Tra le tecnologie di recente introduzione impiegate per il trattamento di acque di rifiuto sia municipali che industriali, quelle che destano maggiore interesse sono basate sull'utilizzo di biomasse granulari aerobiche. In tali sistemi, la biomassa cresce sotto forma di granuli microbici densi e compatti che garantiscono, rispetto ai sistemi tradizionali, elevate concentrazioni di microrganismi in reattori a basse volumetrie e bassa produzione di fanghi di supero. In particolare, un innovativo sistema a granulazione aerobica di tipo discontinuo sequenziale definito SBBGR (Sequencing Batch Biofilter Granular Reactor), nel quale la biomassa si presenta come biofilm adeso sui corpi di riempimento e come aggregati microbici compatti (granuli), è attualmente oggetto di studio presso l'IRSA. Questo tipo di processo permette di trattare elevate portate di liquame in un volume molto ridotto ed è caratterizzato da concentrazioni di biomassa elevate (fino a 150 gTSS/Lbiomassa), ridotta produzione di fanghi di supero ed elevata flessibilità di esercizio. Essendo questa tecnologia molto giovane, molti aspetti legati alle cause ed ai meccanismi della granulazione aerobica necessitano ancora di approfondimenti. A tale scopo, il processo di granulazione aerobica è stato studiato su biomasse sviluppate in sistemi in scala di laboratorio alimentati con substrato sintetico. Unitamente al monitoraggio dei principali parametri di processo, la formazione degli aggregati microbici (sia biofilm che granuli) è stata analizzata mediante FISH (Fluorescence In Situ Hybridation), metodologia che permette l'identificazione e la quantificazione in situ dei microrganismi. L'analisi è stata effettuata su campioni di biofilm e su sezioni di granuli dello spessore di 15-20 ?m (ottenute mediante inclusione degli stessi in una resina sintetica, congelamento e sezionamento tramite criomicrotomo) allo scopo di valutare la struttura di tali aggregati. In combinazione con la FISH, sono state utilizzate tecniche tradizionali quali la colorazione Nilo Blue per valutare l'importanza dello stoccaggio del substrato carbonioso in tali sistemi e per verificare la presenza e funzione dell' EPS (polimeri extracellulari) la cui presenza si suppone sia importante per conferire ai granuli il loro grado di densità e compattezza.

Caratterizzazione molecolare di biomasse granulari aerobiche presenti in sistemi discontinui SBBGR

De Sanctis Marco;Di Iaconi Claudio;Del Moro Guido;Ramadori Roberto;Rossetti Simona
2008

Abstract

Tra le tecnologie di recente introduzione impiegate per il trattamento di acque di rifiuto sia municipali che industriali, quelle che destano maggiore interesse sono basate sull'utilizzo di biomasse granulari aerobiche. In tali sistemi, la biomassa cresce sotto forma di granuli microbici densi e compatti che garantiscono, rispetto ai sistemi tradizionali, elevate concentrazioni di microrganismi in reattori a basse volumetrie e bassa produzione di fanghi di supero. In particolare, un innovativo sistema a granulazione aerobica di tipo discontinuo sequenziale definito SBBGR (Sequencing Batch Biofilter Granular Reactor), nel quale la biomassa si presenta come biofilm adeso sui corpi di riempimento e come aggregati microbici compatti (granuli), è attualmente oggetto di studio presso l'IRSA. Questo tipo di processo permette di trattare elevate portate di liquame in un volume molto ridotto ed è caratterizzato da concentrazioni di biomassa elevate (fino a 150 gTSS/Lbiomassa), ridotta produzione di fanghi di supero ed elevata flessibilità di esercizio. Essendo questa tecnologia molto giovane, molti aspetti legati alle cause ed ai meccanismi della granulazione aerobica necessitano ancora di approfondimenti. A tale scopo, il processo di granulazione aerobica è stato studiato su biomasse sviluppate in sistemi in scala di laboratorio alimentati con substrato sintetico. Unitamente al monitoraggio dei principali parametri di processo, la formazione degli aggregati microbici (sia biofilm che granuli) è stata analizzata mediante FISH (Fluorescence In Situ Hybridation), metodologia che permette l'identificazione e la quantificazione in situ dei microrganismi. L'analisi è stata effettuata su campioni di biofilm e su sezioni di granuli dello spessore di 15-20 ?m (ottenute mediante inclusione degli stessi in una resina sintetica, congelamento e sezionamento tramite criomicrotomo) allo scopo di valutare la struttura di tali aggregati. In combinazione con la FISH, sono state utilizzate tecniche tradizionali quali la colorazione Nilo Blue per valutare l'importanza dello stoccaggio del substrato carbonioso in tali sistemi e per verificare la presenza e funzione dell' EPS (polimeri extracellulari) la cui presenza si suppone sia importante per conferire ai granuli il loro grado di densità e compattezza.
2008
Istituto di Ricerca Sulle Acque - IRSA
Biomassa granulare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/357411
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