Questo libro dell'ing. Mauro Solari, è il risultato della rielaborazione e di ulteriori approfondimenti alla sua tesi di Laurea triennale in Storia dal titolo: "L'antica siderurgia: il caso della ferriera alla genovese", presso l'Università degli Studi di Genova, A. A. 2015/2016, che viene ulteriormente arricchito dalle particolari conoscenze geologiche e minerarie del dott. Giuseppe Pipino, Direttore del Museo Storico dell'Oro Italiano (Ovada) dopo una lunga serie di riflessioni e discussioni sul tema. La mia prefazione si spiega in quanto ho seguito il lavoro nel precedente svolgimento della tesi di Laurea come Coeferente esterno, nel fornire utile documentazione alle ricerche dell'autore sulle antiche ferriere genovesi, essendo all'epoca il CSST del CNR, tra i primi Enti di ricerca se non il primo a livello locale, ad esplorare tale argomento. In effetti, nei primi anni Settanta il Centro di Studio sulla Storia della Tecnica del CNR, sotto la guida del prof. Carlo Maccagni, aprì una tradizione di studi sulla Storia delle Tecniche, un argomento poco noto nel panorama culturale italiano; tutt'al più si parlava di scoperte ed invenzioni. Tra le linee di ricerca della nuova disciplina attivate in quegli anni, gli antichi impianti di produzione del ferro sull'Appennino genovese furono oggetto di indagini specifiche, su una diversificata pluralità di fonti, dalle tradizionali fonti d'archivio a quelle specificatamente più tecniche. (Linea di ricerca: "La siderurgia ligure d'antico regime (secc. XV-XIX): tecnica, insediamento, linguaggio) Gli studi condotti si rivolsero in particolare a: modo di riduzione del minerale, sostanzialmente basato fino all'Ottocento sulla tecnica di lavorazione del basso fuoco; innovazioni tecniche-tecnologiche, dai mantici alla tromba idroeolica, alla modifica della composizione della carica; geografia degli insediamenti e di uso delle risorse, sollevando problemi di sfruttamento del bosco, che rimanda alla pratica delle carbonaie; organizzazione commerciale e produttiva del sistema ferriere, dalla Maona alla formazione di nuovi gruppi socio-economici che riassumevano capacità tecniche e imprenditoriali e che hanno fatto fortuna nel mondo delle ferriere; relazioni con le comunità locali, segnandone profondamente le condizioni di vita e di lavoro, come Masone, Rossiglione e Sassello per ricordarne alcune; movimento-migrazione della manodopera, in sostanza dei pratici mossi sulla spinta di sollecitazioni e aspirazioni diverse e gruppo sociale subalterno, capace però di assicurare la produzione materiale, decisiva per le strategie imprenditoriali, politiche e militari dei gruppi dominanti. Il sistema ferriere venne studiato nei minimi dettagli ricostruendo, nelle possibilità delle fonti esplorate, quell'indotto funzionante, considerando percorsi, tempi, mezzi, relazioni e uomini senza trascurare alterne vicende legate a differenti imposizioni fiscali, gabelle, guerre ed eventi naturali estremi (siccità, inondazioni). Si ricorda che i primi studi che aprono il n. 1 dei QUADERNI del Centro di Studio sulla Storia della Tecnica del CNR (Genova, Ottobre 1977), sono di M. CALEGARI, Il basso fuoco alla genovese: insediamento, tecnica, fortuna (sec. XIII-XVIII) e M. T. Bartolomei, La ferriera De Ferrari di Voltaggio (sec. XVIII). I numerosi studi condotti hanno dimostrato che la tecnica di produzione del basso fuoco delle ferriere genovesi dell'Appennino Ligure-Piemontese si diffuse nel Mediterraneo Occidentale, nei Paesi Baschi e nell'Area Pirenaica sopravvivendo fino all'Ottocento affiancandosi al metodo della riduzione indiretta basata sull'altoforno. Due tecniche empiriche di una certa complessità, entrambe valide, complementari e sinergiche tra loro. Alla lunga, vasta e profonda escursione storica sulla produzione delle antiche ferriere operanti principalmente sull'Appennino genovese, l'autore esamina alcune questioni, in particolare: evoluzione dei sistemi di produzione; terminologia ferro o acciaio ?; rivisitazione di alcune conclusioni che erano state date ed evidenziando anche che la siderurgica non fu generata dalle moderne conoscenze della scienza dei metalli, ma "arte del fuoco", risultato di una continua attività empirica nel suo procedere per prove ed errori. L'autore infine esamina i vantaggi ambientali della riduzione diretta che potrebbero esserci in futuro nei moderni impianti di produzione dell'acciaio, che ultimamente vengono rivalutati; una sorta di ritorno alle origini. Ma rimandiamo il lettore interessato, ai maggiori dettagli che il volume presenta.
