Introduzione: Gli effetti del particolato atmosferico sulla salute umana sono consolidati. Tuttavia, le evidenze prodotte si riferiscono ai contesti urbani. Il progetto BEEP: "Big Data in Epidemiologia Ambientale ed Occupazionale" si propone di fornire nuove evidenze sugli effetti dell'inquinamento atmosferico e delle temperature estreme su scala nazionale. Obiettivo: Stimare l'effetto a breve termine di PM10 e PM2.5 su mortalità naturale (in 5 Regioni) e ricoveri cardiovascolari e respiratori in Italia durante il periodo 2006-2015; valutare possibili modificazioni d'effetto per sesso, età e grado di urbanizzazione del comune. Metodi: Le concentrazioni medie giornaliere di PM10 e PM2.5 sono state stimate in ogni km2 dell'Italia utilizzando un approccio di "machine learning" su dati satellitari e variabili di uso del territorio. I dati giornalieri di mortalità sono stati ottenuti per 5 Regioni (Puglia, Sicilia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna), mentre quelli di ospedalizzazione si riferiscono a tutti i comuni italiani. L'associazione tra PM e mortalità/ricoveri è stata valutata con un'analisi di serie temporali regione-specifica con regressioni di Poisson aggiustate per trend temporali, temperatura ed epidemie influenzali. Le stime di associazione sono state anche prodotte per età (<64; 65-74; >75 anni), sesso e grado di urbanizzazione del comune (definito in 3 livelli su base EUROSTAT). I risultati sono espressi come variazioni percentuali di rischio (IR%) ed intervalli di confidenza al 95% (95%CI), per incrementi del PM pari al range interquartile (IQR). Risultati : Durante il periodo 2006-2015 si sono verificati 2,197,069 decessi per cause naturali nelle 5 Regioni e 7,717,348 e 4,154,893 ricoveri urgenti (non programmati) per patologie cardiovascolari e respiratorie in tutta Italia. La stima d'effetto del PM10 per la mortalità naturale è pari a 1.78% (95%CI: 0.55, 3.04) per incrementi di 10.4 µg/m3, e pari a 2.45% (0.43, 4.50%) per incrementi di 7.8 µg/m3 per il PM2.5. Incrementi del PM10 pari a 9.2 µg/m3 e del PM2.5 pari a 7.2 µg/m3 determinano rispettivamente IR% di 0.28% (-0.08, 0.64%) e 0.29% (-0.13, 0.72%) per ricoveri cardiovascolari e 2.14% (1.59, 2.69%) e 2.63% (1.90, 3.35%) per ricoveri respiratori. Abbiamo osservato effetti del PM10 e PM2.5 sulla mortalità più elevati nella classe d'età più anziana (>75 anni), ed effetti sui ricoveri respiratori più elevati nei maschi. Infine, le stime di associazione erano presenti anche nei comuni di medio e basso grado di urbanizzazione. Conclusioni: L'accessibilità a dati ambientali e sanitari su tutto il territorio italiano ha permesso di stimare l'associazione tra le concentrazioni giornaliere di PM10 e PM2.5 e morbosità causa-specifica per la prima volta su scala nazionale, e mortalità in 5 regioni ad elevata densità di popolazione. In conclusione, l'inquinamento atmosferico è un importante fattore di rischio non solo nei grandi centri urbani ma anche in contesti a minore densità abitativa
Effetti a breve termine del particolato atmosferico su mortalità e ricoveri ospedalieri in Italia nel periodo 2006-2015. Risultati del progetto BEEP.
Viegi G;
2018
Abstract
Introduzione: Gli effetti del particolato atmosferico sulla salute umana sono consolidati. Tuttavia, le evidenze prodotte si riferiscono ai contesti urbani. Il progetto BEEP: "Big Data in Epidemiologia Ambientale ed Occupazionale" si propone di fornire nuove evidenze sugli effetti dell'inquinamento atmosferico e delle temperature estreme su scala nazionale. Obiettivo: Stimare l'effetto a breve termine di PM10 e PM2.5 su mortalità naturale (in 5 Regioni) e ricoveri cardiovascolari e respiratori in Italia durante il periodo 2006-2015; valutare possibili modificazioni d'effetto per sesso, età e grado di urbanizzazione del comune. Metodi: Le concentrazioni medie giornaliere di PM10 e PM2.5 sono state stimate in ogni km2 dell'Italia utilizzando un approccio di "machine learning" su dati satellitari e variabili di uso del territorio. I dati giornalieri di mortalità sono stati ottenuti per 5 Regioni (Puglia, Sicilia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna), mentre quelli di ospedalizzazione si riferiscono a tutti i comuni italiani. L'associazione tra PM e mortalità/ricoveri è stata valutata con un'analisi di serie temporali regione-specifica con regressioni di Poisson aggiustate per trend temporali, temperatura ed epidemie influenzali. Le stime di associazione sono state anche prodotte per età (<64; 65-74; >75 anni), sesso e grado di urbanizzazione del comune (definito in 3 livelli su base EUROSTAT). I risultati sono espressi come variazioni percentuali di rischio (IR%) ed intervalli di confidenza al 95% (95%CI), per incrementi del PM pari al range interquartile (IQR). Risultati : Durante il periodo 2006-2015 si sono verificati 2,197,069 decessi per cause naturali nelle 5 Regioni e 7,717,348 e 4,154,893 ricoveri urgenti (non programmati) per patologie cardiovascolari e respiratorie in tutta Italia. La stima d'effetto del PM10 per la mortalità naturale è pari a 1.78% (95%CI: 0.55, 3.04) per incrementi di 10.4 µg/m3, e pari a 2.45% (0.43, 4.50%) per incrementi di 7.8 µg/m3 per il PM2.5. Incrementi del PM10 pari a 9.2 µg/m3 e del PM2.5 pari a 7.2 µg/m3 determinano rispettivamente IR% di 0.28% (-0.08, 0.64%) e 0.29% (-0.13, 0.72%) per ricoveri cardiovascolari e 2.14% (1.59, 2.69%) e 2.63% (1.90, 3.35%) per ricoveri respiratori. Abbiamo osservato effetti del PM10 e PM2.5 sulla mortalità più elevati nella classe d'età più anziana (>75 anni), ed effetti sui ricoveri respiratori più elevati nei maschi. Infine, le stime di associazione erano presenti anche nei comuni di medio e basso grado di urbanizzazione. Conclusioni: L'accessibilità a dati ambientali e sanitari su tutto il territorio italiano ha permesso di stimare l'associazione tra le concentrazioni giornaliere di PM10 e PM2.5 e morbosità causa-specifica per la prima volta su scala nazionale, e mortalità in 5 regioni ad elevata densità di popolazione. In conclusione, l'inquinamento atmosferico è un importante fattore di rischio non solo nei grandi centri urbani ma anche in contesti a minore densità abitativaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


