La burocrazia in Italia è considerata da tutti come uno dei fattori principali del blocco degli investimenti e causa di freno allo sviluppo. Le grandi imprese nazionali ed estere non investono per mancanza di certezze sull'esito e sui tempi delle procedure amministrative autorizzatorie. Ciò è frutto, come si è visto nei precedenti capitoli, non tanto della normativa quanto piuttosto di un'applicazione eccessivamente formalistica di essa, permeata dal timore dei dirigenti e funzionari della P.A. di incorrere in responsabilità di vario genere. Anzi, l'impianto normativo ancora si fonda sui principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione, secondo i dettami del principio di aziendalizzazione della P.A. introdotto dalle riforme degli anni '90. A questo fa però da contraltare, di fatto, un eccesso di formalismo nell'operatività della P.A. che trova sostanzialmente la sua ragion d'essere in due fattori determinanti : 1) il clima molto negativo nei confronti della P.A. da parte dell'opinione pubblica, alimentato dai continui episodi di corruzione e avallato da una comunicazione distorta ("fannulloni", "tornelli", "sprechi", ecc.); 2) l'azione inquisitoria diffusa delle Procure, sia quelle Penali che quelle della Corte dei Conti, sicuramente legittima ed imposta dai quotidiani episodi di corruttela, ma altrettanto certamente in grado di condizionare il modo di operare dell'intero apparato amministrativo pubblico, laddove, come purtroppo di frequente accade, l'azione colpisca dirigenti e funzionari onesti e capaci. La conseguenza che ne deriva è una generalizzata tendenza, soprattutto nei casi in cui si fa ricorso all'interpretazione o alla discrezionalità amministrativa, a "negare" provvedimenti favorevoli ai privati, per timore di restare invischiati in qualche inchiesta o azione di responsabilità. In tal modo, paradossalmente, si produce un humus favorevole ai percorsi amministrativi illeciti e, quindi, alla corruzione. Si è proceduto, quindi, alla elaborazione di proposte alternative di realizzazione dei principi e dei valori sottesi alla semplificazione amministrativa, in vista della rimozione degli ostacoli allo sviluppo, mediante esplorazione di soluzioni compatibili con il quadro normativo delineato ovvero di itinerari de iure condendo, volti alla efficace e reale attuazione della semplificazione amministrativa, partendo dalla proposta di revisione del sistema di gestione e controllo all'interno della P.A. Il modello di gestione esalta la parte normativa fondata sui principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione, mentre il controllo proposto si ispira a quello degli audit della Commissione Europea per la verifica dei programmi operativi nazionali
Proposte di revisione del sistema di gestione e controllo della P.A., in S. Capezzuto e N. Rampazzo, Lo stato di attuazione della semplificazione amministrativa e le persistenti difficoltà delle imprese. Proposta di revisione del sistema di gestione e controllo della P.A.
Salvatore Capezzuto
2018
Abstract
La burocrazia in Italia è considerata da tutti come uno dei fattori principali del blocco degli investimenti e causa di freno allo sviluppo. Le grandi imprese nazionali ed estere non investono per mancanza di certezze sull'esito e sui tempi delle procedure amministrative autorizzatorie. Ciò è frutto, come si è visto nei precedenti capitoli, non tanto della normativa quanto piuttosto di un'applicazione eccessivamente formalistica di essa, permeata dal timore dei dirigenti e funzionari della P.A. di incorrere in responsabilità di vario genere. Anzi, l'impianto normativo ancora si fonda sui principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione, secondo i dettami del principio di aziendalizzazione della P.A. introdotto dalle riforme degli anni '90. A questo fa però da contraltare, di fatto, un eccesso di formalismo nell'operatività della P.A. che trova sostanzialmente la sua ragion d'essere in due fattori determinanti : 1) il clima molto negativo nei confronti della P.A. da parte dell'opinione pubblica, alimentato dai continui episodi di corruzione e avallato da una comunicazione distorta ("fannulloni", "tornelli", "sprechi", ecc.); 2) l'azione inquisitoria diffusa delle Procure, sia quelle Penali che quelle della Corte dei Conti, sicuramente legittima ed imposta dai quotidiani episodi di corruttela, ma altrettanto certamente in grado di condizionare il modo di operare dell'intero apparato amministrativo pubblico, laddove, come purtroppo di frequente accade, l'azione colpisca dirigenti e funzionari onesti e capaci. La conseguenza che ne deriva è una generalizzata tendenza, soprattutto nei casi in cui si fa ricorso all'interpretazione o alla discrezionalità amministrativa, a "negare" provvedimenti favorevoli ai privati, per timore di restare invischiati in qualche inchiesta o azione di responsabilità. In tal modo, paradossalmente, si produce un humus favorevole ai percorsi amministrativi illeciti e, quindi, alla corruzione. Si è proceduto, quindi, alla elaborazione di proposte alternative di realizzazione dei principi e dei valori sottesi alla semplificazione amministrativa, in vista della rimozione degli ostacoli allo sviluppo, mediante esplorazione di soluzioni compatibili con il quadro normativo delineato ovvero di itinerari de iure condendo, volti alla efficace e reale attuazione della semplificazione amministrativa, partendo dalla proposta di revisione del sistema di gestione e controllo all'interno della P.A. Il modello di gestione esalta la parte normativa fondata sui principi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione, mentre il controllo proposto si ispira a quello degli audit della Commissione Europea per la verifica dei programmi operativi nazionaliI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