La produzione dell'acciaio e la ferriera alla genovese: divergenze storiche e convergenze future. Breve storia della produzione del ferro e dell'acciaio dalle origini ad oggi
Ghiglione Giovanni
2018
Abstract
Questo libro dell'ing. Mauro Solari, è il risultato della rielaborazione e di ulteriori approfondimenti alla sua tesi di Laurea triennale in Storia dal titolo: "L'antica siderurgia: il caso della ferriera alla genovese", presso l'Università degli Studi di Genova, A. A. 2015/2016, che viene ulteriormente arricchito dalle particolari conoscenze geologiche e minerarie del dott. Giuseppe Pipino, Direttore del Museo Storico dell'Oro Italiano (Ovada) dopo una lunga serie di riflessioni e discussioni sul tema. La mia prefazione si spiega in quanto ho seguito il lavoro nel precedente svolgimento della tesi di Laurea come Coeferente esterno, nel fornire utile documentazione alle ricerche dell'autore sulle antiche ferriere genovesi, essendo all'epoca il CSST del CNR, tra i primi Enti di ricerca se non il primo a livello locale, ad esplorare tale argomento. In effetti, nei primi anni Settanta il Centro di Studio sulla Storia della Tecnica del CNR, sotto la guida del prof. Carlo Maccagni, aprì una tradizione di studi sulla Storia delle Tecniche, un argomento poco noto nel panorama culturale italiano; tutt'al più si parlava di scoperte ed invenzioni. Tra le linee di ricerca della nuova disciplina attivate in quegli anni, gli antichi impianti di produzione del ferro sull'Appennino genovese furono oggetto di indagini specifiche, su una diversificata pluralità di fonti, dalle tradizionali fonti d'archivio a quelle specificatamente più tecniche. (Linea di ricerca: "La siderurgia ligure d'antico regime (secc. XV-XIX): tecnica, insediamento, linguaggio) Gli studi condotti si rivolsero in particolare a: modo di riduzione del minerale, sostanzialmente basato fino all'Ottocento sulla tecnica di lavorazione del basso fuoco; innovazioni tecniche-tecnologiche, dai mantici alla tromba idroeolica, alla modifica della composizione della carica; geografia degli insediamenti e di uso delle risorse, sollevando problemi di sfruttamento del bosco, che rimanda alla pratica delle carbonaie; organizzazione commerciale e produttiva del sistema ferriere, dalla Maona alla formazione di nuovi gruppi socio-economici che riassumevano capacità tecniche e imprenditoriali e che hanno fatto fortuna nel mondo delle ferriere; relazioni con le comunità locali, segnandone profondamente le condizioni di vita e di lavoro, come Masone, Rossiglione e Sassello per ricordarne alcune; movimento-migrazione della manodopera, in sostanza dei pratici mossi sulla spinta di sollecitazioni e aspirazioni diverse e gruppo sociale subalterno, capace però di assicurare la produzione materiale, decisiva per le strategie imprenditoriali, politiche e militari dei gruppi dominanti. Il sistema ferriere venne studiato nei minimi dettagli ricostruendo, nelle possibilità delle fonti esplorate, quell'indotto funzionante, considerando percorsi, tempi, mezzi, relazioni e uomini senza trascurare alterne vicende legate a differenti imposizioni fiscali, gabelle, guerre ed eventi naturali estremi (siccità, inondazioni). Si ricorda che i primi studi che aprono il n. 1 dei QUADERNI del Centro di Studio sulla Storia della Tecnica del CNR (Genova, Ottobre 1977), sono di M. CALEGARI, Il basso fuoco alla genovese: insediamento, tecnica, fortuna (sec. XIII-XVIII) e M. T. Bartolomei, La ferriera De Ferrari di Voltaggio (sec. XVIII). I numerosi studi condotti hanno dimostrato che la tecnica di produzione del basso fuoco delle ferriere genovesi dell'Appennino Ligure-Piemontese si diffuse nel Mediterraneo Occidentale, nei Paesi Baschi e nell'Area Pirenaica sopravvivendo fino all'Ottocento affiancandosi al metodo della riduzione indiretta basata sull'altoforno. Due tecniche empiriche di una certa complessità, entrambe valide, complementari e sinergiche tra loro. Alla lunga, vasta e profonda escursione storica sulla produzione delle antiche ferriere operanti principalmente sull'Appennino genovese, l'autore esamina alcune questioni, in particolare: evoluzione dei sistemi di produzione; terminologia ferro o acciaio ?; rivisitazione di alcune conclusioni che erano state date ed evidenziando anche che la siderurgica non fu generata dalle moderne conoscenze della scienza dei metalli, ma "arte del fuoco", risultato di una continua attività empirica nel suo procedere per prove ed errori. L'autore infine esamina i vantaggi ambientali della riduzione diretta che potrebbero esserci in futuro nei moderni impianti di produzione dell'acciaio, che ultimamente vengono rivalutati; una sorta di ritorno alle origini. Ma rimandiamo il lettore interessato, ai maggiori dettagli che il volume presenta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


