In vista della stagione estiva e a seguito di valutazioni di pericolosità geomorfologica è ricorrente, da parte delle Autorità Marittime (Capitanerie e Uffici Circondariali), emanare disposizioni limitanti la fruizione balneare di tratti costieri a falesia della Puglia meridionale. Nell'anno corrente, ad esempio, la Capitaneria di Porto di Gallipoli ha emesso una serie di ordinanze (ord. CP 28, 29, 32 e 33/2018) sicché, con linguaggio mass-mediatico "più che una lista di divieti, la mappa delle zone di mare interdette ha assunto le fattezze di un vero e proprio bollettino di guerra: ad essere colpiti sono tratti costieri appartenenti ai Comuni di Galatone, Alliste, Castrignano del Capo e Patù, che includono località marine molto note e amate soprattutto dai turisti che vengono appositamente in Salento per conoscere le sue acque limpide" . Al di là delle coloriture giornalistiche, emergono oggettivamente sia il problema di possibili conseguenze negative sulle economie locali sia l'opportunità di procedere con studi supplementari per la rimodulazione dei divieti, in ragione dello scalamento delle indagini. Peraltro, la rimodulazione può comportare anche drastiche riduzioni della estensione dei tratti soggetti a divieto, come verificatosi nel caso della Ord. CP 22 del 2014 relativa al Comune di Melendugno (provincia di Lecce). Scopo di questa nota è la deduzione, a partire da un caso particolare, di principi generali per la definizione e l'adozione delle contromisure necessarie per garantire la balneazione in condizioni di ragionevole sicurezza per il breve termine, argomento di particolare interesse anche alla luce delle probabili conseguenze sulla dinamica costiera dei cambiamenti climatici. In base a fonti cronachistiche si può ritenere che, negli ultimi anni, crolli delle falesie siano avvenuti in concomitanza, o a seguito, di forti mareggiate e/o di piogge più o meno intense.

Sulla instabilità delle falesie e relative contromisure con particolare riferimento al territorio di Melendugno (Lecce)

Delle Rose Marco;
2018

Abstract

In vista della stagione estiva e a seguito di valutazioni di pericolosità geomorfologica è ricorrente, da parte delle Autorità Marittime (Capitanerie e Uffici Circondariali), emanare disposizioni limitanti la fruizione balneare di tratti costieri a falesia della Puglia meridionale. Nell'anno corrente, ad esempio, la Capitaneria di Porto di Gallipoli ha emesso una serie di ordinanze (ord. CP 28, 29, 32 e 33/2018) sicché, con linguaggio mass-mediatico "più che una lista di divieti, la mappa delle zone di mare interdette ha assunto le fattezze di un vero e proprio bollettino di guerra: ad essere colpiti sono tratti costieri appartenenti ai Comuni di Galatone, Alliste, Castrignano del Capo e Patù, che includono località marine molto note e amate soprattutto dai turisti che vengono appositamente in Salento per conoscere le sue acque limpide" . Al di là delle coloriture giornalistiche, emergono oggettivamente sia il problema di possibili conseguenze negative sulle economie locali sia l'opportunità di procedere con studi supplementari per la rimodulazione dei divieti, in ragione dello scalamento delle indagini. Peraltro, la rimodulazione può comportare anche drastiche riduzioni della estensione dei tratti soggetti a divieto, come verificatosi nel caso della Ord. CP 22 del 2014 relativa al Comune di Melendugno (provincia di Lecce). Scopo di questa nota è la deduzione, a partire da un caso particolare, di principi generali per la definizione e l'adozione delle contromisure necessarie per garantire la balneazione in condizioni di ragionevole sicurezza per il breve termine, argomento di particolare interesse anche alla luce delle probabili conseguenze sulla dinamica costiera dei cambiamenti climatici. In base a fonti cronachistiche si può ritenere che, negli ultimi anni, crolli delle falesie siano avvenuti in concomitanza, o a seguito, di forti mareggiate e/o di piogge più o meno intense.
2018
Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima - ISAC
dinamica costiera
pericolosità geomorfologica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/370250
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