L'intervento esamina un particolare modello di consumo alimentare in ambiente ur-bano durante la prima metà dell'Ottocento: quello dei convitti annessi ai Collegi e Li-cei borbonici. La trattazione è divisa in due parti. La prima introduce agli istituti sco-lastici presi in esame, spigando brevemente cosa fossero, come funzionassero e che ruolo avessero i Collegi e i Licei nel Regno delle Due Sicilie. La seconda parte entra nel merito del punto che più ci interessa. In ogni istituto esisteva un convitto, dove gli alunni risiedevano per molti anni. Un momento importante della vita in convitto era il pasto collettivo, consumato nello spazio comune del refettorio. Gli interrogativi da cui si parte sono: cosa, quanto, come e perché si mangiava nei convitti borbonici? Grazie ad una documentazione in gran parte inedita, l'intervento ricostruisce anzitutto la dieta, ossia cosa e quanto si mangiava, mostrando come l'alimentazione, senz'altro ipercalori-ca, proponesse una notevole quantità e miscela di pietanze, le quali, oltre a rispettare i precetti civili e religiosi del tempo, ad esempio il divieto di mangiare carne in certi giorni, veicolavano l'idea di uno Stato che si prendeva cura dei giovani cui sarebbe an-dato l'onore (e l'onere) di ricoprire i gradi più alti dell'amministrazione. L'intervento esamina poi le modalità di consumo del pasto: come e perché si mangiava. La refezione era regolata da norme ben precise, tutte orientate a instillare il rispetto per le gerarchie, definendo, inoltre, i modi della socialità attraverso l'educazione alle buone maniere.
La tavola del re: Stato e cibo nei convitti borbonici
Maurizio Lupo
2015
Abstract
L'intervento esamina un particolare modello di consumo alimentare in ambiente ur-bano durante la prima metà dell'Ottocento: quello dei convitti annessi ai Collegi e Li-cei borbonici. La trattazione è divisa in due parti. La prima introduce agli istituti sco-lastici presi in esame, spigando brevemente cosa fossero, come funzionassero e che ruolo avessero i Collegi e i Licei nel Regno delle Due Sicilie. La seconda parte entra nel merito del punto che più ci interessa. In ogni istituto esisteva un convitto, dove gli alunni risiedevano per molti anni. Un momento importante della vita in convitto era il pasto collettivo, consumato nello spazio comune del refettorio. Gli interrogativi da cui si parte sono: cosa, quanto, come e perché si mangiava nei convitti borbonici? Grazie ad una documentazione in gran parte inedita, l'intervento ricostruisce anzitutto la dieta, ossia cosa e quanto si mangiava, mostrando come l'alimentazione, senz'altro ipercalori-ca, proponesse una notevole quantità e miscela di pietanze, le quali, oltre a rispettare i precetti civili e religiosi del tempo, ad esempio il divieto di mangiare carne in certi giorni, veicolavano l'idea di uno Stato che si prendeva cura dei giovani cui sarebbe an-dato l'onore (e l'onere) di ricoprire i gradi più alti dell'amministrazione. L'intervento esamina poi le modalità di consumo del pasto: come e perché si mangiava. La refezione era regolata da norme ben precise, tutte orientate a instillare il rispetto per le gerarchie, definendo, inoltre, i modi della socialità attraverso l'educazione alle buone maniere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


