Il lavoro ricostruisce pur in sintesi, la storia dei terrazzamenti della Liguria, detti fasce in gergo locale, dalle prime tracce archeologiche fino alla grande espansione del paesaggio terrazzato avvenuta, in particolare nel Ponente ligure , dalla dominazione francese fino alla metà dell'Ottocento. Una plurisecolare e ininterrotta attività di costruzione di un paesaggio naturale, che ha caratterizzato molti tratti di una piccola ma interessante regione per la sua complessa geologia. Una serie di muri in pietra a secco di varie forme e dimensioni sono stati eretti da contadini-costruttori, per ottenere spazi coltivabili lungo i versanti, per creare ripiani-campi artificiali con pietre e terra ricavate sul posto o portate anche da lontano. Una delle forme di antropizzazione più antiche ed evidenti del territorio, per permettere un'attività agricola altrimenti impensabile, tale da rendere vivibili luoghi anche di difficile accesso. Tuttavia è stata una storia che non troviamo sui libri, una storia semplice, di una massa indefinita di contadini rimasta anonima e che si è manifestata materialmente, attraverso un sapere tecnico empirico, dimostratosi valido, in quanto le fasce sono giunte fino ai nostri giorni in buon stato almeno fino ai recenti dissesti, particolarmente evidenti in questi ultimi decenni, da richiamare una forte attenzione e la necessità di interventi di ripristino dei muri non più rinviabili per evitare appunto, perdita irreversibile di terreno agricolo di maggiore portata. E' stata riscoperta la figura professionale del contadino-costruttore ligure, portatore di un saper fare apparentemente semplice, che lo ha visto impegnato sui campi in un ulteriore faticoso lavoro: quello della continua manutenzione specie dopo le forti piogge e all'occorrenza la ricostruzione-costruzione dei muri a secco delle fasce. Il capitolo, nel ricostruirne con difficoltà la storia nella consultazione-visione delle varie fonti tradizionali e materiali (con indagini sul campo) evidenzia come i terrazzamenti liguri sono un prodotto culturale, di storie di vita contadina, di amore e forte legame per la propria terra, spazi di biodiversità, di antiche varietà,... dove è possibile, attraverso il recupero delle artificiali terrazze, riprendere una nuova agricoltura multifunzionale, anche se il percorso verso questa scelta possibile è ancora arduo. Occorre infatti recuperare anzitutto, quel sapere tecnico tradizionale che pochi contadini e artigiani della pietra ancora conservano e che permetterà continuità al paesaggio terrazzato.

Intorno alla storia dei terrazzamenti liguri

Giovanni Ghiglione
2018

Abstract

Il lavoro ricostruisce pur in sintesi, la storia dei terrazzamenti della Liguria, detti fasce in gergo locale, dalle prime tracce archeologiche fino alla grande espansione del paesaggio terrazzato avvenuta, in particolare nel Ponente ligure , dalla dominazione francese fino alla metà dell'Ottocento. Una plurisecolare e ininterrotta attività di costruzione di un paesaggio naturale, che ha caratterizzato molti tratti di una piccola ma interessante regione per la sua complessa geologia. Una serie di muri in pietra a secco di varie forme e dimensioni sono stati eretti da contadini-costruttori, per ottenere spazi coltivabili lungo i versanti, per creare ripiani-campi artificiali con pietre e terra ricavate sul posto o portate anche da lontano. Una delle forme di antropizzazione più antiche ed evidenti del territorio, per permettere un'attività agricola altrimenti impensabile, tale da rendere vivibili luoghi anche di difficile accesso. Tuttavia è stata una storia che non troviamo sui libri, una storia semplice, di una massa indefinita di contadini rimasta anonima e che si è manifestata materialmente, attraverso un sapere tecnico empirico, dimostratosi valido, in quanto le fasce sono giunte fino ai nostri giorni in buon stato almeno fino ai recenti dissesti, particolarmente evidenti in questi ultimi decenni, da richiamare una forte attenzione e la necessità di interventi di ripristino dei muri non più rinviabili per evitare appunto, perdita irreversibile di terreno agricolo di maggiore portata. E' stata riscoperta la figura professionale del contadino-costruttore ligure, portatore di un saper fare apparentemente semplice, che lo ha visto impegnato sui campi in un ulteriore faticoso lavoro: quello della continua manutenzione specie dopo le forti piogge e all'occorrenza la ricostruzione-costruzione dei muri a secco delle fasce. Il capitolo, nel ricostruirne con difficoltà la storia nella consultazione-visione delle varie fonti tradizionali e materiali (con indagini sul campo) evidenzia come i terrazzamenti liguri sono un prodotto culturale, di storie di vita contadina, di amore e forte legame per la propria terra, spazi di biodiversità, di antiche varietà,... dove è possibile, attraverso il recupero delle artificiali terrazze, riprendere una nuova agricoltura multifunzionale, anche se il percorso verso questa scelta possibile è ancora arduo. Occorre infatti recuperare anzitutto, quel sapere tecnico tradizionale che pochi contadini e artigiani della pietra ancora conservano e che permetterà continuità al paesaggio terrazzato.
2018
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
978-88-7970-897-5
storia
paesaggio terrazzato
saper fare
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/362765
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