There are no doubts that typical foods (and traditional popular dishes) are part of the cultural heritage of a place and of a people. As Massimo Montanari says, food and above all typical and quality foods constitute culture. But can typical dishes and above all the Mediterranean diet which is made up of typical dishes, be considered to be cultural heritage and as such be subject to the same forms of protection that apply to material cultural heritage? Although being part of the intangible cultural heritage, the Mediterranean diet is much more than a cultural asset: the regional laws (Campania 6/2012 and Calabria 45/2013) that deal with this matter embrace a series of tangible elements that range from the promotion of multifunctionality in agriculture to the protection of the landscape, of natural historic and cultural heritage, sustainable tourism, healthy diets, health protection and cultural activities. If there is any sense in keeping the regions, some matters must necessarily be of exclusive competence of such autonomous bodies. This is undoubtedly the case of intangible cultural assets that arise from the local reality and that deserve adequate promotion and appreciation by such local entities.

Che le tipicità (e le "tradizionalità") alimentari facciano parte del patrimonio culturale di un luogo e di un popolo non può essere messo in dubbio. Come dice Massimo Montanari il cibo, e soprattutto quello tipico e di qualità, è cultura. Ma le tipicità alimentari, e soprattutto la dieta mediterranea perché di essi esclusivamente si avvale, possono essere considerate beni culturali e in quanto tali essere sottoposte alle medesime forme di tutela a cui è sottoposto il cosiddetto patrimonio culturale materiale? La dieta mediterranea pur facente parte del patrimonio culturale (immateriale) non è un bene culturale ma è di più: le leggi regionali (Campania n. 6/2012 e Calabria n. 45/2013) che se ne occupano abbracciano una serie di ambiti materiali che vanno dalla valorizzazione della multifunzionalità in agricoltura, al sostegno del paesaggio, del patrimonio naturalistico, storico e culturale, al turismo sostenibile, alla sana alimentazione, alla tutela della salute, alle attività culturali. Se ancora ha un senso continuare a mantenere in vita le regioni, alcune "materie" devono essere di esclusiva competenza delle autonomie. Questo è sicuramente il caso di alcuni beni culturali immateriali che nascendo nei territori è dai territori che devono ricevere la giusta promozione e valorizzazione.

Tipicità agroalimentari e patrimonio culturale: il caso della dieta mediterranea

Aida Giulia Arabia
2016

Abstract

There are no doubts that typical foods (and traditional popular dishes) are part of the cultural heritage of a place and of a people. As Massimo Montanari says, food and above all typical and quality foods constitute culture. But can typical dishes and above all the Mediterranean diet which is made up of typical dishes, be considered to be cultural heritage and as such be subject to the same forms of protection that apply to material cultural heritage? Although being part of the intangible cultural heritage, the Mediterranean diet is much more than a cultural asset: the regional laws (Campania 6/2012 and Calabria 45/2013) that deal with this matter embrace a series of tangible elements that range from the promotion of multifunctionality in agriculture to the protection of the landscape, of natural historic and cultural heritage, sustainable tourism, healthy diets, health protection and cultural activities. If there is any sense in keeping the regions, some matters must necessarily be of exclusive competence of such autonomous bodies. This is undoubtedly the case of intangible cultural assets that arise from the local reality and that deserve adequate promotion and appreciation by such local entities.
2016
Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie - ISSIRFA
Che le tipicità (e le "tradizionalità") alimentari facciano parte del patrimonio culturale di un luogo e di un popolo non può essere messo in dubbio. Come dice Massimo Montanari il cibo, e soprattutto quello tipico e di qualità, è cultura. Ma le tipicità alimentari, e soprattutto la dieta mediterranea perché di essi esclusivamente si avvale, possono essere considerate beni culturali e in quanto tali essere sottoposte alle medesime forme di tutela a cui è sottoposto il cosiddetto patrimonio culturale materiale? La dieta mediterranea pur facente parte del patrimonio culturale (immateriale) non è un bene culturale ma è di più: le leggi regionali (Campania n. 6/2012 e Calabria n. 45/2013) che se ne occupano abbracciano una serie di ambiti materiali che vanno dalla valorizzazione della multifunzionalità in agricoltura, al sostegno del paesaggio, del patrimonio naturalistico, storico e culturale, al turismo sostenibile, alla sana alimentazione, alla tutela della salute, alle attività culturali. Se ancora ha un senso continuare a mantenere in vita le regioni, alcune "materie" devono essere di esclusiva competenza delle autonomie. Questo è sicuramente il caso di alcuni beni culturali immateriali che nascendo nei territori è dai territori che devono ricevere la giusta promozione e valorizzazione.
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