Le tecniche di digitalizzazione 3D si sono fatte largo prepotentemente nel campo dei beni culturali. Dalle prime sperimentazioni dell'utilizzo di modelli 3D di due decenni fa, si è arrivati oggi ad una ampia diffusione e democratizzazione di queste tecnologie, fino a poter dire che la digitalizzazione 3D è uno strumento ormai essenziale nella maggior parte dei progetti di conservazione, restauro, documentazione e studio dei beni culturali. Nell'ultimo periodo, poi, anche le tecnologie di riproduzione fisica da modelli 3D (3D printing e la prototipazione rapida) stanno entrando nella routine di queste tipologie di azione. Un aspetto chiave dei modelli digitali 3D risiede nella loro "doppia natura": -i modelli 3D sono pura informazione numerica e geometrica, sono fatti, cioè, di numeri che rappresentano le misure e la forma di un oggetto fisico. Hanno dunque proprietà metriche, e le misure in essi contenute possono essere usate per calcoli tecnici, documentazione, simulazione e riproduzione fisica; -i modelli 3D però hanno anche un aspetto "visuale", cioè possono essere visualizzati e disegnati a schermo formando immagini che, visivamente, corrispondono alla percezione che noi avremmo davanti all'oggetto reale (specialmente quando il modello 3D geometrico è corredato anche di informazione di tessitura o colore). Questa doppia natura unisce una precisione, una scientificità del dato, alla possibilità di interagire con esso in maniera naturale, come faremmo con l'oggetto reale. Se è vero che nelle prime sperimentazioni, i modelli 3D sono stati utilizzati solamente come fonte di misure e di dati, oppure solo come "gadget visuale" per presentare al pubblico l'oggetto d'arte, possiamo dire che oggi, con il progredire delle tecnologie, e soprattutto con la definizione di protocolli di lavoro più completi, questi due aspetti riescono ad essere sfruttati appieno in maniera congiunta. In questo lavoro, per l'appunto, è stato possibile sfruttare appieno le potenzialità del media digitale 3D, sia dal punto di vista scientifico-documentale, che come strumento di disseminazione e di coinvolgimento del pubblico.

Rilievo 3D di Alchimia, ed uso dei modelli 3D per studio e divulgazione

Callieri M;Dellepiane M;Pingi P;Potenziani M;Scopigno R
2019

Abstract

Le tecniche di digitalizzazione 3D si sono fatte largo prepotentemente nel campo dei beni culturali. Dalle prime sperimentazioni dell'utilizzo di modelli 3D di due decenni fa, si è arrivati oggi ad una ampia diffusione e democratizzazione di queste tecnologie, fino a poter dire che la digitalizzazione 3D è uno strumento ormai essenziale nella maggior parte dei progetti di conservazione, restauro, documentazione e studio dei beni culturali. Nell'ultimo periodo, poi, anche le tecnologie di riproduzione fisica da modelli 3D (3D printing e la prototipazione rapida) stanno entrando nella routine di queste tipologie di azione. Un aspetto chiave dei modelli digitali 3D risiede nella loro "doppia natura": -i modelli 3D sono pura informazione numerica e geometrica, sono fatti, cioè, di numeri che rappresentano le misure e la forma di un oggetto fisico. Hanno dunque proprietà metriche, e le misure in essi contenute possono essere usate per calcoli tecnici, documentazione, simulazione e riproduzione fisica; -i modelli 3D però hanno anche un aspetto "visuale", cioè possono essere visualizzati e disegnati a schermo formando immagini che, visivamente, corrispondono alla percezione che noi avremmo davanti all'oggetto reale (specialmente quando il modello 3D geometrico è corredato anche di informazione di tessitura o colore). Questa doppia natura unisce una precisione, una scientificità del dato, alla possibilità di interagire con esso in maniera naturale, come faremmo con l'oggetto reale. Se è vero che nelle prime sperimentazioni, i modelli 3D sono stati utilizzati solamente come fonte di misure e di dati, oppure solo come "gadget visuale" per presentare al pubblico l'oggetto d'arte, possiamo dire che oggi, con il progredire delle tecnologie, e soprattutto con la definizione di protocolli di lavoro più completi, questi due aspetti riescono ad essere sfruttati appieno in maniera congiunta. In questo lavoro, per l'appunto, è stato possibile sfruttare appieno le potenzialità del media digitale 3D, sia dal punto di vista scientifico-documentale, che come strumento di disseminazione e di coinvolgimento del pubblico.
2019
Istituto di Scienza e Tecnologie dell'Informazione "Alessandro Faedo" - ISTI
978-88-7970-806-7
Digitalizzazione 3D
Alchimia di Jackson Pollock
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