La geologia dMezzo secolo, fa sul volume VIII (1969) della rivista «Geologica Romana», fondata e diretta da Bruno Accordi, fu pubblicata una monumentale monografia dal titolo IDROGEOLOGIA DELL'ALTO BACINO DEL LIRI (APPENNINO CENTRALE), RICERCHE GEOLOGICHE, CLIMATICHE, IDROLOGICHE, VEGETAZIONALI, GEOMORFICHE E SISTEMATORIE. Ideatore e coordinatore dello studio fu lo stesso Accordi, all'epoca Direttore dell'Istituto di Geologia e Paleontologia dell'Università degli Studi di Roma «La Sapienza», coautori un gruppo di giovani ricercatori di diversa estrazione (geologi, agronomi, botanici, ingegneri), molti dei quali suoi allievi: Antonello Angelucci, Giancarlo Avena, Fabio Bernardini, Carlo Felice Boni, Franco Bruno, Marco Cercato, Bruno Coppola, Giovanni Fiore, Renato Funiciello, Giovanni Giglio, Giovanni Battista La Monica, Elvidio Lupia Palmieri, Bruno Mattioli, Maurizio Parotto. Alcuni di loro stavano iniziando la carriera accademica, specializzandosi nel campo geologico, in quello botanico-vegetazionale e in quello dell' ingegneria civile; altri invece si sarebbero avviati in breve ad affrontare quegli stessi temi come funzionari di Enti Pubblici o come liberi professionisti. Quella pubblicazione, che rappresenta ancora adesso un "testo sacro" della geologia pratica moderna, fu scritta con un intento quasi provocatorio nei confronti dell'establishment dell'epoca, che gestiva le questioni ambientali secondo regole che non contemplavano le Scienze della Terra, ancora in una "condizione esistenziale" di minorità. Da un punto di vista storico la monografia rappresenta perciò sicuramente a livello italiano- ma forse anche internazionale- un manifesto rivoluzionario di 'geologia futurista', scritto peraltro nei tempi della 'rivoluzione culturale', il quale precorse di un trentennio (la «legge Sarno» è del 1998) l'approccio sistematico a scala di bacino degli studi per il governo del territorio e per la prevenzione delle catastrofi idrogeologiche. Con quell'esperienza, una nuova fase di "rinascimento geologico" prendeva forma nella Capitale, cento anni dopo la nascita della Scuola Geologica Romana per opera del capostipite Giuseppe Ponzi nella seconda metà del XIX secolo. Dalla leva di giovani allievi di Accordi sarebbe infatti enucleata presso «La Sapienza», nei decenni a seguire, una nuova e moderna scuola, differenziatasi progressivamente in diversi settori specialistici di ricerca di base e applicata al territorio- dalla geologia stratigrafica alla sedimentologia, dalla geomorfologia all'idrogeologia e alla geologia applicata, dalla geologia strutturale alla botanica e all'ecologia vegetale- il cui contributo sarebbe stato fondamentale per guidare la comunità geologica tecnico-scientifico italiana verso il nuovo millennio. A 50 anni dalla pubblicazione dello studio, il convegno si propone pertanto di celebrare una tappa fondamentale del progresso delle Geoscienze italiane, ma anche di ribadire l'importanza della consapevolezza storica del sapere scientifico. Il contributo che la cultura geologica può fornire agli Enti preposti al governo del territorio è fondamentale; il futuro delle tecnoscienze non può perciò prescindere da una corale e paritetica collaborazione tra specialisti di diversa estrazione disciplinare, uniti dalla consapevolezza che il loro sapere è un bene pubblico, proprio come anticipato 50 anni fa nello studio della Valle del Liri. Ancora una volta, capovolgendo il principio dell'attualismo, il passato viene in soccorso come chiave del presente e del futuro.ella Val roveto
La geologia della Val Roveto, oltre un secolo di ricerche
M Sirna
2019
Abstract
La geologia dMezzo secolo, fa sul volume VIII (1969) della rivista «Geologica Romana», fondata e diretta da Bruno Accordi, fu pubblicata una monumentale monografia dal titolo IDROGEOLOGIA DELL'ALTO BACINO DEL LIRI (APPENNINO CENTRALE), RICERCHE GEOLOGICHE, CLIMATICHE, IDROLOGICHE, VEGETAZIONALI, GEOMORFICHE E SISTEMATORIE. Ideatore e coordinatore dello studio fu lo stesso Accordi, all'epoca Direttore dell'Istituto di Geologia e Paleontologia dell'Università degli Studi di Roma «La Sapienza», coautori un gruppo di giovani ricercatori di diversa estrazione (geologi, agronomi, botanici, ingegneri), molti dei quali suoi allievi: Antonello Angelucci, Giancarlo Avena, Fabio Bernardini, Carlo Felice Boni, Franco Bruno, Marco Cercato, Bruno Coppola, Giovanni Fiore, Renato Funiciello, Giovanni Giglio, Giovanni Battista La Monica, Elvidio Lupia Palmieri, Bruno Mattioli, Maurizio Parotto. Alcuni di loro stavano iniziando la carriera accademica, specializzandosi nel campo geologico, in quello botanico-vegetazionale e in quello dell' ingegneria civile; altri invece si sarebbero avviati in breve ad affrontare quegli stessi temi come funzionari di Enti Pubblici o come liberi professionisti. Quella pubblicazione, che rappresenta ancora adesso un "testo sacro" della geologia pratica moderna, fu scritta con un intento quasi provocatorio nei confronti dell'establishment dell'epoca, che gestiva le questioni ambientali secondo regole che non contemplavano le Scienze della Terra, ancora in una "condizione esistenziale" di minorità. Da un punto di vista storico la monografia rappresenta perciò sicuramente a livello italiano- ma forse anche internazionale- un manifesto rivoluzionario di 'geologia futurista', scritto peraltro nei tempi della 'rivoluzione culturale', il quale precorse di un trentennio (la «legge Sarno» è del 1998) l'approccio sistematico a scala di bacino degli studi per il governo del territorio e per la prevenzione delle catastrofi idrogeologiche. Con quell'esperienza, una nuova fase di "rinascimento geologico" prendeva forma nella Capitale, cento anni dopo la nascita della Scuola Geologica Romana per opera del capostipite Giuseppe Ponzi nella seconda metà del XIX secolo. Dalla leva di giovani allievi di Accordi sarebbe infatti enucleata presso «La Sapienza», nei decenni a seguire, una nuova e moderna scuola, differenziatasi progressivamente in diversi settori specialistici di ricerca di base e applicata al territorio- dalla geologia stratigrafica alla sedimentologia, dalla geomorfologia all'idrogeologia e alla geologia applicata, dalla geologia strutturale alla botanica e all'ecologia vegetale- il cui contributo sarebbe stato fondamentale per guidare la comunità geologica tecnico-scientifico italiana verso il nuovo millennio. A 50 anni dalla pubblicazione dello studio, il convegno si propone pertanto di celebrare una tappa fondamentale del progresso delle Geoscienze italiane, ma anche di ribadire l'importanza della consapevolezza storica del sapere scientifico. Il contributo che la cultura geologica può fornire agli Enti preposti al governo del territorio è fondamentale; il futuro delle tecnoscienze non può perciò prescindere da una corale e paritetica collaborazione tra specialisti di diversa estrazione disciplinare, uniti dalla consapevolezza che il loro sapere è un bene pubblico, proprio come anticipato 50 anni fa nello studio della Valle del Liri. Ancora una volta, capovolgendo il principio dell'attualismo, il passato viene in soccorso come chiave del presente e del futuro.ella Val rovetoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.