L'immagine più diffusa dell'attività di valutazione la ritrae come realizzata attraverso l'impiego di valutatori indipendenti e mirante a fornire ai policy maker e alla comunità degli stakeholder evidenze (non distorte dagli interessi dei soggetti finanziati) sulla buona esecuzione del progetto e sulla sua efficacia. Il vantaggio di questo approccio valutativo è sicuramente l'autonomia di giudizio di cui gode il valutatore esterno, che ha la possibilità di valutare il processo e l'efficacia del progetto implementato, soddisfacendo il principio dell'accountability, apportando una visione "terza". L'altro lato della medaglia è che questa indipendenza, che concretamente si traduce in una distanza dai processi implementativi e di definizione delle decisioni oltre che in un'asincronia temporale, non riesce tuttavia favorire il processo di apprendimento interno al progetto. In realtà, esiste però un altro modo di condurre la valutazione, che potrebbe avere un ruolo fondamentale nell'ambito delle sperimentazioni sociali l'attività di valutazione, svolta all'interno del progetto, in modo da contribuire alla sua definizione. In tale modello il valutatore conosce molto bene l'oggetto della valutazione, ovvero il processo che dovrà valutare, essendo lui stesso partner del progetto. Sin dall'inizio il valutatore è coinvolto nel processo di implementazione del progetto, oltre che nelle attività realizzate. Certamente in quest'ultimo caso si osserva una perdita di autonomia del valutatore coinvolto, perdita compensata da due importanti vantaggi: innanzi tutto l'approccio valutativo individuare preventivamente le falle procedurali emergenti e di porvi rimedio con tempestività, in secondo luogo gli apprendimenti acquisiti possono essere immediatamente trasformati in modifiche dell'intervento. Va infatti considerato che nei progetti che rappresentano innovazione sociale le caratteristiche dell'intervento non vengono disegnate rigidamente in una fase iniziale, ma sono oggetto di continua rielaborazione a partire dai feedback ottenuti dall'azione. E' una filosofia di analisi connaturata all'approccio della ricerca-azione, in cui si asserisce che si può conoscere solo provando a modificare la realtà, e questa conoscenza diviene input per la definizione del modello di intervento. Questo contributo vuole portare l'esperienza avuta nell'ambito di un progetto sul sostegno a giovani migranti con basse competenze linguistiche, per favorire la loro inclusione scolastica e sociale. Il modello innovativo di intervento è stato inizialmente sperimentato nell'ambito del progetto "Oltre i Muri", ed è attualmente riproposto in forma evoluta nel progetto Young IN&Up, entrambi finanziati dal Fondo Asilo e Migrazioni. Il promotore del progetto è Piazza dei Mestieri, una Fondazione che porta avanti un complesso modello di intervento per i giovani in difficoltà basato su proposte formative, di lavoro e per il tempo libero. Esso ha voluto coinvolgere un soggetto esperto in valutazione delle politiche sociali, per una molteplice serie di motivi: -Ricevere un contributo per la modellizzazione del progetto -Ottenere delle indicazioni per la trasferibilità dell'approccio (lo scambio di buone pratiche rappresenta la principale finalità del bando con cui il progetto è finanziato) -Ottenere evidenze con cui realizzare la progettazione di dettaglio dell'intervento -Ottenere evidenze sull'efficacia dell'approccio in modo da sostenerne la replicabilità su vasta scala. Nel progetto "Oltre i Muri" la possibilità di intervenire in itinere è risultata fondamentale, da un lato per cambiare il progetto in itinere e renderlo così più efficace, dall'altro per affinarne la seconda edizione. Il contributo presentato vuole mostrare il contributo che l'attività valutativa può dare alla realizzazione di buone politiche di welfare, attraverso gli esempi delle lezioni apprese che hanno portato a un continuo miglioramento dell'intervento. Un esempio, in tal senso è stata la rimodulazione del target del progetto. Le segnalazioni dei docenti avevano orientato la costruzione degli interventi educativi volti al recupero di giovani con propensione al bullismo, tuttavia in fase di analisi e valutazione delle schede di selezione è risultato evidente che la problematica principale dei ragazzi fosse la carenza di competenze linguistiche, non la violenza. Tale apprendimento, emerso dalla valutazione iniziale, ha permesso di ricalibrare gli interventi educativi rendendoli quindi maggiormente efficaci. Durante la valutazione del progetto è altresì emersa l'importanza dell'affinamento degli strumenti per la selezione iniziale, in modo da poter cogliere e compensare la multiproblematicità degli studenti coinvolti nel progetto, attraverso percorsi differenziati. Per quanto le problematiche linguistiche siano predominanti, vi sono anche problemi di inclusione nel contesto scolastico e di bassa motivazione degli studenti. Proprio per i ragazzi con questo profilo, sono stati pensati dei percorsi differenziati volti a lavorare sulla motivazione e sullo sviluppo delle competenze trasversali, attraverso percorsi artistico-esperienziali. Infine, la valutazione del progetto ha imposto un ripensamento dei moduli pedagogici attivati, imponendo un focus maggiore sull'apprendimento dell'italiano L2, a discapito della matematica e dell'inglese. I risultati ottenuti dalle analisi dei test delle tre materie hanno permesso di osservare l'importanza di concentrarsi sugli apprendimenti linguistici, attraverso un rafforzamento delle ore riservate all'insegnamento della materia, per favorire l'intero processo di integrazione nel contesto scolastico.

