L'articolo affronta il tema dell'utilizzo dei dati storici finalizzato ad una corretta pianificazione territoriale e quindi ad una mitigazione del rischio geologico-geomorfologico. In Italia molti centri abitati, più volte coinvolti in passato da processi endogeni ed esogeni, hanno continuato ad ampliarsi spesso nelle medesime aree nelle quali vi erano state vittime e gravi danni, senza tenere nella dovuta considerazione gli insegnamenti pregressi. Ciò è avvenuto soprattutto a causa della perdita di memoria storica, che ha favorito a sua volta la mancanza per decenni di una adeguata pianificazione territoriale, la carenza di vincoli, l'emanazione di dissennati condoni edilizi. Tali motivi hanno consentito ampliamenti urbanistici che sovente hanno provocato un'inevitabile proliferazione del rischio. La presente nota illustra cinque casi di abitati nella penisola interessati da problematiche diverse per i quali una oculata presa di coscienza del pericolo avrebbe fatto sì che non si trasformasse in rischio per la pubblica incolumità. L'articolo vuole sottolineare in maniera forte come sarebbe necessario che venissero destinate sufficienti risorse affinché le Soprintendenze Archivistiche possano salvaguardare e valorizzare il grande patrimonio di dati storici che l'Italia ha la fortuna di possedere. Tali risorse dovrebbero consentire anche l'affidamento gestionale a tecnici qualificati che possano organizzare i fondi documentali nella maniera adeguata. Ciò si potrebbe anche tradurre in data-base funzionali facilmente interrogabili da tutti per lavoro, ricerca o pura curiosità.

La memoria storica quale valido strumento per una corretta pianificazione territoriale

Fabio Luino;Fabrizio Terenzio Gizzi;Walter Palmieri;Sabina Porfido;Laura Turconi
2020

Abstract

L'articolo affronta il tema dell'utilizzo dei dati storici finalizzato ad una corretta pianificazione territoriale e quindi ad una mitigazione del rischio geologico-geomorfologico. In Italia molti centri abitati, più volte coinvolti in passato da processi endogeni ed esogeni, hanno continuato ad ampliarsi spesso nelle medesime aree nelle quali vi erano state vittime e gravi danni, senza tenere nella dovuta considerazione gli insegnamenti pregressi. Ciò è avvenuto soprattutto a causa della perdita di memoria storica, che ha favorito a sua volta la mancanza per decenni di una adeguata pianificazione territoriale, la carenza di vincoli, l'emanazione di dissennati condoni edilizi. Tali motivi hanno consentito ampliamenti urbanistici che sovente hanno provocato un'inevitabile proliferazione del rischio. La presente nota illustra cinque casi di abitati nella penisola interessati da problematiche diverse per i quali una oculata presa di coscienza del pericolo avrebbe fatto sì che non si trasformasse in rischio per la pubblica incolumità. L'articolo vuole sottolineare in maniera forte come sarebbe necessario che venissero destinate sufficienti risorse affinché le Soprintendenze Archivistiche possano salvaguardare e valorizzare il grande patrimonio di dati storici che l'Italia ha la fortuna di possedere. Tali risorse dovrebbero consentire anche l'affidamento gestionale a tecnici qualificati che possano organizzare i fondi documentali nella maniera adeguata. Ciò si potrebbe anche tradurre in data-base funzionali facilmente interrogabili da tutti per lavoro, ricerca o pura curiosità.
2020
Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica - IRPI
Istituto di Scienze dell'Alimentazione - ISA
Istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
ricerca storica
documenti antichi
pianificazione territoriale
mitigazione del rischio
Italia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/383797
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