Il contributo, presentato in occasione del Convegno Internazionale di studi organizzato dalla Università di Rennes 2 sul tema de "Les états du dialogue à l'âge de l'Humanisme", prosegue il ciclo di relazioni presentate in occasione dei convegni internazionali avviati a Napoli nel 2003 sulla "Scrittura dell'arte. Biografie e autobiografie d'artista dal Cinquecento al Settecento" e a Parigi - Sorbonne nel 2003 su "Arts et littératures aux XIX et XX Siécles". Il contributo affronta il tema della struttura narrativa adoperata da Filerete per la stesura del suo Trattato di architettura; testo copioso, formato di venticinque libri di lunghezza variabile, ordito sotto forma di conversazione a più voci tra i committenti (Francesco Sforza e, a partire dal VII libro, il figlio Gian Galeazzo) e l'architetto (lo stesso Filerete), sullo sfondo di una trama ricca di avventurose battute di caccia e scene conviviali, allestita come si trattasse d'un romanzo cavalleresco. Unitamente a un diffuso gusto dell'evasione e all'uso di espedienti letterari, quali il richiamo frequente a modi di dire, il simbolismo spesso tradotto in metafora architettonica, vengono sottolineati gli aspetti teorici e documentativi del Trattato, facendone una sorta di roman à clef, un romanzo in chiave, nel quale l'attualità della vicenda trattata viene narrata come se si trattasse d'un romanzo. I temi dell'architettura e della città, del disegno e delle fonti antiche vengono presentati dall'Autore sullo sfondo di una trama che mira a divulgare, rendendola partecipativa, la materia narrata. Il dialogo diretto tra architetto e committente, rispettivamente madre e padre dell'architettura, svela una serie di aspetti che, affrontata con toni aulici e colti da altri autori dell'umanesimo rinascimentale, viene qui 'democratizzata' attraverso l'uso della lingua volgare e delle immagini. Una ricognizione sui media divulgativi che mira a collocare nella cultura delle corti rinascimentali la figura professionale dell'architetto chiamato a rivestire nuovi ruoli nell'Europa del Rinascimento.

Le dialogue à plusieurs voix dans le Traité d'architecture du Filarète

Rosa Maria Giusto
2015

Abstract

Il contributo, presentato in occasione del Convegno Internazionale di studi organizzato dalla Università di Rennes 2 sul tema de "Les états du dialogue à l'âge de l'Humanisme", prosegue il ciclo di relazioni presentate in occasione dei convegni internazionali avviati a Napoli nel 2003 sulla "Scrittura dell'arte. Biografie e autobiografie d'artista dal Cinquecento al Settecento" e a Parigi - Sorbonne nel 2003 su "Arts et littératures aux XIX et XX Siécles". Il contributo affronta il tema della struttura narrativa adoperata da Filerete per la stesura del suo Trattato di architettura; testo copioso, formato di venticinque libri di lunghezza variabile, ordito sotto forma di conversazione a più voci tra i committenti (Francesco Sforza e, a partire dal VII libro, il figlio Gian Galeazzo) e l'architetto (lo stesso Filerete), sullo sfondo di una trama ricca di avventurose battute di caccia e scene conviviali, allestita come si trattasse d'un romanzo cavalleresco. Unitamente a un diffuso gusto dell'evasione e all'uso di espedienti letterari, quali il richiamo frequente a modi di dire, il simbolismo spesso tradotto in metafora architettonica, vengono sottolineati gli aspetti teorici e documentativi del Trattato, facendone una sorta di roman à clef, un romanzo in chiave, nel quale l'attualità della vicenda trattata viene narrata come se si trattasse d'un romanzo. I temi dell'architettura e della città, del disegno e delle fonti antiche vengono presentati dall'Autore sullo sfondo di una trama che mira a divulgare, rendendola partecipativa, la materia narrata. Il dialogo diretto tra architetto e committente, rispettivamente madre e padre dell'architettura, svela una serie di aspetti che, affrontata con toni aulici e colti da altri autori dell'umanesimo rinascimentale, viene qui 'democratizzata' attraverso l'uso della lingua volgare e delle immagini. Una ricognizione sui media divulgativi che mira a collocare nella cultura delle corti rinascimentali la figura professionale dell'architetto chiamato a rivestire nuovi ruoli nell'Europa del Rinascimento.
2015
978-2-86906-383-9
Dialogo
Trattato di architettura
Filarete
Rinascimento
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/360318
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