Nel corso di questi ultimi anni sono stati condotti diversi progetti di ricerca riguardanti lo studio delle proprietà biogeochimiche dei sedimenti superficiali dell'Adriatico e in misura minore dello Ionio (PRISMA1, PITAGEM, VECTOR, CASE, PERSEUS). In particolare, in questi progetti, sono stati studiati i processi di diagenesi precoce e misurati o calcolati, i flussi di sostanze disciolte all'interfaccia acqua-sedimento e le composizioni granulometrica, mineralogica e biogeochimica dei sedimenti superficiali e sub-superficiali. L'insieme delle varie ricerche ha permesso di arrivare alla definizione di facies biogeochimiche e di aree con caratteristiche diagenetiche omogenee in questi due mari. Complessivamente sono state individuate aree con diversi processi di diagenesi precoce e flussi bentici dovute ai diversi input di materiale particolato e disciolto, alla distanza dalle principali sorgenti di particolato, alla composizione mineralogica e granulometrica del sedimento del fondale, al contenuto di sostanza organica e alla profondità. Generalmente i processi di diagenesi precoce diminuiscono di intensità allontanandosi dalle foci dei fiumi e cambiano in ragione di diversi domini geologici e fisiografici (Fig. 1). L'insieme dei processi di diagenesi precoce e l'entità dei flussi bentici ha permesso di individuare aree con diversa reattività geochimica che nell'alto Adriatico tende a diminuire allontanandosi dalle foci del fiume Po (Fig. 1). I parametri granulometrici, mineralogici e biogeochimici hanno inoltre permesso di individuare quattro facies nell'Adriatico centro-settentrionale caratterizzate da proprietà e genesi differenti. Le cartografie prodotte possono essere utilizzate per la gestione delle attività antropiche che interagiscono, direttamente o indirettamente, con i fondali marini e, anche, per prevedere i potenziali impatti di tali attività. Esse possono essere usate per definire il potenziale rilascio di sostanze contaminanti dai fondali alla colonna d'acqua, oppure per valutare i valori di background di sostanze chimiche e di flussi bentici da utilizzare come soglie nel monitoraggio dei fondali adibiti a funzioni particolari come lo stoccaggio geologico dell'anidride carbonica o lo sversamento dei materiali di dragaggio dei porti.

Processi e propriet? biogeochimici dei fondali del Mar Adriatico e Mar Ionio.

Spagnoli F;
2016

Abstract

Nel corso di questi ultimi anni sono stati condotti diversi progetti di ricerca riguardanti lo studio delle proprietà biogeochimiche dei sedimenti superficiali dell'Adriatico e in misura minore dello Ionio (PRISMA1, PITAGEM, VECTOR, CASE, PERSEUS). In particolare, in questi progetti, sono stati studiati i processi di diagenesi precoce e misurati o calcolati, i flussi di sostanze disciolte all'interfaccia acqua-sedimento e le composizioni granulometrica, mineralogica e biogeochimica dei sedimenti superficiali e sub-superficiali. L'insieme delle varie ricerche ha permesso di arrivare alla definizione di facies biogeochimiche e di aree con caratteristiche diagenetiche omogenee in questi due mari. Complessivamente sono state individuate aree con diversi processi di diagenesi precoce e flussi bentici dovute ai diversi input di materiale particolato e disciolto, alla distanza dalle principali sorgenti di particolato, alla composizione mineralogica e granulometrica del sedimento del fondale, al contenuto di sostanza organica e alla profondità. Generalmente i processi di diagenesi precoce diminuiscono di intensità allontanandosi dalle foci dei fiumi e cambiano in ragione di diversi domini geologici e fisiografici (Fig. 1). L'insieme dei processi di diagenesi precoce e l'entità dei flussi bentici ha permesso di individuare aree con diversa reattività geochimica che nell'alto Adriatico tende a diminuire allontanandosi dalle foci del fiume Po (Fig. 1). I parametri granulometrici, mineralogici e biogeochimici hanno inoltre permesso di individuare quattro facies nell'Adriatico centro-settentrionale caratterizzate da proprietà e genesi differenti. Le cartografie prodotte possono essere utilizzate per la gestione delle attività antropiche che interagiscono, direttamente o indirettamente, con i fondali marini e, anche, per prevedere i potenziali impatti di tali attività. Esse possono essere usate per definire il potenziale rilascio di sostanze contaminanti dai fondali alla colonna d'acqua, oppure per valutare i valori di background di sostanze chimiche e di flussi bentici da utilizzare come soglie nel monitoraggio dei fondali adibiti a funzioni particolari come lo stoccaggio geologico dell'anidride carbonica o lo sversamento dei materiali di dragaggio dei porti.
2016
Istituto di Scienze Marine - ISMAR
Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine - IRBIM
benthic fluxes
early diagenesis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/365809
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