondere le varie integrazioni, come il nuovo tronco che la sorregge e gli avambracci rifatti in marmo, o le numerose stuccature con i più diversi materiali, ha subito nel corso degli anni una serie di patinature che hanno modificato il suo aspetto, fino a darle una colorazione nera. Le analisi diagnostiche sono iniziate con le riprese a luce ultravioletta della superficie, che hanno messo in risalto le patinature, identificate in seguito tramite le indagini FTIR, come miscele di cera con altre sostanze organiche, oltre a pellicole di ossalato di calcio e residui di paraffina, senza poter però distinguere in modo separato le diverse sovrapposizioni

UN RESTAURO DIFFICILE. LA SCULTURA "ADAMO" DI STOLDO LORENZI CONSERVATA NEL MUSEO D'ARTE ANTICA DEL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO

Antonio Sansonetti
2018

Abstract

Una valutazione oggettiva: difficile - per descrivere il restauro di una scultura in marmo del XVI secolo, che ha subito una serie di vicissitudini che ne hanno determinato lo stato di conservazione. A causa della sua complessità, ha richiesto un lavoro particolarmente impegnativo, che ha visto l'utilizzo combinato di due diversi sistemi di pulitura: i gel rigidi di agar, in varie modalità di applicazione e l'uso della tecnologia laser con più dispositivi. Collocata sulla facciata della Chiesa di Santa Maria presso San Celso a Milano, in seguito a un episodio non accertato alla fine dell'800, si è fratturata in modo tale da comprometterne la stabilità, collassando su se stessa. Ricoverata nei depositi del Museo, avendo perso anche una serie di frammenti importanti, ha potuto essere ricostruita nei primi decenni del '900, grazie ad un calco eseguito sull'opera, utilizzato per fare una copia da collocare al posto dell'originale. Per rendere uniforme la scultura e nascondere le varie integrazioni, come il nuovo tronco che la sorregge e gli avambracci rifatti in marmo, o le numerose stuccature con i più diversi materiali, ha subito nel corso degli anni una serie di patinature che hanno modificato il suo aspetto, fino a darle una colorazione nera. Le analisi diagnostiche sono iniziate con le riprese a luce ultravioletta della superficie, che hanno messo in risalto le patinature, identificate in seguito tramite le indagini FTIR, come miscele di cera con altre sostanze organiche, oltre a pellicole di ossalato di calcio e residui di paraffina, senza poter però distinguere in modo separato le diverse sovrapposizioni
2018
9788840444475
Sculture
Agar
pulitura
Musei
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/344393
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