Il De uno è pubblicato a Napoli tra la seconda metà di agosto e la prima decade di settembre del 1720 per i tipi di Felice Mosca. L'esemplare qui riprodotto è in discreto stato e riccamente postillato, secondo la consuetudine di Vico di intervenire sui propri scritti anche in fase di composizione tipografica e di stampa già compiuta. Le 195 pagine numerate sono precedute da 4 pagine non numerate, che comprendono il frontespizio, un'epigrafe tratta dal libro I del De Legibus di Cicerone (ATTICUS. Non ergo a Praetoris Edicto, ut plerique n unc, neque a XII. Tabulis, ut superiores, sed penitus ex INTIMA PHILOSOPHIA hauriendam Juris disciplinam putas?), i pareri per la stampa, in data 6 febbraio, del censore ecclesiastico Giulio Niccolò Torno, e di quello civile Nicola Galizia, in data 19 luglio, probabilmente anteriori alla stesura definitiva dell'opera e alla sua pubblicazione. Questo esemplare è privo di manoscritto, ed è conservato in un prezioso codice (il postillato XIII B 62) che raccoglie anche gli esemplari originali del De constantia jurisprudentis, composto tra il 1721 e il 1722, e delle Notae in duos libros del 1722. Il codice è in carta speciale dagli ampi margini, ricchi di mende tipografiche e postille autografe, di carattere genetico ed evolutivo appartenenti a diversi tempi di stesura. Seguono alle Notae tre fogli: il primo contiene sul recto il titolo autografo «Aliae / Virûm Classimorum / Epistolae / Ineditae» con una sola lettera di Biagio Garofalo del 13 settembre 1722 (cc. 279r-281v), in quanto altre erano già apparse a stampa insieme al De constatia; una versione a stampa della Sinopsi su quattro pagine in quarto e a due colonne in carattere minutissimo, senza titolo ed indicazioni tipografiche, con postille autografe e marginali cancellate nelle prime due pagine e con altre tre nella pagina finale (cc. 282r-283v, 2844); infine un gruppo di correzioni autografe relative al De uno e al De constantia con il titolo «Mendorum ab typis literariis / Emendationes» (cc. 285r-289v).
JOH. BAPTISTAE VICI / DE / UNIVERSI JURIS / UNO PRINCIPIO ET FINE UNO / Lliber Unus AD AMPLISSIMUM VIRUM / FRANCISCUM / VENTURAM / A REGIS CONSILIIS / Et Criminum Quaestorem Alterum. / Excudebat NEAPOLI Felix Musca / Ex Publica Auctoritate / Anno M.DCC.XX.
Alessia Scognamiglio
2019
Abstract
Il De uno è pubblicato a Napoli tra la seconda metà di agosto e la prima decade di settembre del 1720 per i tipi di Felice Mosca. L'esemplare qui riprodotto è in discreto stato e riccamente postillato, secondo la consuetudine di Vico di intervenire sui propri scritti anche in fase di composizione tipografica e di stampa già compiuta. Le 195 pagine numerate sono precedute da 4 pagine non numerate, che comprendono il frontespizio, un'epigrafe tratta dal libro I del De Legibus di Cicerone (ATTICUS. Non ergo a Praetoris Edicto, ut plerique n unc, neque a XII. Tabulis, ut superiores, sed penitus ex INTIMA PHILOSOPHIA hauriendam Juris disciplinam putas?), i pareri per la stampa, in data 6 febbraio, del censore ecclesiastico Giulio Niccolò Torno, e di quello civile Nicola Galizia, in data 19 luglio, probabilmente anteriori alla stesura definitiva dell'opera e alla sua pubblicazione. Questo esemplare è privo di manoscritto, ed è conservato in un prezioso codice (il postillato XIII B 62) che raccoglie anche gli esemplari originali del De constantia jurisprudentis, composto tra il 1721 e il 1722, e delle Notae in duos libros del 1722. Il codice è in carta speciale dagli ampi margini, ricchi di mende tipografiche e postille autografe, di carattere genetico ed evolutivo appartenenti a diversi tempi di stesura. Seguono alle Notae tre fogli: il primo contiene sul recto il titolo autografo «Aliae / Virûm Classimorum / Epistolae / Ineditae» con una sola lettera di Biagio Garofalo del 13 settembre 1722 (cc. 279r-281v), in quanto altre erano già apparse a stampa insieme al De constatia; una versione a stampa della Sinopsi su quattro pagine in quarto e a due colonne in carattere minutissimo, senza titolo ed indicazioni tipografiche, con postille autografe e marginali cancellate nelle prime due pagine e con altre tre nella pagina finale (cc. 282r-283v, 2844); infine un gruppo di correzioni autografe relative al De uno e al De constantia con il titolo «Mendorum ab typis literariis / Emendationes» (cc. 285r-289v).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.