L'anfiteatro morenico costruito dal ghiacciaio del Garda in Italia Settentrionale comprende più di 40 laghetti intermorenici, che contengono importanti archivi stratigrafici per la storia ambientale, climatica e culturale della regione del Garda durante gli ultimi 21 mila anni. Nel presente lavoro si esamina innanzitutto il riempimento sedimentario di questi bacini con riguardo alla classificazione e nomenclatura dei peculiari sedimenti carbonatici e organici che vi si sono accumulati, senza tuttavia spingersi all'analisi di facies. Le denominazioni di tipici depositi lacustri - gyttja, dy, sapropel, fango carbonatico, torba - vengono discusse allo scopo di precisarne l'impiego nei piccoli laghi a sedimentazione carbonatico-organica di bassa profondità. I laghetti intermorenici dell'anfiteatro gardesano sono laghi chiusi, senza un emissario, i quali, dopo l'estinzione del sistema idrografico fluvioglaciale, sono stati caratterizzati da sedimentazione chimica e biogenica caratterizzata da alternanze e mescolanze di componenti organici e carbonatici. Le sequenze sedimentarie finora studiate abbracciano interamente il tardoglaciale e gran parte dell'Olocene, ma sono troncate superiormente dalle attività agricole, che spesso hanno asportato i depositi posteriori all'età del Bronzo. Sono stati selezionati e brevemente presentati alcuni dei principali eventi paleoecologici documentati da studi paleobotanici-stratigrafici, in particolare: (a)La storia del Lago Lucone di Polpenazze del Garda durante le prime fasi dell'ultima culminazione glaciale del Pleistocene Superiore, allorchè il bacino si presentava come un lago di contatto glaciale, talora alimentato da corsi d'acqua margino-glaciali; (b)La storia dell'ultima deglaciazione al Lago Paùl di Manerba (prosciugato all'inizio del XX secolo); in particolare la transizione da una fase di apporto di silt di fusione glaciale, ricco di microfossili rimaneggiati dall'erosione subglaciale, ad una fase di precipitazione chimica e biochimica di carbonati (fanghi carbonatici e gyttja carbonatica). La transizione è ben datata a 17,5 mila anni calendario; (c)Gli episodi di alto stazionamento lacustre con sedimentazione di fanghi organici laminati tipo dy nell'Olocene antico, è stata riscontrata in tre laghi intermorenici; (d)La successione di alternanze organico-carbonatiche, tipiche del medio Olocene prima dell'impianto degli abitati palafitticoli. Il motivo "a bande" richiama un motivo di cicliche oscillazioni dei livelli lacustri ed è ben documentato nelle successioni del paleolago Lavagnone e del Lago Lucone; (e)L'impatto abrupto degli abitati palafitticoli durante l'antica età del Bronzo determina il collasso degli ecosistemi limnici naturali nei laghi più piccoli (Lavagnone, Lucone) e profonde trasformazioni nei meccanismi di dispersione e deposizione dei resti vegetali, con particolare riguardo alle associazioni polliniche che si accumulano nella colonna d'acqua in prossimità del margine degli abitati palafitticoli; (f)Al Lago Lucone e al Laghetto di Castellaro Lagusello è stato possibile documentare la sequenza deposizionale successiva alla conclusione dell'episodio degli abitati lacustri nell'Età del Bronzo Recente. In particolare nella sequenza del Lago Lucone, durante la tarda Età del Ferro e in Età romana si osservano nuove fasi di antropizzazione e una corrispondente intensificazione della sedimentazione di fanghi organici nel laghetto. Viceversa, nell'Alto Medioevo, le attività agricole vengono abbandonate, come documentato dalle associazioni polliniche e da sedimentazione carbonatica predominante. Un deciso incremento del tasso di deforestazione ed espansione delle aree agricole si registra all'inizio del tardo medioevo (X-XI sec. AD), fino alla bonifica del Lago alla fine del XV sec. AD, da allora ridotto ad una piccola palude; Le sequenze sedimentarie di questi laghetti conservano dunque importanti archivi naturali, oltre che archeologici. La conservazione di questi archivi sedimentari è gravemente minacciata dalle attività agricole e dalle opere infrastrutturali.

