La conservazione dei supporti in masonite riveste a, distanza di circa 50 anni dai primi interventi, una problematica di particolare interesse nell'odierno scenario del restauro e della manutenzione. L'utilizzo della masonite2 è stato molto diffuso dal Dopoguerra fino agli anni Sessanta, durante la cosiddetta "stagione degli stacchi", quando fu sostituito con altri tipi di materiali, in particolare vetroresina, considerati più idonei per la realizzazione di supporti per le pitture murali strappate.3 Un dipinto murale, una volta separato dal suo supporto originario, perde molte delle sue tipiche caratteristiche fisico-chimiche: la porosità dell'intonaco e gran parte della componente minerale della pellicola pittorica. Inoltre, col passare del tempo, i materiali usati nella foderatura, possono perdere parte della loro elasticità, provocando una maggiore fragilità della pellicola pittorica. La sfida attuale è (1) individuare le cause delle alterazione e fenomeni di degrado che si sono nel corso del tempo manifestati; (2) limitare le sorgenti del degrado che rendono problematica la loro conservazione. L'esame diagnostico mediante tecniche non distruttive sui dipinti conservati in alcuni dei principali chiostri delle chiese fiorentine, le attenzioni si sono concentrate sull'analisi di un'opera staccata, applicata su supporto in masonite, e soggetta ad una considerevole deformazione del supporto, la Crocifissione e i Santi Tommaso e Domenico in umiltà, collocata sulla porta ovest del Chiostro Verde di Santa Maria Novella. Lo studio si è concentrato sull'analisi dei materiali che la compongono, sulla comprensione delle cause di degrado e sullo studio di una metodologia d'intervento nel rispetto dei materiali originali, volto a migliorare la stabilità dimensionale sia del supporto in relazione alle variazioni termo-igrometriche dell'ambiente, sia del sistema di ancoraggio alla parere. Alcune soluzioni di fattibilità sono state progettate, realizzate e testate. Lo studio descritto è stato condotto da OPD, da CNR-ICVBC e da CNR-IVALSA nell'ambito del progetto 'Dipinti murali staccati: criticità della Conservazione e studio di interventi per la riduzione dei rischi' co-finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.
La conservazione dei supporti in masonite per dipinti murali strappati. Il caso studio della Crocifissione e Santi nel Chiostro Verde di Santa Maria Novella
R Manganelli Del Fa';B Pizzo;C Riminesi
2018
Abstract
La conservazione dei supporti in masonite riveste a, distanza di circa 50 anni dai primi interventi, una problematica di particolare interesse nell'odierno scenario del restauro e della manutenzione. L'utilizzo della masonite2 è stato molto diffuso dal Dopoguerra fino agli anni Sessanta, durante la cosiddetta "stagione degli stacchi", quando fu sostituito con altri tipi di materiali, in particolare vetroresina, considerati più idonei per la realizzazione di supporti per le pitture murali strappate.3 Un dipinto murale, una volta separato dal suo supporto originario, perde molte delle sue tipiche caratteristiche fisico-chimiche: la porosità dell'intonaco e gran parte della componente minerale della pellicola pittorica. Inoltre, col passare del tempo, i materiali usati nella foderatura, possono perdere parte della loro elasticità, provocando una maggiore fragilità della pellicola pittorica. La sfida attuale è (1) individuare le cause delle alterazione e fenomeni di degrado che si sono nel corso del tempo manifestati; (2) limitare le sorgenti del degrado che rendono problematica la loro conservazione. L'esame diagnostico mediante tecniche non distruttive sui dipinti conservati in alcuni dei principali chiostri delle chiese fiorentine, le attenzioni si sono concentrate sull'analisi di un'opera staccata, applicata su supporto in masonite, e soggetta ad una considerevole deformazione del supporto, la Crocifissione e i Santi Tommaso e Domenico in umiltà, collocata sulla porta ovest del Chiostro Verde di Santa Maria Novella. Lo studio si è concentrato sull'analisi dei materiali che la compongono, sulla comprensione delle cause di degrado e sullo studio di una metodologia d'intervento nel rispetto dei materiali originali, volto a migliorare la stabilità dimensionale sia del supporto in relazione alle variazioni termo-igrometriche dell'ambiente, sia del sistema di ancoraggio alla parere. Alcune soluzioni di fattibilità sono state progettate, realizzate e testate. Lo studio descritto è stato condotto da OPD, da CNR-ICVBC e da CNR-IVALSA nell'ambito del progetto 'Dipinti murali staccati: criticità della Conservazione e studio di interventi per la riduzione dei rischi' co-finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.