Il ruolo della valutazione nelle politiche per l'inclusione scolastica dei migranti

2019

Abstract

L'immagine più diffusa dell'attività di valutazione la ritrae come realizzata attraverso l'impiego di valutatori indipendenti e mirante a fornire ai policy maker e alla comunità degli stakeholder evidenze (non distorte dagli interessi dei soggetti finanziati) sulla buona esecuzione del progetto e sulla sua efficacia. Il vantaggio di questo approccio valutativo è sicuramente l'autonomia di giudizio di cui gode il valutatore esterno, che ha la possibilità di valutare il processo e l'efficacia del progetto implementato, soddisfacendo il principio dell'accountability, apportando una visione "terza". L'altro lato della medaglia è che questa indipendenza, che concretamente si traduce in una distanza dai processi implementativi e di definizione delle decisioni oltre che in un'asincronia temporale, non riesce tuttavia favorire il processo di apprendimento interno al progetto. In realtà, esiste però un altro modo di condurre la valutazione, che potrebbe avere un ruolo fondamentale nell'ambito delle sperimentazioni sociali l'attività di valutazione, svolta all'interno del progetto, in modo da contribuire alla sua definizione. In tale modello il valutatore conosce molto bene l'oggetto della valutazione, ovvero il processo che dovrà valutare, essendo lui stesso partner del progetto. Sin dall'inizio il valutatore è coinvolto nel processo di implementazione del progetto, oltre che nelle attività realizzate. Certamente in quest'ultimo caso si osserva una perdita di autonomia del valutatore coinvolto, perdita compensata da due importanti vantaggi: innanzi tutto l'approccio valutativo individuare preventivamente le falle procedurali emergenti e di porvi rimedio con tempestività, in secondo luogo gli apprendimenti acquisiti possono essere immediatamente trasformati in modifiche dell'intervento. Va infatti considerato che nei progetti che rappresentano innovazione sociale le caratteristiche dell'intervento non vengono disegnate rigidamente in una fase iniziale, ma sono oggetto di continua rielaborazione a partire dai feedback ottenuti dall'azione. E' una filosofia di analisi connaturata all'approccio della ricerca-azione, in cui si asserisce che si può conoscere solo provando a modificare la realtà, e questa conoscenza diviene input per la definizione del modello di intervento. Questo contributo vuole portare l'esperienza avuta nell'ambito di un progetto sul sostegno a giovani migranti con basse competenze linguistiche, per favorire la loro inclusione scolastica e sociale. Il modello innovativo di intervento è stato inizialmente sperimentato nell'ambito del progetto "Oltre i Muri", ed è attualmente riproposto in forma evoluta nel progetto Young IN&Up, entrambi finanziati dal Fondo Asilo e Migrazioni. Il promotore del progetto è Piazza dei Mestieri, una Fondazione che porta avanti un complesso modello di intervento per i giovani in difficoltà basato su proposte formative, di lavoro e per il tempo libero. Esso ha voluto coinvolgere un soggetto esperto in valutazione delle politiche sociali, per una molteplice serie di motivi: -Ricevere un contributo per la modellizzazione del progetto -Ottenere delle indicazioni per la trasferibilità dell'approccio (lo scambio di buone pratiche rappresenta la principale finalità del bando con cui il progetto è finanziato) -Ottenere evidenze con cui realizzare la progettazione di dettaglio dell'intervento -Ottenere evidenze sull'efficacia dell'approccio in modo da sostenerne la replicabilità su vasta scala. Nel progetto "Oltre i Muri" la possibilità di intervenire in itinere è risultata fondamentale, da un lato per cambiare il progetto in itinere e renderlo così più efficace, dall'altro per affinarne la seconda edizione. Il contributo presentato vuole mostrare il contributo che l'attività valutativa può dare alla realizzazione di buone politiche di welfare, attraverso gli esempi delle lezioni apprese che hanno portato a un continuo miglioramento dell'intervento. Un esempio, in tal senso è stata la rimodulazione del target del progetto. Le segnalazioni dei docenti avevano orientato la costruzione degli interventi educativi volti al recupero di giovani con propensione al bullismo, tuttavia in fase di analisi e valutazione delle schede di selezione è risultato evidente che la problematica principale dei ragazzi fosse la carenza di competenze linguistiche, non la violenza. Tale apprendimento, emerso dalla valutazione iniziale, ha permesso di ricalibrare gli interventi educativi rendendoli quindi maggiormente efficaci. Durante la valutazione del progetto è altresì emersa l'importanza dell'affinamento degli strumenti per la selezione iniziale, in modo da poter cogliere e compensare la multiproblematicità degli studenti coinvolti nel progetto, attraverso percorsi differenziati. Per quanto le problematiche linguistiche siano predominanti, vi sono anche problemi di inclusione nel contesto scolastico e di bassa motivazione degli studenti. Proprio per i ragazzi con questo profilo, sono stati pensati dei percorsi differenziati volti a lavorare sulla motivazione e sullo sviluppo delle competenze trasversali, attraverso percorsi artistico-esperienziali. Infine, la valutazione del progetto ha imposto un ripensamento dei moduli pedagogici attivati, imponendo un focus maggiore sull'apprendimento dell'italiano L2, a discapito della matematica e dell'inglese. I risultati ottenuti dalle analisi dei test delle tre materie hanno permesso di osservare l'importanza di concentrarsi sugli apprendimenti linguistici, attraverso un rafforzamento delle ore riservate all'insegnamento della materia, per favorire l'intero processo di integrazione nel contesto scolastico.
2019
Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile - IRCrES
Valutazione delle politiche pubbliche
innovazione sociale
migranti
inclusione scolastica
ruolo del valutatore
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/394659
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