Introduzione allo studio stratigrafico e paleoecologico dei laghi intramorenici del Garda

RAVAZZI Cesare;BADINO Federica;FURLANETTO Giulia;MONEGATO Giovanni;PINI Roberta;
2019

Abstract

L'anfiteatro morenico costruito dal ghiacciaio del Garda in Italia Settentrionale comprende più di 40 laghetti intermorenici, che contengono importanti archivi stratigrafici per la storia ambientale, climatica e culturale della regione del Garda durante gli ultimi 21 mila anni. Nel presente lavoro si esamina innanzitutto il riempimento sedimentario di questi bacini con riguardo alla classificazione e nomenclatura dei peculiari sedimenti carbonatici e organici che vi si sono accumulati, senza tuttavia spingersi all'analisi di facies. Le denominazioni di tipici depositi lacustri - gyttja, dy, sapropel, fango carbonatico, torba - vengono discusse allo scopo di precisarne l'impiego nei piccoli laghi a sedimentazione carbonatico-organica di bassa profondità. I laghetti intermorenici dell'anfiteatro gardesano sono laghi chiusi, senza un emissario, i quali, dopo l'estinzione del sistema idrografico fluvioglaciale, sono stati caratterizzati da sedimentazione chimica e biogenica caratterizzata da alternanze e mescolanze di componenti organici e carbonatici. Le sequenze sedimentarie finora studiate abbracciano interamente il tardoglaciale e gran parte dell'Olocene, ma sono troncate superiormente dalle attività agricole, che spesso hanno asportato i depositi posteriori all'età del Bronzo. Sono stati selezionati e brevemente presentati alcuni dei principali eventi paleoecologici documentati da studi paleobotanici-stratigrafici, in particolare: (a)La storia del Lago Lucone di Polpenazze del Garda durante le prime fasi dell'ultima culminazione glaciale del Pleistocene Superiore, allorchè il bacino si presentava come un lago di contatto glaciale, talora alimentato da corsi d'acqua margino-glaciali; (b)La storia dell'ultima deglaciazione al Lago Paùl di Manerba (prosciugato all'inizio del XX secolo); in particolare la transizione da una fase di apporto di silt di fusione glaciale, ricco di microfossili rimaneggiati dall'erosione subglaciale, ad una fase di precipitazione chimica e biochimica di carbonati (fanghi carbonatici e gyttja carbonatica). La transizione è ben datata a 17,5 mila anni calendario; (c)Gli episodi di alto stazionamento lacustre con sedimentazione di fanghi organici laminati tipo dy nell'Olocene antico, è stata riscontrata in tre laghi intermorenici; (d)La successione di alternanze organico-carbonatiche, tipiche del medio Olocene prima dell'impianto degli abitati palafitticoli. Il motivo "a bande" richiama un motivo di cicliche oscillazioni dei livelli lacustri ed è ben documentato nelle successioni del paleolago Lavagnone e del Lago Lucone; (e)L'impatto abrupto degli abitati palafitticoli durante l'antica età del Bronzo determina il collasso degli ecosistemi limnici naturali nei laghi più piccoli (Lavagnone, Lucone) e profonde trasformazioni nei meccanismi di dispersione e deposizione dei resti vegetali, con particolare riguardo alle associazioni polliniche che si accumulano nella colonna d'acqua in prossimità del margine degli abitati palafitticoli; (f)Al Lago Lucone e al Laghetto di Castellaro Lagusello è stato possibile documentare la sequenza deposizionale successiva alla conclusione dell'episodio degli abitati lacustri nell'Età del Bronzo Recente. In particolare nella sequenza del Lago Lucone, durante la tarda Età del Ferro e in Età romana si osservano nuove fasi di antropizzazione e una corrispondente intensificazione della sedimentazione di fanghi organici nel laghetto. Viceversa, nell'Alto Medioevo, le attività agricole vengono abbandonate, come documentato dalle associazioni polliniche e da sedimentazione carbonatica predominante. Un deciso incremento del tasso di deforestazione ed espansione delle aree agricole si registra all'inizio del tardo medioevo (X-XI sec. AD), fino alla bonifica del Lago alla fine del XV sec. AD, da allora ridotto ad una piccola palude; Le sequenze sedimentarie di questi laghetti conservano dunque importanti archivi naturali, oltre che archeologici. La conservazione di questi archivi sedimentari è gravemente minacciata dalle attività agricole e dalle opere infrastrutturali.
2019
Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali - IDPA - Sede Venezia
Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria - IGAG
Istituto di Geoscienze e Georisorse - IGG - Sede Pisa
Dipartimento di Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l'Ambiente - DSSTTA
978-88-99547-29-5
Stratigrafia lacustre
Palafitte
Paleoambiente
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/386997
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