La pulitura di filati, realizzati avvolgendo fibre naturali con laminette metalliche, costituenti i tessuti antichi è una problematica ricorrente nella conservazione di questi manufatti. In particolare, la difficoltà di rimuovere i prodotti di corrosione senza alterare sia la struttura della lamina metallica che le altre fibre tessili presenti, porta a cercare metodi di restauro innovativi e selettivi per preservare l'integrità dell'opera. Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare due metodi di pulitura, ancora poco applicati in questo specifico settore, come possibili tecniche da considerare da parte dei conservatori-restauratori di tessuti. Un piviale in velluto di manifattura fiorentina del XV sec., proveniente dal Musée des Tissus di Lione (Francia), e attualmente in restauro presso l'Accademia di Francia a Villa Medici (Roma), è stato l'oggetto di questa sperimentazione. I filati metallici del cappuccio e dello stolone del piviale presentano una diversa composizione chimica e differenti problematiche di degrado dovute sia alle tecniche di realizzazione che ai fattori ambientali e/o intrinseci del materiale stesso. Il primo metodo di pulitura testato è stato realizzato con la Pleco©, una penna elettrolitica, messa a punto per l'utilizzo su superfici metalliche piccole e grandi associate a materiali organici che non dovrebbero entrare in contatto con soluzioni acquose. Nel corso della sperimentazione sono stati modificati diversi parametri per la sua applicazione su fili metallici sottili. Il secondo metodo di pulitura utilizzato è stato il laser a stato solido, il cui utilizzo nel restauro dei tessuti è ancora poco comune in Francia. Sono stati testati due tipi di laser a Nd:YAG: il primo, in modalità dell'impulso a Q-Switch (8 ns) nelle differenti lunghezze d'onda di 1064 e 532 nm; il secondo, in modalità dell'impulso a Long Q-Switch (120 ns) nella lunghezza d'onda fondamentale di 1064 nm. Per poter rispondere all'esigenza di conservare questo prezioso piviale contenente filati metallici, è stato effettuato uno studio interdisciplinare del manufatto e delle sue forme di degrado al fine di applicare e valutare i due diversi metodi di pulitura. Per quest'ultimo scopo i filati metallici del piviale sono stati analizzati mediante microscopia ottica (MO) e microscopia elettronica a scansione accoppiata alla microanalisi a raggi X a dispersione di energia (SEM-EDS), prima e dopo le operazioni di pulitura. Quest'ultima tecnica è stata selezionata come idonea all'osservazione e all' identificazione dello stato di degrado della lamina metallica che presenta una modificazione della struttura cristallina dovuta al passare del tempo, alla valutazione degli elementi chimici presenti nei prodotti di corrosione nonché alla valutazione della loro presenza/assenza dopo le operazioni di pulitura. I risultati preliminari mettono in evidenza l'efficacia di entrambi i metodi per la specifica problematica, aprendo nuove prospettive metodologiche ai responsabili della conservazione dei manufatti tessili.

Valutazione di metodi di pulitura per i filati metallici di un piviale fiorentino del XV secolo

Loredana Luvidi;Fernanda Prestileo;Daniela Ferro;
2017

Abstract

La pulitura di filati, realizzati avvolgendo fibre naturali con laminette metalliche, costituenti i tessuti antichi è una problematica ricorrente nella conservazione di questi manufatti. In particolare, la difficoltà di rimuovere i prodotti di corrosione senza alterare sia la struttura della lamina metallica che le altre fibre tessili presenti, porta a cercare metodi di restauro innovativi e selettivi per preservare l'integrità dell'opera. Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare due metodi di pulitura, ancora poco applicati in questo specifico settore, come possibili tecniche da considerare da parte dei conservatori-restauratori di tessuti. Un piviale in velluto di manifattura fiorentina del XV sec., proveniente dal Musée des Tissus di Lione (Francia), e attualmente in restauro presso l'Accademia di Francia a Villa Medici (Roma), è stato l'oggetto di questa sperimentazione. I filati metallici del cappuccio e dello stolone del piviale presentano una diversa composizione chimica e differenti problematiche di degrado dovute sia alle tecniche di realizzazione che ai fattori ambientali e/o intrinseci del materiale stesso. Il primo metodo di pulitura testato è stato realizzato con la Pleco©, una penna elettrolitica, messa a punto per l'utilizzo su superfici metalliche piccole e grandi associate a materiali organici che non dovrebbero entrare in contatto con soluzioni acquose. Nel corso della sperimentazione sono stati modificati diversi parametri per la sua applicazione su fili metallici sottili. Il secondo metodo di pulitura utilizzato è stato il laser a stato solido, il cui utilizzo nel restauro dei tessuti è ancora poco comune in Francia. Sono stati testati due tipi di laser a Nd:YAG: il primo, in modalità dell'impulso a Q-Switch (8 ns) nelle differenti lunghezze d'onda di 1064 e 532 nm; il secondo, in modalità dell'impulso a Long Q-Switch (120 ns) nella lunghezza d'onda fondamentale di 1064 nm. Per poter rispondere all'esigenza di conservare questo prezioso piviale contenente filati metallici, è stato effettuato uno studio interdisciplinare del manufatto e delle sue forme di degrado al fine di applicare e valutare i due diversi metodi di pulitura. Per quest'ultimo scopo i filati metallici del piviale sono stati analizzati mediante microscopia ottica (MO) e microscopia elettronica a scansione accoppiata alla microanalisi a raggi X a dispersione di energia (SEM-EDS), prima e dopo le operazioni di pulitura. Quest'ultima tecnica è stata selezionata come idonea all'osservazione e all' identificazione dello stato di degrado della lamina metallica che presenta una modificazione della struttura cristallina dovuta al passare del tempo, alla valutazione degli elementi chimici presenti nei prodotti di corrosione nonché alla valutazione della loro presenza/assenza dopo le operazioni di pulitura. I risultati preliminari mettono in evidenza l'efficacia di entrambi i metodi per la specifica problematica, aprendo nuove prospettive metodologiche ai responsabili della conservazione dei manufatti tessili.
2017
Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali - ICVBC - Sede Sesto Fiorentino
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
9788840444598
filati metallici
pulitura
laser
pleco
MO
SEM-EDS
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/377059
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