La Landscape mind theory sostiene che il cervello umano sia stato stato modellato sul paesaggio e dal paesaggio. Insomma il paesaggio come forma simbolica è percepito e interpretato da processi mentali in relazione non solo al proprio spazio fisico ma anche al proprio inconscio. Sogni e simboli segnano la vita dell'uomo che stimolati dai contenuti topici del paesaggio esercitano effetti emotivi sull'inconscio collettivo. Applicando allo studio del paesaggio dei metodi iconologici è possibile scoprire e interpretare il significato più profondo che si nasconde dietro alle immagini e ai tratti peculiari di un paesaggio inteso come spazio e come pensiero. La Psiche nel paesaggio viene inevitabilmente scossa dai cambiamenti e la percezione dei luoghi viene inevitabilmente turbata e disorientata; l'anima disorientata per quanto il paesaggio possa volgere al suo miglioramento si mette alla ricerca del contenuto topico in grado di ristabilire l'orientamento dei luoghi. L'imprinting che i napoletani hanno ricevuto è lo stesso di sempre e da sempre e origina nel golfo, dove lo sguardo che tra mare e cielo si specchia alla ricerca del paesaggio della memoria, si imbatte nell'isola di Capri che ancora oggi conserva nel suo skyline il profilo della Sirena pietrificata e sprofondata nel mare. Il segno guida l'esperienza percettiva del paesaggio che se confrontata con la memoria individuale diventa strumento del sapere tramandato dalla osservazione dei luoghi, ripetute e riferite da più generazioni. Si tramanda che il Genius Loci della città di Napoli sia Partenope perché la tradizione vuole che il paesaggio partenopeo sia nato dal corpo della Sirena sconfitta da Ulisse, approdato all'isolotto di Megaride a valle del Monte Echia che come toccò terrà fu trasformato in paesaggio, immagine letteraria che ricorda la Sirena dell'isola di Capri. La leggenda è stata tramandata in una narrazione senza tempo che rimanda alla storia del contesto naturale del paesaggio nel suo carattere di presenza antica in un contesto contemporaneo. Il paesaggio da narrare è un testo scritto nel linguaggio percettivo delle cose, in cui prevalgono i segni naturali, segni intenzionali e segni in intenzionali compenetrati in una stratificazione storica di segni, che modificandosi nel tempo ne fanno un testo metamorfico; la continuità del racconto del paesaggio napoletano è riscontrabile negli episodi narrativi che mutati con il tempo si sono arricchiti di significative testimonianze che hanno dato una conclusione a questa narrazione. Come nel racconto di Armin Joseph Deutsch Una metropolitana chiamata Moebius dove un treno della metropolitana di Boston scompare nella infinita complessità topologica della rete metropolitana finendo in una dimensione parallela, il paesaggio costiero della città di Partenope, scomparso nella complessità della rete degli eventi naturali ed antropici, riappare grazie alla realizzazione della linea della metropolitana riservata al centro storico che con il suo scavo ha reso possibile la riconquista del mosaico paesistico-culturale relativamente agli strati più antichi della stratificazione insediativa dell'approdo della Napoli greco-romana. L'aspetto progettuale del paesaggio urbano si confronta con il dissolversi di antichi paesaggi che per quanto scomparsi sono sempre presenti proprio come succede nel cerchio di Moebius dove per quanto si possa perdere l'orientamento accade tutto su di un'unica superficie, in grado di dare un futuro al passato e un passato al futuro.
IL MITO DELLA SIRENA PARTENOPE: IN METRO ALLA RICERCA DEL PAESAGGIO PERDUTO
CLELIA CIRILLO;GIOVANNA ACAMPORA;MARINA RUSSO;BARBARA BERTOLI
2018
Abstract
La Landscape mind theory sostiene che il cervello umano sia stato stato modellato sul paesaggio e dal paesaggio. Insomma il paesaggio come forma simbolica è percepito e interpretato da processi mentali in relazione non solo al proprio spazio fisico ma anche al proprio inconscio. Sogni e simboli segnano la vita dell'uomo che stimolati dai contenuti topici del paesaggio esercitano effetti emotivi sull'inconscio collettivo. Applicando allo studio del paesaggio dei metodi iconologici è possibile scoprire e interpretare il significato più profondo che si nasconde dietro alle immagini e ai tratti peculiari di un paesaggio inteso come spazio e come pensiero. La Psiche nel paesaggio viene inevitabilmente scossa dai cambiamenti e la percezione dei luoghi viene inevitabilmente turbata e disorientata; l'anima disorientata per quanto il paesaggio possa volgere al suo miglioramento si mette alla ricerca del contenuto topico in grado di ristabilire l'orientamento dei luoghi. L'imprinting che i napoletani hanno ricevuto è lo stesso di sempre e da sempre e origina nel golfo, dove lo sguardo che tra mare e cielo si specchia alla ricerca del paesaggio della memoria, si imbatte nell'isola di Capri che ancora oggi conserva nel suo skyline il profilo della Sirena pietrificata e sprofondata nel mare. Il segno guida l'esperienza percettiva del paesaggio che se confrontata con la memoria individuale diventa strumento del sapere tramandato dalla osservazione dei luoghi, ripetute e riferite da più generazioni. Si tramanda che il Genius Loci della città di Napoli sia Partenope perché la tradizione vuole che il paesaggio partenopeo sia nato dal corpo della Sirena sconfitta da Ulisse, approdato all'isolotto di Megaride a valle del Monte Echia che come toccò terrà fu trasformato in paesaggio, immagine letteraria che ricorda la Sirena dell'isola di Capri. La leggenda è stata tramandata in una narrazione senza tempo che rimanda alla storia del contesto naturale del paesaggio nel suo carattere di presenza antica in un contesto contemporaneo. Il paesaggio da narrare è un testo scritto nel linguaggio percettivo delle cose, in cui prevalgono i segni naturali, segni intenzionali e segni in intenzionali compenetrati in una stratificazione storica di segni, che modificandosi nel tempo ne fanno un testo metamorfico; la continuità del racconto del paesaggio napoletano è riscontrabile negli episodi narrativi che mutati con il tempo si sono arricchiti di significative testimonianze che hanno dato una conclusione a questa narrazione. Come nel racconto di Armin Joseph Deutsch Una metropolitana chiamata Moebius dove un treno della metropolitana di Boston scompare nella infinita complessità topologica della rete metropolitana finendo in una dimensione parallela, il paesaggio costiero della città di Partenope, scomparso nella complessità della rete degli eventi naturali ed antropici, riappare grazie alla realizzazione della linea della metropolitana riservata al centro storico che con il suo scavo ha reso possibile la riconquista del mosaico paesistico-culturale relativamente agli strati più antichi della stratificazione insediativa dell'approdo della Napoli greco-romana. L'aspetto progettuale del paesaggio urbano si confronta con il dissolversi di antichi paesaggi che per quanto scomparsi sono sempre presenti proprio come succede nel cerchio di Moebius dove per quanto si possa perdere l'orientamento accade tutto su di un'unica superficie, in grado di dare un futuro al passato e un passato al futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.