La ricostruzione della temperatura superficiale del mare (SST) degli ultimi millenni nell'area mediterranea rappresenta un'importante sfida per documentare il possibile legame tra la variabilità del clima del passato e l'ascesa e la caduta delle antiche civiltà. Inoltre, nell'ultimo rapporto dell'IPCC (2018), è emersa l'esigenza di valutare i feedback climatici di episodi passati più caldi di quello attuale (1,5ºC-2°C). In questo contesto, presentiamo la ricostruzione dell'anomalia di SST degli ultimi cinque millenni basata sul rapporto Mg/Ca misurato su Globigerinoides ruber in un record proveniente dal settore occidentale del Canale di Sicilia (SW104-ND11, profondità: 475 m, Mediterraneo centrale). Questo nuovo record è stato confrontato con altri dati SST presenti in letteratura e provenienti da vari settori del Mediterraneo (Mare di Alboran, bacino di Minorca, Mar Egeo, emisfero settentrionale). Questo lavoro si pone l'obiettivo di gettare le basi per la discussione sull'impatto regionale del Periodo Romano e sul suo legame con lo sviluppo socio-economico dell'area Mediterranea. Secondo il record SST Mg/CaG.ruber, le temperature massime dell'Olocene superiore (22,7°C) sono state raggiunte a ca. 424 CE durante il Periodo Romano, dopo un trend generale di riscaldamento iniziato a ca. 3300 BCE interrotto da numerose oscillazioni a breve termine. Dopo il Periodo Romano, il record SST Mg/CaG.ruber presenta un trend di sostanziale raffreddamento che raggiunge i valori minimi di temperatura (18.2°C) a ca. 1673 CE, durante la Piccola Era Glaciale. Durante gli ultimi tre secoli, invece, il record SST Mg/CaG.ruber mostra un trend di riscaldamento fino ad arrivare ai giorni nostri (20.3 °C). Il confronto di questo record con altri dati SST ricostruiti sia su Mg/Ca che su Alkenoni e provenienti da diverse aree del Mediterraneo, supporta l'istaurarsi, in maniera omogenea, di condizioni calde a scala regionale tra il 100 BCE e il 500 CE, e documenta una chiara fase di riscaldamento di ca. 2 °C all'inizio del Periodo Romano, durante il cosiddetto "Roman Climatic Optimum". Questo periodo corrispose, storicamente, ad un importante incremento demografico durante l'Impero Romano. A ca. 600 CE viene, invece, viene registrata una fase di raffreddamento corrispondente all'evento della Late Antique Little Ice Age (LALIA); dopo questo evento, la ricostruzione SST Mg/CaG.ruber documenta la comparsa, a ca. 1180 CE, del famoso Periodo Caldo Medievale. Il raffreddamento associato alla Piccola Era Glaciale si è verificato tra il 1320 CE e ca. 1850 CE con un'anomalia negativa di ca. 2 °C. Il record studiato del Canale di Sicilia termina con un inversione, dal 1850 al 2014 CE, verso un riscaldamento di ca. 1°C probabilmente associato all'inizio del Periodo industriale / Periodo caldo moderno. Questa ricerca è stata sostenuta finanziariamente dal progetto italiano di interesse strategico NEXTDATA (www.nextdataproject.it) e dal progetto 525 (683237) di ERC-TIMED.

Il Periodo Caldo Romano nel Mar Mediterraneo

G Margaritelli;
2019

Abstract

La ricostruzione della temperatura superficiale del mare (SST) degli ultimi millenni nell'area mediterranea rappresenta un'importante sfida per documentare il possibile legame tra la variabilità del clima del passato e l'ascesa e la caduta delle antiche civiltà. Inoltre, nell'ultimo rapporto dell'IPCC (2018), è emersa l'esigenza di valutare i feedback climatici di episodi passati più caldi di quello attuale (1,5ºC-2°C). In questo contesto, presentiamo la ricostruzione dell'anomalia di SST degli ultimi cinque millenni basata sul rapporto Mg/Ca misurato su Globigerinoides ruber in un record proveniente dal settore occidentale del Canale di Sicilia (SW104-ND11, profondità: 475 m, Mediterraneo centrale). Questo nuovo record è stato confrontato con altri dati SST presenti in letteratura e provenienti da vari settori del Mediterraneo (Mare di Alboran, bacino di Minorca, Mar Egeo, emisfero settentrionale). Questo lavoro si pone l'obiettivo di gettare le basi per la discussione sull'impatto regionale del Periodo Romano e sul suo legame con lo sviluppo socio-economico dell'area Mediterranea. Secondo il record SST Mg/CaG.ruber, le temperature massime dell'Olocene superiore (22,7°C) sono state raggiunte a ca. 424 CE durante il Periodo Romano, dopo un trend generale di riscaldamento iniziato a ca. 3300 BCE interrotto da numerose oscillazioni a breve termine. Dopo il Periodo Romano, il record SST Mg/CaG.ruber presenta un trend di sostanziale raffreddamento che raggiunge i valori minimi di temperatura (18.2°C) a ca. 1673 CE, durante la Piccola Era Glaciale. Durante gli ultimi tre secoli, invece, il record SST Mg/CaG.ruber mostra un trend di riscaldamento fino ad arrivare ai giorni nostri (20.3 °C). Il confronto di questo record con altri dati SST ricostruiti sia su Mg/Ca che su Alkenoni e provenienti da diverse aree del Mediterraneo, supporta l'istaurarsi, in maniera omogenea, di condizioni calde a scala regionale tra il 100 BCE e il 500 CE, e documenta una chiara fase di riscaldamento di ca. 2 °C all'inizio del Periodo Romano, durante il cosiddetto "Roman Climatic Optimum". Questo periodo corrispose, storicamente, ad un importante incremento demografico durante l'Impero Romano. A ca. 600 CE viene, invece, viene registrata una fase di raffreddamento corrispondente all'evento della Late Antique Little Ice Age (LALIA); dopo questo evento, la ricostruzione SST Mg/CaG.ruber documenta la comparsa, a ca. 1180 CE, del famoso Periodo Caldo Medievale. Il raffreddamento associato alla Piccola Era Glaciale si è verificato tra il 1320 CE e ca. 1850 CE con un'anomalia negativa di ca. 2 °C. Il record studiato del Canale di Sicilia termina con un inversione, dal 1850 al 2014 CE, verso un riscaldamento di ca. 1°C probabilmente associato all'inizio del Periodo industriale / Periodo caldo moderno. Questa ricerca è stata sostenuta finanziariamente dal progetto italiano di interesse strategico NEXTDATA (www.nextdataproject.it) e dal progetto 525 (683237) di ERC-TIMED.
2019
Roman Period
Foraminifera
Last2k
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/361315
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