The paper analyzes the compliance with the Constitution of the attribution of the right to vote to non-citizens in all elections or only in local elections. The main issue under examination is whether the extension of the right to vote presupposes a constitutional review or if, instead, it is possible with the ordinary law. To this end, in addition to the systematic interpretation of the Charter, it is taken into consideration the international sources (above all the Strasbourg Convention of 1992 on the Participation of Foreigners in Public Life at Local Level) and the European and domestic law. It is also given an account of the failed attempts to extend the right to vote already effected by the sub-state entities (regions and municipalities). In light of these elements and, above all, the wording of Articles 48 and 51 of the Constitution, as well as the concepts of people and sovereignty upheld by the Charter, it can be outlined a framework not easily compatible with the legislative extension of the right to vote to non-citizens. Moreover, the solution of the problem of social inclusion of migrants and their participation in civil and political life, rather than through a problematic and, in the end, reductive right to vote in local elections, should go for the main road of the citizenship law reform

Il saggio analizza la conformità con la Costituzione dell'eventuale attribuzione del diritto di voto ai non cittadini in tutte le consultazioni elettorali oppure nelle sole elezioni amministrative. La principale problematica oggetto di esame è se tale estensione del diritto di voto presupponga una revisione costituzionale o se, invece, sia possibile ricorrere alla legge ordinaria. A tal fine, oltre all'interpretazione sistematica della Carta, vengono prese in considerazione le fonti internazionali (in particolare, la Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla Partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale) e il diritto europeo e interno. Viene altresì dato conto dei tentativi falliti di estensione del diritto di voto già operati dagli enti sub-statali (Regioni e Comuni). Alla luce di questi elementi e, soprattutto, del tenore letterale degli artt. 48 e 51 Cost., nonché delle concezioni di popolo e di sovranità accolte dalla Carta, si delinea un quadro non agevolmente compatibile con l'estensione in via legislativa del diritto di voto ai non cittadini. Peraltro, il superamento del problema dell'inclusione sociale dei migranti e della loro partecipazione alla vita civile e politica del Paese, anziché per un problematico e, in fin dei conti, riduttivo diritto di voto per le elezioni amministrative, dovrebbe passare per la via maestra della riforma della disciplina della cittadinanza.

L'attribuzione del diritto di voto ai non cittadini: prospettive di riforma e fonte competente

Paolo Colasante
2016

Abstract

The paper analyzes the compliance with the Constitution of the attribution of the right to vote to non-citizens in all elections or only in local elections. The main issue under examination is whether the extension of the right to vote presupposes a constitutional review or if, instead, it is possible with the ordinary law. To this end, in addition to the systematic interpretation of the Charter, it is taken into consideration the international sources (above all the Strasbourg Convention of 1992 on the Participation of Foreigners in Public Life at Local Level) and the European and domestic law. It is also given an account of the failed attempts to extend the right to vote already effected by the sub-state entities (regions and municipalities). In light of these elements and, above all, the wording of Articles 48 and 51 of the Constitution, as well as the concepts of people and sovereignty upheld by the Charter, it can be outlined a framework not easily compatible with the legislative extension of the right to vote to non-citizens. Moreover, the solution of the problem of social inclusion of migrants and their participation in civil and political life, rather than through a problematic and, in the end, reductive right to vote in local elections, should go for the main road of the citizenship law reform
2016
Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie - ISSIRFA
Il saggio analizza la conformità con la Costituzione dell'eventuale attribuzione del diritto di voto ai non cittadini in tutte le consultazioni elettorali oppure nelle sole elezioni amministrative. La principale problematica oggetto di esame è se tale estensione del diritto di voto presupponga una revisione costituzionale o se, invece, sia possibile ricorrere alla legge ordinaria. A tal fine, oltre all'interpretazione sistematica della Carta, vengono prese in considerazione le fonti internazionali (in particolare, la Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla Partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale) e il diritto europeo e interno. Viene altresì dato conto dei tentativi falliti di estensione del diritto di voto già operati dagli enti sub-statali (Regioni e Comuni). Alla luce di questi elementi e, soprattutto, del tenore letterale degli artt. 48 e 51 Cost., nonché delle concezioni di popolo e di sovranità accolte dalla Carta, si delinea un quadro non agevolmente compatibile con l'estensione in via legislativa del diritto di voto ai non cittadini. Peraltro, il superamento del problema dell'inclusione sociale dei migranti e della loro partecipazione alla vita civile e politica del Paese, anziché per un problematico e, in fin dei conti, riduttivo diritto di voto per le elezioni amministrative, dovrebbe passare per la via maestra della riforma della disciplina della cittadinanza.
Diritto di voto
Cittadinanza
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/357013
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