The aim of this paper is to investigate and retrace the stages of the significant and progressive transformations of the botanical heritage in Naples' Mostra d'Oltremare. In 1940 the "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare" was inaugurated, for the will of the fascist government. The exhibition grounds, an urbanism and architectural pride, represents today an excellent union of architecture, urbanism and biodiversity protection, and it was built according to the city plan written by architect Marcello Canino (1895 - 1970). With the Exposition, one of the most significant green interventions of the twentieth century in Naples was made. The executive design of the green spaces was entrusted to the architects L. Piccinato (1899 - 1983) and C. Cocchia (1903 - 1993).

Lo scopo di questo studio è quello di indagare e ripercorrere le tappe delle significative e progressive trasformazioni del patrimonio botanico esistente nella Mostra d'Oltremare di Napoli. Con la "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare", esposizione voluta dal governo fascista, per divulgare e mettere in "mostra" l'attività del lavoro italiano nelle colonie dell'Africa Orientale; tra il 1338 ed il 1940 si mise in atto una Kermesse progettuale, alla quale parteciparono noti professionisti del panorama nazionale e locale, che diede vita ad uno dei più significativi interventi architettonico urbanisti della Napoli del Novecento. Il parco fieristico della Mostra d'Oltremare, inaugurato il nove maggio del 1940 al cospetto di sua maestà il Re Imperatore Vittorio Emanuele III, sorto nella nuova zona di espansione occidentale della città, ambiva a diventare un fondamentale polo attrattivo per il mosaico paesistico culturale della città di Napoli, le scelte urbanistiche e quelle architettoniche attuate per tale realizzazione tennero conto di molteplici aspetti tra i quali anche quelli ambientali e paesaggistici. Va sottolineato che il complesso d'indubbio pregio architettonico e urbanistico, che si realizzò seguendo le indicazioni del piano generale redatto dall'Arch. Marcello Canino (1895-1970), diede vita inoltre ad uno dei più significativi interventi di verde a scala urbana compiuti a Napoli nel Novecento. La progettazione esecutiva degli spazi verdi fu affidata agli architetti L. Piccinato (1899-1983) e C. Cocchia (1903-1993), che conferirono al verde progettato un'importante ruolo connettivo per l'intero impianto architettonico e urbanistico. I numerosi padiglioni espositivi risultarono immersi in suggestive aree verdi ricche di essenze esotiche, talvolta importate dalle terre d'origine, che riproponevano habitat e flora di ogni una delle colonie d'oltremare. Negli oltre 600.000 mq. destinati originariamente al complesso fieristico furono impiantate 30.000 piante d'alto fusto e circa un milione di piante arbustive ed erbacee. La massa principale del verde era costituita da una variegata e imponente raccolta di palme che conferirono all'ambiente un aspetto mediterraneo e tropicale, abbondanti anche gli esemplari di eucalipti, acacie, pini e magnolie. Suggestiva è la presenza di alberi con funzioni ornamentali, piantati singolarmente, come agrumi e olivi e non ultimi i tantissimi arbusti da fiore e le numerosissime specie esotiche e rare di piante da fiore come le rizomatose, le bulbose, le tuberose, le sarmentose e le rampicanti e.t.c. Tale cospicuo patrimonio verde nonostante sia stato nel corso degli anni soggetto a stravolgimenti e degrado, ancora oggi risulta essere tra le poche risorse di verde a scala urbana della zona occidentale

THE EXOTIC BOTANICAL HERITAGE IN "EXIBITION"FOR THE TRIENNALI DELLE TERRE D'OLTREMARE

Bertoli B;Acampora G;Esposito R;Russo M
2015

Abstract

The aim of this paper is to investigate and retrace the stages of the significant and progressive transformations of the botanical heritage in Naples' Mostra d'Oltremare. In 1940 the "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare" was inaugurated, for the will of the fascist government. The exhibition grounds, an urbanism and architectural pride, represents today an excellent union of architecture, urbanism and biodiversity protection, and it was built according to the city plan written by architect Marcello Canino (1895 - 1970). With the Exposition, one of the most significant green interventions of the twentieth century in Naples was made. The executive design of the green spaces was entrusted to the architects L. Piccinato (1899 - 1983) and C. Cocchia (1903 - 1993).
2015
Istituto di Biologia Agro-ambientale e Forestale - IBAF - Sede Porano
978-88-942329-1-2
Lo scopo di questo studio è quello di indagare e ripercorrere le tappe delle significative e progressive trasformazioni del patrimonio botanico esistente nella Mostra d'Oltremare di Napoli. Con la "I Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare", esposizione voluta dal governo fascista, per divulgare e mettere in "mostra" l'attività del lavoro italiano nelle colonie dell'Africa Orientale; tra il 1338 ed il 1940 si mise in atto una Kermesse progettuale, alla quale parteciparono noti professionisti del panorama nazionale e locale, che diede vita ad uno dei più significativi interventi architettonico urbanisti della Napoli del Novecento. Il parco fieristico della Mostra d'Oltremare, inaugurato il nove maggio del 1940 al cospetto di sua maestà il Re Imperatore Vittorio Emanuele III, sorto nella nuova zona di espansione occidentale della città, ambiva a diventare un fondamentale polo attrattivo per il mosaico paesistico culturale della città di Napoli, le scelte urbanistiche e quelle architettoniche attuate per tale realizzazione tennero conto di molteplici aspetti tra i quali anche quelli ambientali e paesaggistici. Va sottolineato che il complesso d'indubbio pregio architettonico e urbanistico, che si realizzò seguendo le indicazioni del piano generale redatto dall'Arch. Marcello Canino (1895-1970), diede vita inoltre ad uno dei più significativi interventi di verde a scala urbana compiuti a Napoli nel Novecento. La progettazione esecutiva degli spazi verdi fu affidata agli architetti L. Piccinato (1899-1983) e C. Cocchia (1903-1993), che conferirono al verde progettato un'importante ruolo connettivo per l'intero impianto architettonico e urbanistico. I numerosi padiglioni espositivi risultarono immersi in suggestive aree verdi ricche di essenze esotiche, talvolta importate dalle terre d'origine, che riproponevano habitat e flora di ogni una delle colonie d'oltremare. Negli oltre 600.000 mq. destinati originariamente al complesso fieristico furono impiantate 30.000 piante d'alto fusto e circa un milione di piante arbustive ed erbacee. La massa principale del verde era costituita da una variegata e imponente raccolta di palme che conferirono all'ambiente un aspetto mediterraneo e tropicale, abbondanti anche gli esemplari di eucalipti, acacie, pini e magnolie. Suggestiva è la presenza di alberi con funzioni ornamentali, piantati singolarmente, come agrumi e olivi e non ultimi i tantissimi arbusti da fiore e le numerosissime specie esotiche e rare di piante da fiore come le rizomatose, le bulbose, le tuberose, le sarmentose e le rampicanti e.t.c. Tale cospicuo patrimonio verde nonostante sia stato nel corso degli anni soggetto a stravolgimenti e degrado, ancora oggi risulta essere tra le poche risorse di verde a scala urbana della zona occidentale
Mosta d'Oltremare
biodiversity
tree park
Valurization
knowledge
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/347774
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact