Il settore turistico può fornire un contributo significativo all'economia nel suo complesso sia in termini di valore aggiunto che di occupazione (Wagner 1997; Zhou, Yanagida, Chakravorty e Leung 1997). Ciò è ancor più vero per le regioni economicamente meno sviluppate ma ricche di storia e risorse naturali per le quali il turismo può rappresentare una leva di crescita e di sviluppo (Holzner, 2011; Rosentraub & Joo, 2009). Pertanto, individuare i canali attraverso i quali i cambiamenti nel settore del turismo influenzano gli altri settori del sistema economico e misurare gli effetti di questi cambiamenti sono questioni rilevanti dal punto di vista della ricerca e ed hanno un grande rilievo di policy. La letteratura ha già ampiamente analizzato sia dal punto di vista teorico sia soprattutto empirico gli effetti dei cambiamenti nel settore del turismo sull'intera economia. Nello specifico, la gran parte degli studi hanno centrato l'attenzione su aspetti particolari quali gli effetti di variazioni riguardanti il sistema fiscale, le infrastrutture nel settore dei trasporti, la valorizzazione di particolari aree di rilevanza culturale. Eppure, nonostante tanta attenzione il dibattito su come meglio individuare e misurare i molteplici effetti, sia nel breve che nel lungo periodo, del turismo sull'economia rimane ancora aperto e suscita ancora grande interesse (Dwyer, Forsyth, e Spurr 2004). La motivazione è duplice. In primo luogo, questo è da attribuire alle caratteristiche del settore turistico che per sua natura risulta un'industria multiforme e articolata, i cui confini sono spesso difficili da definire; in secondo luogo, perché i meccanismi di trasmissione presenti nel sistema economico, soprattutto quelli relativi agli effetti indiretti e indotti, sono difficili da misurare. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di indagare gli effetti di una variazione della domanda turistica in Campania, al fine di definire in termini quantitativi entro quali limiti e con quali caratteristiche la domanda turistica è in grado di generare un significativo un impatto sull'economia regionale in termini occupazionali e in termini di valore aggiunto. Il paper utilizza la metodologia input-output che consente un'analisi dettagliata della struttura economica di una regione e mette in evidenza l'interdipendenza tra i settori industriali e tra questi e le diverse componenti della domanda finale. In particolare si perviene alla costruzione della matrice input-output della regione Campania, utilizzando la matrice supply and use dell'Italia (fonte: Istat), ed applicando diverse tecniche di regionalizzazione non-survey. Tali tecniche, partendo dai coefficienti nazionali, puntano ad identificare i coefficienti regionali che meglio possano rappresentare le caratteristiche specifiche del sistema economico regionale. Le tecniche non-survey possono essere classificate nelle tre seguenti categorie (Hewings & Jensen,1986): approccio Location Quotient (LQ) basato sul calcolo di differenti quozienti di localizzazione in grado di rappresentare la base produttiva regionale; approccio Commodity Balance (CB) basato su procedure di bilanciamento tra valori della domanda e della produzione regionale; approccio Iterativo basato sull'utilizzo di algoritmi di rescaling (RAS). I risultati della ricerca mettono in evidenza il ruolo che il turismo può giocare nella crescita economica dei sistemi regionali come la Campania, caratterizzati, in particolare, da ritardo di sviluppo, da una configurazione industriale di tipo tradizionale e penalizzata dalla crisi ma, al tempo stesso, dotati di un buon patrimonio culturale. La mancanza di informazioni statistiche territoriali rende difficile la determinazione precisa dei coefficienti regionali. Di conseguenza, il calcolo della valutazione dell'impatto economico risulta calcolato con un certo margine di errore. Inoltre, un assunto della metodologia input-output è quello di non considerare eventuali limiti nell'offerta dei fattori produttivi. Tale circostanza potrebbe, invece, manifestarsi in settori interessati dal comparto turistico e, soprattutto, in shock di domanda riguardante il breve termine.
La valutazione dell'impatto economico del turismo in Campania
Luigi Guadalupi;Salvatore Capasso
2016
Abstract
Il settore turistico può fornire un contributo significativo all'economia nel suo complesso sia in termini di valore aggiunto che di occupazione (Wagner 1997; Zhou, Yanagida, Chakravorty e Leung 1997). Ciò è ancor più vero per le regioni economicamente meno sviluppate ma ricche di storia e risorse naturali per le quali il turismo può rappresentare una leva di crescita e di sviluppo (Holzner, 2011; Rosentraub & Joo, 2009). Pertanto, individuare i canali attraverso i quali i cambiamenti nel settore del turismo influenzano gli altri settori del sistema economico e misurare gli effetti di questi cambiamenti sono questioni rilevanti dal punto di vista della ricerca e ed hanno un grande rilievo di policy. La letteratura ha già ampiamente analizzato sia dal punto di vista teorico sia soprattutto empirico gli effetti dei cambiamenti nel settore del turismo sull'intera economia. Nello specifico, la gran parte degli studi hanno centrato l'attenzione su aspetti particolari quali gli effetti di variazioni riguardanti il sistema fiscale, le infrastrutture nel settore dei trasporti, la valorizzazione di particolari aree di rilevanza culturale. Eppure, nonostante tanta attenzione il dibattito su come meglio individuare e misurare i molteplici effetti, sia nel breve che nel lungo periodo, del turismo sull'economia rimane ancora aperto e suscita ancora grande interesse (Dwyer, Forsyth, e Spurr 2004). La motivazione è duplice. In primo luogo, questo è da attribuire alle caratteristiche del settore turistico che per sua natura risulta un'industria multiforme e articolata, i cui confini sono spesso difficili da definire; in secondo luogo, perché i meccanismi di trasmissione presenti nel sistema economico, soprattutto quelli relativi agli effetti indiretti e indotti, sono difficili da misurare. Il presente lavoro si pone l'obiettivo di indagare gli effetti di una variazione della domanda turistica in Campania, al fine di definire in termini quantitativi entro quali limiti e con quali caratteristiche la domanda turistica è in grado di generare un significativo un impatto sull'economia regionale in termini occupazionali e in termini di valore aggiunto. Il paper utilizza la metodologia input-output che consente un'analisi dettagliata della struttura economica di una regione e mette in evidenza l'interdipendenza tra i settori industriali e tra questi e le diverse componenti della domanda finale. In particolare si perviene alla costruzione della matrice input-output della regione Campania, utilizzando la matrice supply and use dell'Italia (fonte: Istat), ed applicando diverse tecniche di regionalizzazione non-survey. Tali tecniche, partendo dai coefficienti nazionali, puntano ad identificare i coefficienti regionali che meglio possano rappresentare le caratteristiche specifiche del sistema economico regionale. Le tecniche non-survey possono essere classificate nelle tre seguenti categorie (Hewings & Jensen,1986): approccio Location Quotient (LQ) basato sul calcolo di differenti quozienti di localizzazione in grado di rappresentare la base produttiva regionale; approccio Commodity Balance (CB) basato su procedure di bilanciamento tra valori della domanda e della produzione regionale; approccio Iterativo basato sull'utilizzo di algoritmi di rescaling (RAS). I risultati della ricerca mettono in evidenza il ruolo che il turismo può giocare nella crescita economica dei sistemi regionali come la Campania, caratterizzati, in particolare, da ritardo di sviluppo, da una configurazione industriale di tipo tradizionale e penalizzata dalla crisi ma, al tempo stesso, dotati di un buon patrimonio culturale. La mancanza di informazioni statistiche territoriali rende difficile la determinazione precisa dei coefficienti regionali. Di conseguenza, il calcolo della valutazione dell'impatto economico risulta calcolato con un certo margine di errore. Inoltre, un assunto della metodologia input-output è quello di non considerare eventuali limiti nell'offerta dei fattori produttivi. Tale circostanza potrebbe, invece, manifestarsi in settori interessati dal comparto turistico e, soprattutto, in shock di domanda riguardante il breve termine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.