L'Italia nella sua storia unitaria ha sperimentato tutte le possibili forme di mobilità territoriale, passando in poco più di un secolo da paese di emigrazione di massa a paese di immigrazione di massa. Inoltre, ai movimenti migratori internazionali si sono affiancati significativi e intensi flussi migratori interni. Tra le varie forme di mobilità, quella dell'emigrazione è un fenomeno ricorrente nella storia italiana, frutto della particolare strutturazione dell'economia e della società di questo Paese. Una strutturazione improntata nei suoi termini fondamentali su un profondo dualismo territoriale e su una persistente incapacità del sistema produttivo di impiegare in misura adeguata l'offerta di lavoro. L'emigrazione italiana nel corso del tempo si è attenuata ma mai esaurita e, negli ultimi anni, ha conosciuto una ripresa delle partenze che hanno assunto via via valori sempre più alti. In questo nuovo scenario emergente, la misurazione delle partenze per l'estero e della reale entità numerica dei cittadini italiani presenti all'estero è una delle questioni cardine nell'analisi della nuova emigrazione italiana. Sapere quanti sono gli italiani che vanno via e che lavorano e vivono all'estero, non ha solo un valore scientifico ma anche una sicura significatività nel campo politico. Il principale obiettivo di questo lavoro è quello di verificare i punti di forza e i limiti delle principali fonti statistiche usate per la determinazione dei flussi e degli stock di italiani che partono e vivono all'estero. A questo scopo, sono prese in considerazione le statistiche anagrafiche che riportano le informazioni riguardanti le iscrizioni e le cancellazioni dai registri dell'anagrafe comunale e i dati dell'AIRE. Queste informazioni sono poi comparate con quelle fornite dalle fonti statistiche dei paesi di destinazione in merito all'ingresso e al soggiorno dei cittadini stranieri.
La ripresa dell'emigrazione italiana e i suoi numeri: tra innovazioni e persistenze
Vitiello Mattia
2017
Abstract
L'Italia nella sua storia unitaria ha sperimentato tutte le possibili forme di mobilità territoriale, passando in poco più di un secolo da paese di emigrazione di massa a paese di immigrazione di massa. Inoltre, ai movimenti migratori internazionali si sono affiancati significativi e intensi flussi migratori interni. Tra le varie forme di mobilità, quella dell'emigrazione è un fenomeno ricorrente nella storia italiana, frutto della particolare strutturazione dell'economia e della società di questo Paese. Una strutturazione improntata nei suoi termini fondamentali su un profondo dualismo territoriale e su una persistente incapacità del sistema produttivo di impiegare in misura adeguata l'offerta di lavoro. L'emigrazione italiana nel corso del tempo si è attenuata ma mai esaurita e, negli ultimi anni, ha conosciuto una ripresa delle partenze che hanno assunto via via valori sempre più alti. In questo nuovo scenario emergente, la misurazione delle partenze per l'estero e della reale entità numerica dei cittadini italiani presenti all'estero è una delle questioni cardine nell'analisi della nuova emigrazione italiana. Sapere quanti sono gli italiani che vanno via e che lavorano e vivono all'estero, non ha solo un valore scientifico ma anche una sicura significatività nel campo politico. Il principale obiettivo di questo lavoro è quello di verificare i punti di forza e i limiti delle principali fonti statistiche usate per la determinazione dei flussi e degli stock di italiani che partono e vivono all'estero. A questo scopo, sono prese in considerazione le statistiche anagrafiche che riportano le informazioni riguardanti le iscrizioni e le cancellazioni dai registri dell'anagrafe comunale e i dati dell'AIRE. Queste informazioni sono poi comparate con quelle fornite dalle fonti statistiche dei paesi di destinazione in merito all'ingresso e al soggiorno dei cittadini stranieri.File | Dimensione | Formato | |
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