La radiazione ultravioletta solare (RUV) è classificata dalla IARC come cancerogeno certo per l'uomo in quanto causa di melanoma e di tumori della cute non melanocitici (NMSC)1 . I NMSC sono stati associati al lavoro all'aperto per esposizione a RUV. Questo rischio non è ancora sufficientemente conosciuto, ed è sottovalutato dai lavoratori all'aperto e dai datori di lavoro, come evidenziato dal Piano Mirato della Regione Toscana (PMR) "Rischio da Radiazione UV Solare nei Lavoratori Outdoor"2 che ha indagato i comparti dell'edilizia, agricoltura, pesca e estrattivo. Altri come il balneare, fortemente rappresentato in Toscana, sono stati poco studiati e meritano approfondimento. Obiettivi Studiare il comparto balneare per gli aspetti di sicurezza e salute con particolare riguardo all'esposizione a RUV, diffondere buone prassi per la prevenzione dei rischi/danni da RUV, contribuire all'emersione delle patologie lavoro - correlate da esposizione a RUV. Materiali e metodi Sono stati utilizzati gli strumenti messi a punto nel PMR (questionari/diari) per raccogliere informazioni su: ciclo di lavoro, dotazioni, comportamenti nel proteggersi da RUV, caratteristiche costituzionali, stato di salute, esame cutaneo. Sono stati valutati gli indumenti utilizzati al lavoro per verificare il grado di riduzione dell'esposizione a RUV. Risultati Il lavoro si svolge da marzo a ottobre, la maggior parte in ambiente outdoor, c'è poca consapevolezza del rischio da RUV, notevole commistione tra attività lavorativa e ricreativa con dilatazione dei tempi di esposizione, assenza di DPI specifici (es. occhiali), uso di indumenti poco protettivi (cappelli tipo baseball), forte presenza di fototipi bassi, non sempre attivata la sorveglianza sanitaria. Nel campione intervistato sono emersi casi di foto-invecchiamento e neoplasie della cute, segnalati e riconosciuti da INAIL. L'analisi tecnica degli indumenti mostra che le comuni maglie in cotone utilizzate dagli addetti, esclusa la canottiera, presentano un grado di attenuazione adeguato ai fini della protezione del lavoratore e che le maglie tipo polo e con tessuto piquet proteggono maggiormente. Conclusioni La prima fase dello studio ha fatto emergere una situazione di generale sottostima del rischio da RUV nel settore e la necessità di sviluppare azioni integrate per raggiungere un'adeguata consapevolezza del rischio e cambiamento dei comportamenti. È stata predisposta una linea d'indirizzo per DVR diffusa alle associazioni dei balneari ed implementate iniziative di informazione per lavoratori e medici competenti. Allo studio misure innovative per la gestione del rischio in funzione dell'UV index e per supporto diagnostico ai MC. Indumenti, DPI adeguati e misure generali quali la predisposizione di zone di ombreggiatura gazebo/altane garantiscono una buona protezione.

Il rischio Cancerogeno (Melanoma/NMSC) nei lavoratori del comparto balneare in Versilia.

D Grifoni
2018

Abstract

La radiazione ultravioletta solare (RUV) è classificata dalla IARC come cancerogeno certo per l'uomo in quanto causa di melanoma e di tumori della cute non melanocitici (NMSC)1 . I NMSC sono stati associati al lavoro all'aperto per esposizione a RUV. Questo rischio non è ancora sufficientemente conosciuto, ed è sottovalutato dai lavoratori all'aperto e dai datori di lavoro, come evidenziato dal Piano Mirato della Regione Toscana (PMR) "Rischio da Radiazione UV Solare nei Lavoratori Outdoor"2 che ha indagato i comparti dell'edilizia, agricoltura, pesca e estrattivo. Altri come il balneare, fortemente rappresentato in Toscana, sono stati poco studiati e meritano approfondimento. Obiettivi Studiare il comparto balneare per gli aspetti di sicurezza e salute con particolare riguardo all'esposizione a RUV, diffondere buone prassi per la prevenzione dei rischi/danni da RUV, contribuire all'emersione delle patologie lavoro - correlate da esposizione a RUV. Materiali e metodi Sono stati utilizzati gli strumenti messi a punto nel PMR (questionari/diari) per raccogliere informazioni su: ciclo di lavoro, dotazioni, comportamenti nel proteggersi da RUV, caratteristiche costituzionali, stato di salute, esame cutaneo. Sono stati valutati gli indumenti utilizzati al lavoro per verificare il grado di riduzione dell'esposizione a RUV. Risultati Il lavoro si svolge da marzo a ottobre, la maggior parte in ambiente outdoor, c'è poca consapevolezza del rischio da RUV, notevole commistione tra attività lavorativa e ricreativa con dilatazione dei tempi di esposizione, assenza di DPI specifici (es. occhiali), uso di indumenti poco protettivi (cappelli tipo baseball), forte presenza di fototipi bassi, non sempre attivata la sorveglianza sanitaria. Nel campione intervistato sono emersi casi di foto-invecchiamento e neoplasie della cute, segnalati e riconosciuti da INAIL. L'analisi tecnica degli indumenti mostra che le comuni maglie in cotone utilizzate dagli addetti, esclusa la canottiera, presentano un grado di attenuazione adeguato ai fini della protezione del lavoratore e che le maglie tipo polo e con tessuto piquet proteggono maggiormente. Conclusioni La prima fase dello studio ha fatto emergere una situazione di generale sottostima del rischio da RUV nel settore e la necessità di sviluppare azioni integrate per raggiungere un'adeguata consapevolezza del rischio e cambiamento dei comportamenti. È stata predisposta una linea d'indirizzo per DVR diffusa alle associazioni dei balneari ed implementate iniziative di informazione per lavoratori e medici competenti. Allo studio misure innovative per la gestione del rischio in funzione dell'UV index e per supporto diagnostico ai MC. Indumenti, DPI adeguati e misure generali quali la predisposizione di zone di ombreggiatura gazebo/altane garantiscono una buona protezione.
2018
Istituto di Biometeorologia - IBIMET - Sede Firenze
UV
Indice UV
Melanoma
Salute
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/351747
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