Il progetto DiVo (Dizionario dei volgarizzamenti), ideato e diretto da Elisa Guadagnini e Giulio Vaccaro, è ospitato dall'Istituto Opera del Vocabolario Italiano (CNR Firenze) e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa ed è finanziato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca italiano all'interno del programma FIRB - Futuro in Ricerca 2010. Esso nasce in parte sulla scorta della rinnovata attenzione ai volgarizzamenti e alla loro tradizione promossa da progetti di rilevanza nazionale come l'Edizione Nazionale degli Antichi Volgarizzamenti dei testi latini nei volgari italiani (ENAV), il Censimento, Archivio e Studio dei Volgarizzamenti Italiani (CASVI), confluito e ampliatosi nello Studio, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani (SALVIt), in parte sulla scorta dell'esperienza diretta di redazione di voci per il TLIO, al cui servizio è stata pensata la Bibliografia dei volgarizzamenti. Il progetto punta ad uno studio complessivo del lessico di traduzione medievale sulla base dei volgarizzamenti di testi classici e tardo-antichi realizzati entro la fine del Trecento, condotti direttamente sul latino o con l'intermediazione di un'altra lingua romanza, di norma il francese (per es. la Deca prima liviana che deriva da un volgarizzamento francese perduto) o lo stesso toscano per le altre varietà italoromanze (per es. l'Istoria di Eneas di Angilu di Capua che deriva dal volgarizzamento toscano attribuito a Andrea Lancia). A fondamento e a giustificazione di tale studio sta la considerazione che il lessico di traduzione, cioè il lessico per il quale si può inferire una derivazione sincronica e non diacronica dal latino attraverso le diverse forme del prestito linguistico, abbia non soltanto uno statuto speciale rispetto ad altri àmbiti lessicali, ma anche un notevole valore sia a livello strettamente linguistico per la descrizione lessicografica, sia a livello storico-culturale per offrire un contributo ad una più perspicua comprensione della prosa del Due e Trecento, nonché della multiforme ricezione dei classici nel medioevo, a ridosso dello snodo fondamentale costituito dall'Umanesimo latino, che pure si pone in larga parte in una posizione di discontinuità rispetto alle stagioni dei volgarizzamenti. Tale studio prevede come premessa l'approntamento di strumenti specifici, ancora in costruzione ma già parzialmente e liberamente consultabili in rete: una bibliografia filologica secondo il modello TLIon (DiVo - Bibliografia filologica) e la costituzione di un corpus testuale lemmatizzato (relativamente alle parole piene) che consenta un sistematico confronto tra testo volgare e testo latino grazie all'associazione paragrafo per paragrafo dell'"originale" latino secondo il testo critico moderno di riferimento (Corpus DiVo). Al di là dell'innegabile valore glossografico dei volgarizzamenti, cui da sempre si è rivelata sensibile la tradizione lessicografica e filologica che ruota intorno alla Crusca, qui importa segnalare il valore lessicografico intrinseco alla luce della relazione che s'instaura all'atto della traduzione, nella competence del traduttore, tra la lingua di partenza e quella d'arrivo, in particolare tra il lemma tradotto e il suo traducente. Si tratta di una relazione così viva e a volte problematica che proprio i volgarizzamenti sono i testi che con più abbondanza attestano glosse, dittologie sinonimiche e chiose che nella loro serialità restituiscono una sorta di dizionario antico dal punto di vista dello scrivente medievale. Inoltre la relazione biunivoca tra testo di partenza e testo d'arrivo, proiettata nel contesto più ampio dell'insieme dei volgarizzamenti, consente di tracciare, attraverso l'estrazione dei diversi significanti associati a un determinato lemma latino, schede onomasiologiche utilizzabili secondo molteplici prospettive. Dal punto di vista filologico questa operazione permette di apprezzare la percezione della distanza rispetto al testo tradotto da parte dei singoli volgarizzatori, un dato fondamentale per comprendere le diverse ricezioni della classicità nel medioevo (cfr. per es. la resa di classis con classe o navilio, o ancora di plebs con plebe o popolo (minuto)). Da quello linguistico permette di avanzare su basi più solide ipotesi sulle relazioni sinonimiche in una lingua antica, oltre che di apprezzare su base geolinguistica, grazie alla comparazione tra testi di localizzazione diversa, lessemi caratteristici di una determinata area linguistica (cfr. per es. la resa di foedare nei volgarizzamenti dell'Eneide con sozzare nello pseudo- Andrea Lancia, con la dittologia sinonimica laidire e sozzare in Ciampolo degli Ugurgieri e imbruxinari in Angilu di Capua). L'analisi lessicale sarà condotta su due direttrici: la prima, centrata sulla lingua di partenza, individuerà le categorie di lessico secondo il loro diverso grado di specificità (lessico tecnico-specialistico, materiale o "storico", cioè non marcato in latino e privo di una prosecuzione in volgare a causa della scomparsa del referente, e "generico", cioè non marcato in cui sia escludibile una prosecuzione spontanea); la seconda, centrata invece sulla lingua d'arrivo, focalizzerà la tipologia di traduzione secondo il diverso grado di fedeltà rispetto al testo di partenza (prestito, calco semantico, riformulazione volgare, compreso l'anacronismo). In questo quadro già complesso, spicca il problema della definizione della distanza tra il lessico dei volgarizzamenti propriamente detti e quello delle versioni di testi classici con intermediario francese, che a causa di modalità di traduzione largamente diverse da quelle in uso in àmbito italoromanzo, e in particolare toscano, presentano questioni specifiche, legate in parte alla graduale riduzione dei gallicismi più ricusati nel corso della tradizione, in parte al possibile e significativo sviluppo di un rapporto diretto con il latino sempre nel corso della tradizione (cfr. per es. il caso delle Pistole di Seneca).

Esercizi sul contributo del lessico di traduzione in lessicografia: dal TLIO al DiVo

Dotto D
2016

Abstract

Il progetto DiVo (Dizionario dei volgarizzamenti), ideato e diretto da Elisa Guadagnini e Giulio Vaccaro, è ospitato dall'Istituto Opera del Vocabolario Italiano (CNR Firenze) e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa ed è finanziato dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca italiano all'interno del programma FIRB - Futuro in Ricerca 2010. Esso nasce in parte sulla scorta della rinnovata attenzione ai volgarizzamenti e alla loro tradizione promossa da progetti di rilevanza nazionale come l'Edizione Nazionale degli Antichi Volgarizzamenti dei testi latini nei volgari italiani (ENAV), il Censimento, Archivio e Studio dei Volgarizzamenti Italiani (CASVI), confluito e ampliatosi nello Studio, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani (SALVIt), in parte sulla scorta dell'esperienza diretta di redazione di voci per il TLIO, al cui servizio è stata pensata la Bibliografia dei volgarizzamenti. Il progetto punta ad uno studio complessivo del lessico di traduzione medievale sulla base dei volgarizzamenti di testi classici e tardo-antichi realizzati entro la fine del Trecento, condotti direttamente sul latino o con l'intermediazione di un'altra lingua romanza, di norma il francese (per es. la Deca prima liviana che deriva da un volgarizzamento francese perduto) o lo stesso toscano per le altre varietà italoromanze (per es. l'Istoria di Eneas di Angilu di Capua che deriva dal volgarizzamento toscano attribuito a Andrea Lancia). A fondamento e a giustificazione di tale studio sta la considerazione che il lessico di traduzione, cioè il lessico per il quale si può inferire una derivazione sincronica e non diacronica dal latino attraverso le diverse forme del prestito linguistico, abbia non soltanto uno statuto speciale rispetto ad altri àmbiti lessicali, ma anche un notevole valore sia a livello strettamente linguistico per la descrizione lessicografica, sia a livello storico-culturale per offrire un contributo ad una più perspicua comprensione della prosa del Due e Trecento, nonché della multiforme ricezione dei classici nel medioevo, a ridosso dello snodo fondamentale costituito dall'Umanesimo latino, che pure si pone in larga parte in una posizione di discontinuità rispetto alle stagioni dei volgarizzamenti. Tale studio prevede come premessa l'approntamento di strumenti specifici, ancora in costruzione ma già parzialmente e liberamente consultabili in rete: una bibliografia filologica secondo il modello TLIon (DiVo - Bibliografia filologica) e la costituzione di un corpus testuale lemmatizzato (relativamente alle parole piene) che consenta un sistematico confronto tra testo volgare e testo latino grazie all'associazione paragrafo per paragrafo dell'"originale" latino secondo il testo critico moderno di riferimento (Corpus DiVo). Al di là dell'innegabile valore glossografico dei volgarizzamenti, cui da sempre si è rivelata sensibile la tradizione lessicografica e filologica che ruota intorno alla Crusca, qui importa segnalare il valore lessicografico intrinseco alla luce della relazione che s'instaura all'atto della traduzione, nella competence del traduttore, tra la lingua di partenza e quella d'arrivo, in particolare tra il lemma tradotto e il suo traducente. Si tratta di una relazione così viva e a volte problematica che proprio i volgarizzamenti sono i testi che con più abbondanza attestano glosse, dittologie sinonimiche e chiose che nella loro serialità restituiscono una sorta di dizionario antico dal punto di vista dello scrivente medievale. Inoltre la relazione biunivoca tra testo di partenza e testo d'arrivo, proiettata nel contesto più ampio dell'insieme dei volgarizzamenti, consente di tracciare, attraverso l'estrazione dei diversi significanti associati a un determinato lemma latino, schede onomasiologiche utilizzabili secondo molteplici prospettive. Dal punto di vista filologico questa operazione permette di apprezzare la percezione della distanza rispetto al testo tradotto da parte dei singoli volgarizzatori, un dato fondamentale per comprendere le diverse ricezioni della classicità nel medioevo (cfr. per es. la resa di classis con classe o navilio, o ancora di plebs con plebe o popolo (minuto)). Da quello linguistico permette di avanzare su basi più solide ipotesi sulle relazioni sinonimiche in una lingua antica, oltre che di apprezzare su base geolinguistica, grazie alla comparazione tra testi di localizzazione diversa, lessemi caratteristici di una determinata area linguistica (cfr. per es. la resa di foedare nei volgarizzamenti dell'Eneide con sozzare nello pseudo- Andrea Lancia, con la dittologia sinonimica laidire e sozzare in Ciampolo degli Ugurgieri e imbruxinari in Angilu di Capua). L'analisi lessicale sarà condotta su due direttrici: la prima, centrata sulla lingua di partenza, individuerà le categorie di lessico secondo il loro diverso grado di specificità (lessico tecnico-specialistico, materiale o "storico", cioè non marcato in latino e privo di una prosecuzione in volgare a causa della scomparsa del referente, e "generico", cioè non marcato in cui sia escludibile una prosecuzione spontanea); la seconda, centrata invece sulla lingua d'arrivo, focalizzerà la tipologia di traduzione secondo il diverso grado di fedeltà rispetto al testo di partenza (prestito, calco semantico, riformulazione volgare, compreso l'anacronismo). In questo quadro già complesso, spicca il problema della definizione della distanza tra il lessico dei volgarizzamenti propriamente detti e quello delle versioni di testi classici con intermediario francese, che a causa di modalità di traduzione largamente diverse da quelle in uso in àmbito italoromanzo, e in particolare toscano, presentano questioni specifiche, legate in parte alla graduale riduzione dei gallicismi più ricusati nel corso della tradizione, in parte al possibile e significativo sviluppo di un rapporto diretto con il latino sempre nel corso della tradizione (cfr. per es. il caso delle Pistole di Seneca).
2016
Istituto Opera del Vocabolario Italiano - OVI
9782372760072
Lexicography
Medieval vernacular translations (volgarizzamenti)
Lexicography and Corpus Studies
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/352630
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