Historical archives of former psychiatric hospitals are rich sources of information and different research approaches have been applied over the years to look into their clinical records. This work aims to investigate the terminology used for describing care treatments and instruments in a sample of clinical records of the end of the nineteenth century coming from the psychiatric hospital of Girifalco, a small village in the backcountry of Calabria, Italy. This work is part of the project alpha (eAsy inteLligent service Platform for Healthy Ageing), which has, among other objectives, the aim of digitizing a consistent part of the historical archive of the former psychiatric hospital of Girifalco in order to use clinical data for further investigations, especially focused on dementia correlated diseases. Sentences reported from the analyzed sample of clinical records offer a slice of the daily practice of medical treatments and instruments used in the mental institution.

Le cartelle cliniche sono ordinate progressivamente secondo la segnatura riportata sul fascicolo, la quale oltre ad indicare il totale assoluto dei ricoveri indica anche il totale parziale relativo al numero di pazienti ricoverati distinto per genere. All'interno del fascicolo le carte sono ordinate cronologicamente. Nel dettaglio, ogni cartella clinica è composta da Documentazione amministrativa (il carteggio tra la Direzione del Manicomio e il Sindaco del comune di residenza del ricoverato (richiesta di notizie sullo stato di salute, comunicazioni su dimissione prossima o di decesso avvenuto); Documentazione medico-sanitaria, Modula informativa redatta dal medico del comune di provenienza del paziente e contenente informazioni di carattere socio economico e clinico giustificanti il ricovero, Tabella nosologica ed osservazioni di carattere sanitario (anamnesi, esame obiettivo generale con misure antropometriche, esame psichico), con il Diario clinico, Cartelle cliniche e/o documentazione di eventuali precedenti ricoveri nella stessa struttura o in altri manicomi italiani e, in alcuni casi, esteri e Relazioni mediche); carteggio personale tra paziente e parenti e amici. Le cure praticate e riportate soprattutto nel diario clinico sono state le più disparate e fantasiose, a volte estreme e volutamente sperimentali, spesso di esito dubbio o inefficaci. Molto frequente ci si imbatte in diciture del tipo «ma senza vantaggio alcuno», «senza però ottenere vantaggio di sorta», «con poco giovamento», «a nulla giovarono», «senza alcun effetto». In alcuni casi, a seguito di una cura, si legge «dopo di allora rimase balbuziente e come ebete», «la paziente poi si abituò al rimedio il quale riusciva inefficace». Queste espressioni sono testimonianza di una medicina che spesso procedeva per tentativi o usava i rimedi allora comunemente noti, e che si presumeva sortissero un qualche effetto, per una molteplicità, spesso non omogenea, di patologie. Le cure e le terapie applicate nell'istituto manicomiale non potevano prescindere dal pensiero scientifico di coloro i quali lo guidavano. Forte era infatti l'influenza del pensiero di Cesare Lombroso. Leggendo le carte si trova traccia perlopiù di strumenti di contenimento e strumenti di stimolazione sensoriale. Fra questi ultimi spicca quello che doveva essere l'apparecchio per la stimolazione elettrica, antesignano della macchina per l'elettroshock. Fra i mezzi di contenimento, "camicia di forza" conta ben 150 occorrenze, mentre Tra gli strumenti citati nelle cartelle cliniche ed adoperati per valutare la sensibilità cosciente dei pazienti ci sono il compasso di Weber, anche chiamato genericamente compasso oppure estesiometro, l'ago o spillo e il dinamometro. In generale si tratta di strumenti atti a misurare il grado delle sensibilità cutanee, in particolare la sensibilità tattile e quella dolorifica. Fra le terapie messe in atto per la cura dei pazienti ricoverati bisogna distinguere fra quelle che prevedevano l'utilizzo di preparati farmaceutici e quelle che tentavano mediante altre vie di recuperare la mente deviata del malato. I rimedi utilizzati per la cura delle patologie mentali, e di quelle fisiche che spesso vi si affiancavano, erano perlopiù composti naturali, estratti di erbe e piante officinali, preparati, infusi, decotti e talvolta droghe e veleni. Comune nella medicina dell'epoca era anche l'impiego di sanguisughe e di pratiche estreme come l'isolamento e l'idroterapia. Sebbene in maniera empirica a Girifalco veniva praticata l'ergoterapia. Un cenno meritano anche le cure placebo che, consapevolmente o meno, venivano praticate regolarmente, ma non avevano nessun fondamento né scientifico né razionale. La loro efficacia ed il loro successo erano del tutto casuali e legati a regressioni spontanee della malattia o della sintomatologia.

