La diagnostica, intesa come indagine conoscitiva dello stato di conservazione di manufatti di valore storico e artistico, generalmente precede un intervento conservativo o di restauro, essendo indirizzata all'analisi delle modificazioni della struttura e dei materiali costitutivi dell'oggetto prodotte dal degrado, identificandone le cause, per poi individuare le soluzioni più idonee per arrestare o contenere gli effetti dei processi di deterioramento. Le indagini scientifiche utilizzate per avere indicazioni sulla composizione dei materiali originari, sulla tecnica di esecuzione, su precedenti interventi di restauro, su possibili mutamenti nella destinazione d'uso, vengono catalogate, secondo la distinzione corrente, in tecniche invasive e non invasive, con riferimento all'impatto che tali metodi di analisi e gli strumenti usati a fini diagnostici possono avere sui manufatti. Per tecniche invasive si intendono quelle tecniche che richiedono il distacco di frammenti che vengono poi esaminati con sistemi di analisi chimiche o fisiche [1]. Tali prelievi non sempre sono rappresentativi dello stato di conservazione dell'intera opera o di come essa sia stata realizzata, dato che tipicamente vengono effettuati in regioni in prossimità del bordo dell'opera stessa e che, cercando di creare il minor danno possibile, sono di piccole dimensioni. Non invasive sono, invece, le tecniche che hanno un impatto minimo sull'opera d'arte, non alterandone l'equilibrio termodinamico e non perturbandola con scambi energetici: a questa categoria appartengono le tecniche ottiche che hanno acquisito un ruolo fondamentale nel campo del restauro e della conservazione. Tra queste, le tecniche ottiche ad immagine, il cui risultato della misura, cioè, mantiene l'aspetto dell'oggetto investigato, non solo facilitano la leggibilità dei risultati, ma forniscono un'informazione esaustiva/completa perché distribuita su tutta la superficie del dipinto. Sono numerose le tecniche ottiche ormai entrate a far parte della diagnostica di routine eseguita sui dipinti; tra queste la riflettografia nel vicino infrarosso (NIR, dall'inglese Near InfraRed) [2-4] è sicuramente tra le più conosciute. L'immagine, intesa come risultato dell'analisi fisica, ha lo scopo di cercare di ampliare la capacità visiva: la messa a punto di strumenti che consentano di vedere oltre la superficie, all'interno dell'oggetto, per conoscerne la struttura in tutti gli aspetti, ha migliorato l'analisi di dipinti sia antichi sia moderni. Anche le tecniche di imaging multispettrale [5-8], che consistono nell'acquisire la radiazione diffusa dal dipinto in intervalli spettrali stretti, sono state applicate con successo negli ultimi anni. Queste tecniche consentono una caratterizzazione spettrale e colorimetrica delle superfici utile per la caratterizzazione dei materiali che compongono lo strato pittorico. In questo lavoro vengono presentati alcuni risultati ottenuti mediante l'analisi multispettrale Vis-NIR eseguita con un dispositivo a scansione realizzato per l'applicazione specifica di opere d'arte.

Analisi ad immagine multispettrale Vis-NIR

Fontana R;Barucci M;Pampaloni E;Raffaelli M;Striova J
2015

Abstract

La diagnostica, intesa come indagine conoscitiva dello stato di conservazione di manufatti di valore storico e artistico, generalmente precede un intervento conservativo o di restauro, essendo indirizzata all'analisi delle modificazioni della struttura e dei materiali costitutivi dell'oggetto prodotte dal degrado, identificandone le cause, per poi individuare le soluzioni più idonee per arrestare o contenere gli effetti dei processi di deterioramento. Le indagini scientifiche utilizzate per avere indicazioni sulla composizione dei materiali originari, sulla tecnica di esecuzione, su precedenti interventi di restauro, su possibili mutamenti nella destinazione d'uso, vengono catalogate, secondo la distinzione corrente, in tecniche invasive e non invasive, con riferimento all'impatto che tali metodi di analisi e gli strumenti usati a fini diagnostici possono avere sui manufatti. Per tecniche invasive si intendono quelle tecniche che richiedono il distacco di frammenti che vengono poi esaminati con sistemi di analisi chimiche o fisiche [1]. Tali prelievi non sempre sono rappresentativi dello stato di conservazione dell'intera opera o di come essa sia stata realizzata, dato che tipicamente vengono effettuati in regioni in prossimità del bordo dell'opera stessa e che, cercando di creare il minor danno possibile, sono di piccole dimensioni. Non invasive sono, invece, le tecniche che hanno un impatto minimo sull'opera d'arte, non alterandone l'equilibrio termodinamico e non perturbandola con scambi energetici: a questa categoria appartengono le tecniche ottiche che hanno acquisito un ruolo fondamentale nel campo del restauro e della conservazione. Tra queste, le tecniche ottiche ad immagine, il cui risultato della misura, cioè, mantiene l'aspetto dell'oggetto investigato, non solo facilitano la leggibilità dei risultati, ma forniscono un'informazione esaustiva/completa perché distribuita su tutta la superficie del dipinto. Sono numerose le tecniche ottiche ormai entrate a far parte della diagnostica di routine eseguita sui dipinti; tra queste la riflettografia nel vicino infrarosso (NIR, dall'inglese Near InfraRed) [2-4] è sicuramente tra le più conosciute. L'immagine, intesa come risultato dell'analisi fisica, ha lo scopo di cercare di ampliare la capacità visiva: la messa a punto di strumenti che consentano di vedere oltre la superficie, all'interno dell'oggetto, per conoscerne la struttura in tutti gli aspetti, ha migliorato l'analisi di dipinti sia antichi sia moderni. Anche le tecniche di imaging multispettrale [5-8], che consistono nell'acquisire la radiazione diffusa dal dipinto in intervalli spettrali stretti, sono state applicate con successo negli ultimi anni. Queste tecniche consentono una caratterizzazione spettrale e colorimetrica delle superfici utile per la caratterizzazione dei materiali che compongono lo strato pittorico. In questo lavoro vengono presentati alcuni risultati ottenuti mediante l'analisi multispettrale Vis-NIR eseguita con un dispositivo a scansione realizzato per l'applicazione specifica di opere d'arte.
2015
Istituto Nazionale di Ottica - INO
978-88-7201-347-2
Riflettografia
immagine
spettrofotometria
beni culturali
indagini non invasive
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/375427
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