Con l'esplosione dei social network, della società digitale, dell'informatizzazione dell'umanità e la dilatazione della comunicazione, si è generata una continua, rapida e progressiva ingegnerizzazione dell'attenzione come perno dello sviluppo delle relazioni private, pubbliche e sociali, su tutti i livelli (commerciale, politico, culturale, cognitivo, ecc...). Con la diffusione capillare di Internet e la penetrazione dei social network a tutti i livelli, da più parti ci si è cominciato a chiedere se la presenza di vari sintomi palesi di una vera e propria crisi intellettuale e cognitiva possa essere in qualche modo collegabile proprio a questa diffusione della rete e dei suoi contenuti. Da qui è derivata la necessità di inquadrare teoricamente e praticamente il problema di una valutazione quali-quantitativa dell'attenzione. Un numero sempre maggiore di commentatori vedono infatti nella dilatazione onnicomprensiva dell'IT e della rete una minaccia reale alle capacità mentali individuali, un'erosione progressiva dell'attenzione e della capacità di concentrazione delle persone con una svalutazione crescente delle risorse cognitive a livelli tali da rendere un numero crescente di persone incapaci di contribuire a pieno allo sviluppo della società. Lo sviluppo di Internet, insomma, procederebbe in modo inversamente proporzionale al grado di attenzione individuale: in definitiva aumentano le connessioni web fra una massa sempre più estesa di utenti inebetiti da uno scarso grado di attenzione e concentrazione. Nel momento in cui le tecnologie digitali sono riuscite a penetrare in profondità nelle coscienze individuali e nell'immaginario popolare (andando ben oltre quindi la mera dimensione dell'usabilità ed utilizzo pratico di tali strumenti), sin dai primi anni 90 si è sviluppato un vero e proprio mercato dell'attenzione come focus dell'economia dell'attenzione. Ciò è avvenuto perché l'attenzione è diventata via via una risorsa complessa e soprattutto scarsa. Pertanto all'interno dell'economia della comunicazione la quantità di informazione è abbondante ma l'attenzione appare come una risorsa scarsa delineando quindi i contorni di forme di "capitalismo cognitivo".
Economia e mercato dell'attenzione
Cannarella C;Piccioni V
2020
Abstract
Con l'esplosione dei social network, della società digitale, dell'informatizzazione dell'umanità e la dilatazione della comunicazione, si è generata una continua, rapida e progressiva ingegnerizzazione dell'attenzione come perno dello sviluppo delle relazioni private, pubbliche e sociali, su tutti i livelli (commerciale, politico, culturale, cognitivo, ecc...). Con la diffusione capillare di Internet e la penetrazione dei social network a tutti i livelli, da più parti ci si è cominciato a chiedere se la presenza di vari sintomi palesi di una vera e propria crisi intellettuale e cognitiva possa essere in qualche modo collegabile proprio a questa diffusione della rete e dei suoi contenuti. Da qui è derivata la necessità di inquadrare teoricamente e praticamente il problema di una valutazione quali-quantitativa dell'attenzione. Un numero sempre maggiore di commentatori vedono infatti nella dilatazione onnicomprensiva dell'IT e della rete una minaccia reale alle capacità mentali individuali, un'erosione progressiva dell'attenzione e della capacità di concentrazione delle persone con una svalutazione crescente delle risorse cognitive a livelli tali da rendere un numero crescente di persone incapaci di contribuire a pieno allo sviluppo della società. Lo sviluppo di Internet, insomma, procederebbe in modo inversamente proporzionale al grado di attenzione individuale: in definitiva aumentano le connessioni web fra una massa sempre più estesa di utenti inebetiti da uno scarso grado di attenzione e concentrazione. Nel momento in cui le tecnologie digitali sono riuscite a penetrare in profondità nelle coscienze individuali e nell'immaginario popolare (andando ben oltre quindi la mera dimensione dell'usabilità ed utilizzo pratico di tali strumenti), sin dai primi anni 90 si è sviluppato un vero e proprio mercato dell'attenzione come focus dell'economia dell'attenzione. Ciò è avvenuto perché l'attenzione è diventata via via una risorsa complessa e soprattutto scarsa. Pertanto all'interno dell'economia della comunicazione la quantità di informazione è abbondante ma l'attenzione appare come una risorsa scarsa delineando quindi i contorni di forme di "capitalismo cognitivo".I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.