In molti paesi la possibilità di impiegare oli vegetali di semi come materiale di partenza per la produzione di biodiesel riscuote ormai grande interesse, per effetto dei molteplici vantaggi derivanti dalla bassa tossicità, dall’alta percentuale di biodegradabilità e dall’impiego di fonti rinnovabili. Il girasole (Helianthus annus L.) risulta tra le quattro colture annuali più importanti per la produzione di olio di semi nel mondo. Il suo olio, infatti, ricco in vitamina E ed acidi grassi insaturi quali oleico e linoleico, si presta ottimamente anche per la produzione di biodiesel. Diversi studi sono stati condotti sulla possibilità di variare la composizione acidica dell’olio di girasole per fini nutrizionali (linee ad alto contenuto di acido oleico ottenute via mutagenesi chimica), mentre poche informazioni sono reperibili per quanto riguarda la modulazione della composizione acidica per fini industriali. Attualmente è possibile impiegare l’olio di girasole per l’ottenimento di biodiesel solo attraverso un processo ad alto impatto ambientale, di trans-esterificazione che ha lo scopo di ridurre la viscosità dell’olio. La tecnica del TILLING (Targeting Induced Local Lesions IN Genomes) rappresenta un potente strumento per l’identificazione di nuova variabilità di geni implicati nei processi di sintesi degli acidi grassi. Uno stock di 7000 semi di una cultivar di girasole è stato mutagenizzato con EMS a diverse concentrazioni, al fine di stabilire la concentrazione ideale per una accettabile quota di germinabilità. Sono state ottenute 1200 piante M1 poi autofecondate e le progenie M2 ottenute per single seed descent sono state caratterizzate per la presenza di fenotipi mutanti. Sono stati osservati differenti tipi di mutazioni per quanto riguarda il contenuto di clorofilla delle foglie, la loro forma e grandezza, aspetto e dimensione del fusto. In seguito alla caratterizzazione fenotipica, la popolazione sarà analizzata mediante tecnica TILLING per due geni housekeeping, per poter calcolare le frequenze di mutazione. Al fine di incrementare il numero totale di piante M2,una nuova popolazione M1 di 6000 piante è stata ottenuta a seguito del trattamento mutageno e della successiva autofecondazione. L’ampliamento della popolazione M2 consentirà di ottenere un numero finale di 6000 piante.
Sviluppo di nuova variabilità in una popolazione TILLING di girasole.
Sabetta W;
2008
Abstract
In molti paesi la possibilità di impiegare oli vegetali di semi come materiale di partenza per la produzione di biodiesel riscuote ormai grande interesse, per effetto dei molteplici vantaggi derivanti dalla bassa tossicità, dall’alta percentuale di biodegradabilità e dall’impiego di fonti rinnovabili. Il girasole (Helianthus annus L.) risulta tra le quattro colture annuali più importanti per la produzione di olio di semi nel mondo. Il suo olio, infatti, ricco in vitamina E ed acidi grassi insaturi quali oleico e linoleico, si presta ottimamente anche per la produzione di biodiesel. Diversi studi sono stati condotti sulla possibilità di variare la composizione acidica dell’olio di girasole per fini nutrizionali (linee ad alto contenuto di acido oleico ottenute via mutagenesi chimica), mentre poche informazioni sono reperibili per quanto riguarda la modulazione della composizione acidica per fini industriali. Attualmente è possibile impiegare l’olio di girasole per l’ottenimento di biodiesel solo attraverso un processo ad alto impatto ambientale, di trans-esterificazione che ha lo scopo di ridurre la viscosità dell’olio. La tecnica del TILLING (Targeting Induced Local Lesions IN Genomes) rappresenta un potente strumento per l’identificazione di nuova variabilità di geni implicati nei processi di sintesi degli acidi grassi. Uno stock di 7000 semi di una cultivar di girasole è stato mutagenizzato con EMS a diverse concentrazioni, al fine di stabilire la concentrazione ideale per una accettabile quota di germinabilità. Sono state ottenute 1200 piante M1 poi autofecondate e le progenie M2 ottenute per single seed descent sono state caratterizzate per la presenza di fenotipi mutanti. Sono stati osservati differenti tipi di mutazioni per quanto riguarda il contenuto di clorofilla delle foglie, la loro forma e grandezza, aspetto e dimensione del fusto. In seguito alla caratterizzazione fenotipica, la popolazione sarà analizzata mediante tecnica TILLING per due geni housekeeping, per poter calcolare le frequenze di mutazione. Al fine di incrementare il numero totale di piante M2,una nuova popolazione M1 di 6000 piante è stata ottenuta a seguito del trattamento mutageno e della successiva autofecondazione. L’ampliamento della popolazione M2 consentirà di ottenere un numero finale di 6000 piante.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


