Uno degli aspetti precipui dell'arte contemporanea è la ricerca d'inclusione interattiva dello spettatore all'interno dello spazio generato dall'opera. Quanto più l'opera tende a scomparire tanto più lo spettatore entra a far parte dello spazio percepito trasformandosi in user, pienamente coinvolto nei processi di riconoscimento e percezione dell'opera stessa (Cfr. Marras & Mecacci, II, p. 159). Questo approccio, inaugurato dalla minimal art, può considerarsi precorritore dell'Interaction Design dove la progressiva smaterializzazione e scomparsa dell'oggetto-prodotto in favore di un sistema d'interfaccia sempre più elaborato e raffinato «trasforma l'interazione (e/o l'Usability) in un'esperienza estetica, in engagement e partecipazione emotiva». (Ibid., p. 160)L'impiego delle Human Computer Interaction (HCI) da un piano prettamente cognitivo a uno tangibile, esperienziale ed estetico segna il cambio d'orizzonte di questi anni. Dagli oggetti tradizionalmente intesi e dagli artefatti si è passati a un sistema di fruizione degli oggetti, ivi inclusi quelli a "funzione estetica", che vede il design divenire sempre più uno strumento fondamentale nelle politiche di valorizzazione e fruizione innovativa del patrimonio culturale e museale.In tal senso la neuroestetica e in generale le neuroscienze applicate al design possono costituire un ulteriore terreno di confronto e di scambio tra arte e design trasferendo sul piano del design approcci conoscitivi e strategici consolidati e fornendo l'opportunità d'incidere positivamente sulla vita delle persone attraverso soluzioni che consentono di progettare l'interazione col "mondo delle cose", stimolando aspetti cognitivi ed emotivi.A partire dall'annoso dibattito arte versus design, il saggio riflette su alcuni nodi tematici fondamentali delle relazioni tra arte e design per ripercorrere criticamente i mutamenti epocali e di significato che la disciplina del design sta attraversando in questo tempo.
Arte e Design. Dagli oggetti a funzione estetica all'Interaction Design
Rosa Maria Giusto
2019
Abstract
Uno degli aspetti precipui dell'arte contemporanea è la ricerca d'inclusione interattiva dello spettatore all'interno dello spazio generato dall'opera. Quanto più l'opera tende a scomparire tanto più lo spettatore entra a far parte dello spazio percepito trasformandosi in user, pienamente coinvolto nei processi di riconoscimento e percezione dell'opera stessa (Cfr. Marras & Mecacci, II, p. 159). Questo approccio, inaugurato dalla minimal art, può considerarsi precorritore dell'Interaction Design dove la progressiva smaterializzazione e scomparsa dell'oggetto-prodotto in favore di un sistema d'interfaccia sempre più elaborato e raffinato «trasforma l'interazione (e/o l'Usability) in un'esperienza estetica, in engagement e partecipazione emotiva». (Ibid., p. 160)L'impiego delle Human Computer Interaction (HCI) da un piano prettamente cognitivo a uno tangibile, esperienziale ed estetico segna il cambio d'orizzonte di questi anni. Dagli oggetti tradizionalmente intesi e dagli artefatti si è passati a un sistema di fruizione degli oggetti, ivi inclusi quelli a "funzione estetica", che vede il design divenire sempre più uno strumento fondamentale nelle politiche di valorizzazione e fruizione innovativa del patrimonio culturale e museale.In tal senso la neuroestetica e in generale le neuroscienze applicate al design possono costituire un ulteriore terreno di confronto e di scambio tra arte e design trasferendo sul piano del design approcci conoscitivi e strategici consolidati e fornendo l'opportunità d'incidere positivamente sulla vita delle persone attraverso soluzioni che consentono di progettare l'interazione col "mondo delle cose", stimolando aspetti cognitivi ed emotivi.A partire dall'annoso dibattito arte versus design, il saggio riflette su alcuni nodi tematici fondamentali delle relazioni tra arte e design per ripercorrere criticamente i mutamenti epocali e di significato che la disciplina del design sta attraversando in questo tempo.| File | Dimensione | Formato | |
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