The essay wants to shed light on the controversy between Giambattista Vico and the Dominican friar Bonifazio Finetti (1705-1782). Finetti's literary beginnings are in scriptural exegesis and polemical theology: in 1765 he published in Venice, under the name of Gian Francesco, a Latin work on natural law, the twelve books De Principis iuris naturae et gentium adversus Hobbesium, Pufendorfium, Thomasium, Wolfium et alios, a work that intends to restore the Catholic and Thomistic doctrine that places God at the foundation of the law of nature, against the just-naturalists of the seventeenth and eighteenth centuries and their theses on human origin. Finetti strongly argues with Vico. The controversy surrounding this work is lively, and the reaction of Emanuele Duni is particularly bitter, who in the spring of 1766 published an acrid Response to Finetti's objections against Vico's theses. Finetti replies to Duni at the end of 1767 with a pamphlet originally entitled The falsity of the feral state of ancient men demonstrated with Sacred Scripture, in which Vico's conception of "feral wandering" is identified with Rousseau's original state of nature, and before again with Hobbes' theories. The writing met immediate success, so much so that the Venetian typographer who had printed it released almost the entire circulation in 1768 under the title of Apology of the human race accused of having once been a beast. Part one, announcing the imminent publication of two more parts. The treatise demonstrates, through a tight and firm prose, how contrary the Vico hypothesis of the feral error is to the book of Genesis: the new Science, and before it also De constantia, for this bitter Catholic critic of Vico, leads to atheism and pantheism.

Il saggio vuole fare luce sulla polemica tra Giambattista Vico e il frate domenicano Bonifazio Finetti (1705-1782). Gli esordi letterari di Finetti sono nell'esegesi scritturale e nella teologia polemica: nel 1765 pubblica a Venezia, sotto il nome di Gian Francesco, un'opera latina sul diritto naturale, i dodici libri De principiis iuris naturae et gentium adversus Hobbesium, Pufendorfium, Thomasium, Wolfium et alios, lavoro che intende ripristinare la dottrina cattolica e tomista che pone Dio a fondamento del diritto di natura, contro i giust-naturalisti del XVII e XVIII secolo e le loro tesi sull'origine umana. Finetti polemizza fortemente con Vico. La polemica intorno quest'opera è vivace, e particolarmente aspra è la reazione di Emanuele Duni, che nella primavera del 1766 pubblica un'acre Risposta alle obiezioni del Finetti contro le tesi di Vico. Finetti risponde a Duni sul finire del 1767 con un libello intitolato originariamente La falsità dello stato ferino degli antichi uomini dimostrato colla Sacra Scrittura, nel quale la concezione vichiana dell'"erramento ferino" viene identificata con lo stato originario di natura di Rousseau, e prima ancora con le teorie di Hobbes. Lo scritto incontra immediato successo, tanto che il tipografo veneziano che lo aveva stampato fa uscire nel 1768 quasi tutta la tiratura sotto il titolo di Apologia del genere umano accusato d'esser stato una volta bestia. Parte prima, annunciando l'imminente pubblicazione di altre due parti. Il trattato dimostra, attraverso una prosa serrata e ferma, quanto sia contraria al libro della Genesi l'ipotesi vichiana dell'erramento ferino: la Scienza nuova, e prima di essa pure il De constantia, per questo acerrimo critico cattolico di Vico, conduce all'ateismo e al panteismo.

Contro la concezione della storia di Vico: l'Apologia del genere umano di Bonifacio Finetti

Scognamiglio A
2019

Abstract

The essay wants to shed light on the controversy between Giambattista Vico and the Dominican friar Bonifazio Finetti (1705-1782). Finetti's literary beginnings are in scriptural exegesis and polemical theology: in 1765 he published in Venice, under the name of Gian Francesco, a Latin work on natural law, the twelve books De Principis iuris naturae et gentium adversus Hobbesium, Pufendorfium, Thomasium, Wolfium et alios, a work that intends to restore the Catholic and Thomistic doctrine that places God at the foundation of the law of nature, against the just-naturalists of the seventeenth and eighteenth centuries and their theses on human origin. Finetti strongly argues with Vico. The controversy surrounding this work is lively, and the reaction of Emanuele Duni is particularly bitter, who in the spring of 1766 published an acrid Response to Finetti's objections against Vico's theses. Finetti replies to Duni at the end of 1767 with a pamphlet originally entitled The falsity of the feral state of ancient men demonstrated with Sacred Scripture, in which Vico's conception of "feral wandering" is identified with Rousseau's original state of nature, and before again with Hobbes' theories. The writing met immediate success, so much so that the Venetian typographer who had printed it released almost the entire circulation in 1768 under the title of Apology of the human race accused of having once been a beast. Part one, announcing the imminent publication of two more parts. The treatise demonstrates, through a tight and firm prose, how contrary the Vico hypothesis of the feral error is to the book of Genesis: the new Science, and before it also De constantia, for this bitter Catholic critic of Vico, leads to atheism and pantheism.
2019
Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e scientifico moderno - ISPF
9788868439477
Il saggio vuole fare luce sulla polemica tra Giambattista Vico e il frate domenicano Bonifazio Finetti (1705-1782). Gli esordi letterari di Finetti sono nell'esegesi scritturale e nella teologia polemica: nel 1765 pubblica a Venezia, sotto il nome di Gian Francesco, un'opera latina sul diritto naturale, i dodici libri De principiis iuris naturae et gentium adversus Hobbesium, Pufendorfium, Thomasium, Wolfium et alios, lavoro che intende ripristinare la dottrina cattolica e tomista che pone Dio a fondamento del diritto di natura, contro i giust-naturalisti del XVII e XVIII secolo e le loro tesi sull'origine umana. Finetti polemizza fortemente con Vico. La polemica intorno quest'opera è vivace, e particolarmente aspra è la reazione di Emanuele Duni, che nella primavera del 1766 pubblica un'acre Risposta alle obiezioni del Finetti contro le tesi di Vico. Finetti risponde a Duni sul finire del 1767 con un libello intitolato originariamente La falsità dello stato ferino degli antichi uomini dimostrato colla Sacra Scrittura, nel quale la concezione vichiana dell'"erramento ferino" viene identificata con lo stato originario di natura di Rousseau, e prima ancora con le teorie di Hobbes. Lo scritto incontra immediato successo, tanto che il tipografo veneziano che lo aveva stampato fa uscire nel 1768 quasi tutta la tiratura sotto il titolo di Apologia del genere umano accusato d'esser stato una volta bestia. Parte prima, annunciando l'imminente pubblicazione di altre due parti. Il trattato dimostra, attraverso una prosa serrata e ferma, quanto sia contraria al libro della Genesi l'ipotesi vichiana dell'erramento ferino: la Scienza nuova, e prima di essa pure il De constantia, per questo acerrimo critico cattolico di Vico, conduce all'ateismo e al panteismo.
Storia - Vico - Finetti
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/384839
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact