Per spiegare la dinamica delle elezioni presidenziali USA del 2000 e dell'impeachment del presidente Clinton, Cass Sunstein, docente ad Harvard, introdusse il concetto delle camere d'eco (echo chambers), vale a dire la possibilità che il dibattito, una volta spostato sui social media, attraverso meccanismi di polarizzazione creasse una frattura profonda all'interno dei gruppi di discussione, segregando le persone all'interno di comunità in cui le idee preesistenti vengono amplificate fino a perdere ogni possibilità di comunicazione evolutiva con l'esterno. Sulla base di questa prima intuizione, un gruppo di ricercatori italiani (Antonio Scala, Walter Quattrociocchi e altri) hanno costruito un primo teorema del funzionamento delle dinamiche comunicative sui social, mettendolo alla prova con strumenti empirici e controllati. I risultati hanno evidenziato non solo che effettivamente gli utenti si organizzavano in comunità ideologicamente coerenti e chiuse. Ma ha inoltre dimostrato come qualsiasi tentativo di persuadere gli appartenenti ad una echo-chamber di un argomento opposto alle loro narrazioni, non solo finiva nel vuoto, ma rinforzava le convinzioni di quegli utenti in misura esponenziale (confirmation bias). Partendo da questi risultati ci si è chiesto se i paradigmi fondamentali della liberal-democrazia e di una società plurale, non andassero ripensati e messi in discussione, in ragione delle risultanze empiriche, così da sondarne la validità ed instaurare un dialogo proficuo tra teoria politica ed analisi quantitative, per preservare determinati valori di base. Semplificando, ci si è domandato se le tre giustificazioni del confronto, enunciate da Stuart Mill (1- serve perchè si può essere in errore e quindi si ha l'opportunità di cambiare idea; 2- serve perchè si può non conoscere tutta la verità e si ha l'opportunità di integrare le proprie idee; 3- serve per rafforzare attraverso il dubbio, le proprie verità), ci si è chiesto - si diceva -se queste tre ragioni potevano reggere al mondo dei social. Questo saggio cercherà proprio di dare i primi indirizzi, anche metodologici per affrontare tale questione, approfondendo il rapporto tra concezione del progresso attraverso il confronto e la diversità, e le risultanze del teorema della disinformazione, segnalandone le criticità ed introducendo alle possibili soluzioni delle stesse, sulla base di ulteriori studi empirici ora in corso.

Ripensare i fondamenti della liberal-democrazia nell'era di Internet

Scala;Antonio
2018

Abstract

Per spiegare la dinamica delle elezioni presidenziali USA del 2000 e dell'impeachment del presidente Clinton, Cass Sunstein, docente ad Harvard, introdusse il concetto delle camere d'eco (echo chambers), vale a dire la possibilità che il dibattito, una volta spostato sui social media, attraverso meccanismi di polarizzazione creasse una frattura profonda all'interno dei gruppi di discussione, segregando le persone all'interno di comunità in cui le idee preesistenti vengono amplificate fino a perdere ogni possibilità di comunicazione evolutiva con l'esterno. Sulla base di questa prima intuizione, un gruppo di ricercatori italiani (Antonio Scala, Walter Quattrociocchi e altri) hanno costruito un primo teorema del funzionamento delle dinamiche comunicative sui social, mettendolo alla prova con strumenti empirici e controllati. I risultati hanno evidenziato non solo che effettivamente gli utenti si organizzavano in comunità ideologicamente coerenti e chiuse. Ma ha inoltre dimostrato come qualsiasi tentativo di persuadere gli appartenenti ad una echo-chamber di un argomento opposto alle loro narrazioni, non solo finiva nel vuoto, ma rinforzava le convinzioni di quegli utenti in misura esponenziale (confirmation bias). Partendo da questi risultati ci si è chiesto se i paradigmi fondamentali della liberal-democrazia e di una società plurale, non andassero ripensati e messi in discussione, in ragione delle risultanze empiriche, così da sondarne la validità ed instaurare un dialogo proficuo tra teoria politica ed analisi quantitative, per preservare determinati valori di base. Semplificando, ci si è domandato se le tre giustificazioni del confronto, enunciate da Stuart Mill (1- serve perchè si può essere in errore e quindi si ha l'opportunità di cambiare idea; 2- serve perchè si può non conoscere tutta la verità e si ha l'opportunità di integrare le proprie idee; 3- serve per rafforzare attraverso il dubbio, le proprie verità), ci si è chiesto - si diceva -se queste tre ragioni potevano reggere al mondo dei social. Questo saggio cercherà proprio di dare i primi indirizzi, anche metodologici per affrontare tale questione, approfondendo il rapporto tra concezione del progresso attraverso il confronto e la diversità, e le risultanze del teorema della disinformazione, segnalandone le criticità ed introducendo alle possibili soluzioni delle stesse, sulla base di ulteriori studi empirici ora in corso.
2018
Istituto dei Sistemi Complessi - ISC
liberal-democrazia
echo-chambers
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