Le cartelle dell'ex ospedale psichiatrico di Girifalco: lessico, strumenti e terapie

M T Chiaravalloti;M Taverniti
2018

Abstract

Le cartelle cliniche sono ordinate progressivamente secondo la segnatura riportata sul fascicolo, la quale oltre ad indicare il totale assoluto dei ricoveri indica anche il totale parziale relativo al numero di pazienti ricoverati distinto per genere. All'interno del fascicolo le carte sono ordinate cronologicamente. Nel dettaglio, ogni cartella clinica è composta da Documentazione amministrativa (il carteggio tra la Direzione del Manicomio e il Sindaco del comune di residenza del ricoverato (richiesta di notizie sullo stato di salute, comunicazioni su dimissione prossima o di decesso avvenuto); Documentazione medico-sanitaria, Modula informativa redatta dal medico del comune di provenienza del paziente e contenente informazioni di carattere socio economico e clinico giustificanti il ricovero, Tabella nosologica ed osservazioni di carattere sanitario (anamnesi, esame obiettivo generale con misure antropometriche, esame psichico), con il Diario clinico, Cartelle cliniche e/o documentazione di eventuali precedenti ricoveri nella stessa struttura o in altri manicomi italiani e, in alcuni casi, esteri e Relazioni mediche); carteggio personale tra paziente e parenti e amici. Le cure praticate e riportate soprattutto nel diario clinico sono state le più disparate e fantasiose, a volte estreme e volutamente sperimentali, spesso di esito dubbio o inefficaci. Molto frequente ci si imbatte in diciture del tipo «ma senza vantaggio alcuno», «senza però ottenere vantaggio di sorta», «con poco giovamento», «a nulla giovarono», «senza alcun effetto». In alcuni casi, a seguito di una cura, si legge «dopo di allora rimase balbuziente e come ebete», «la paziente poi si abituò al rimedio il quale riusciva inefficace». Queste espressioni sono testimonianza di una medicina che spesso procedeva per tentativi o usava i rimedi allora comunemente noti, e che si presumeva sortissero un qualche effetto, per una molteplicità, spesso non omogenea, di patologie. Le cure e le terapie applicate nell'istituto manicomiale non potevano prescindere dal pensiero scientifico di coloro i quali lo guidavano. Forte era infatti l'influenza del pensiero di Cesare Lombroso. Leggendo le carte si trova traccia perlopiù di strumenti di contenimento e strumenti di stimolazione sensoriale. Fra questi ultimi spicca quello che doveva essere l'apparecchio per la stimolazione elettrica, antesignano della macchina per l'elettroshock. Fra i mezzi di contenimento, "camicia di forza" conta ben 150 occorrenze, mentre Tra gli strumenti citati nelle cartelle cliniche ed adoperati per valutare la sensibilità cosciente dei pazienti ci sono il compasso di Weber, anche chiamato genericamente compasso oppure estesiometro, l'ago o spillo e il dinamometro. In generale si tratta di strumenti atti a misurare il grado delle sensibilità cutanee, in particolare la sensibilità tattile e quella dolorifica. Fra le terapie messe in atto per la cura dei pazienti ricoverati bisogna distinguere fra quelle che prevedevano l'utilizzo di preparati farmaceutici e quelle che tentavano mediante altre vie di recuperare la mente deviata del malato. I rimedi utilizzati per la cura delle patologie mentali, e di quelle fisiche che spesso vi si affiancavano, erano perlopiù composti naturali, estratti di erbe e piante officinali, preparati, infusi, decotti e talvolta droghe e veleni. Comune nella medicina dell'epoca era anche l'impiego di sanguisughe e di pratiche estreme come l'isolamento e l'idroterapia. Sebbene in maniera empirica a Girifalco veniva praticata l'ergoterapia. Un cenno meritano anche le cure placebo che, consapevolmente o meno, venivano praticate regolarmente, ma non avevano nessun fondamento né scientifico né razionale. La loro efficacia ed il loro successo erano del tutto casuali e legati a regressioni spontanee della malattia o della sintomatologia.
2018
Istituto di informatica e telematica - IIT
Historical archives of former psychiatric hospitals are rich sources of information and different research approaches have been applied over the years to look into their clinical records. This work aims to investigate the terminology used for describing care treatments and instruments in a sample of clinical records of the end of the nineteenth century coming from the psychiatric hospital of Girifalco, a small village in the backcountry of Calabria, Italy. This work is part of the project alpha (eAsy inteLligent service Platform for Healthy Ageing), which has, among other objectives, the aim of digitizing a consistent part of the historical archive of the former psychiatric hospital of Girifalco in order to use clinical data for further investigations, especially focused on dementia correlated diseases. Sentences reported from the analyzed sample of clinical records offer a slice of the daily practice of medical treatments and instruments used in the mental institution.
Car
estrazione terminologica
terminologia specialistica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/358894
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