Oltrepassato il Promontorio di Ter-racina, il primo valico appenninico che nel IV sec. a.C. il percorso della Via Appia doveva superare nel suo dirigersi a sud verso la cittadina di Capua si trovava nella dorsale dei Monti Aurunci, tra le moderne cittadine di Fondi e Itri. La strada consolare attraversava un paesaggio prima collinare e poi montuoso, scosceso e morfologicamente articolato. In questo lavoro vengono presentati i risultati di uno studio scientifico multidisciplinare focalizzato alla comprensione dei rapporti esistenti tra la realizzazione dell'opera viaria e le carat-teristiche geologiche dell'ambiente che la circondava, non solo in epoca romana ma anche nei secoli successivi fino all'era moderna. L'assetto tettonico e le condizioni morfologiche del paesaggio, in particolare, condizionarono la scelta del tracciato, imposero audaci soluzioni ingegneristiche per il superamento degli ostacoli più impervi, e offrirono un'im-portante risorsa di materie prime disponibli in loco. Questo tratto della Via Appia antica venne ristrutturato in epoca imperiale (III sec. d.C) con la messa in posto di un basolato in pietra lavica alloctono, la cui origine viene investigata attraverso ana-lisi minero-petrografiche e isotopiche. Successivamente, in epoca Borbonica (XVIII-XIX sec. d.C.), una successiva fase di manutenzione del tracciato attinse nuovamente alle risorse locali con ulteriori e significative modificazioni al paesaggio circostante, rinnovando in tal modo la mutua interazione tra opera an-tropica ed ambiente geologico.
La Via Appia antica al valico dei Monti Aurunci: aspetti geologici e geomorfologici
Emiliano Di Luzio
2021
Abstract
Oltrepassato il Promontorio di Ter-racina, il primo valico appenninico che nel IV sec. a.C. il percorso della Via Appia doveva superare nel suo dirigersi a sud verso la cittadina di Capua si trovava nella dorsale dei Monti Aurunci, tra le moderne cittadine di Fondi e Itri. La strada consolare attraversava un paesaggio prima collinare e poi montuoso, scosceso e morfologicamente articolato. In questo lavoro vengono presentati i risultati di uno studio scientifico multidisciplinare focalizzato alla comprensione dei rapporti esistenti tra la realizzazione dell'opera viaria e le carat-teristiche geologiche dell'ambiente che la circondava, non solo in epoca romana ma anche nei secoli successivi fino all'era moderna. L'assetto tettonico e le condizioni morfologiche del paesaggio, in particolare, condizionarono la scelta del tracciato, imposero audaci soluzioni ingegneristiche per il superamento degli ostacoli più impervi, e offrirono un'im-portante risorsa di materie prime disponibli in loco. Questo tratto della Via Appia antica venne ristrutturato in epoca imperiale (III sec. d.C) con la messa in posto di un basolato in pietra lavica alloctono, la cui origine viene investigata attraverso ana-lisi minero-petrografiche e isotopiche. Successivamente, in epoca Borbonica (XVIII-XIX sec. d.C.), una successiva fase di manutenzione del tracciato attinse nuovamente alle risorse locali con ulteriori e significative modificazioni al paesaggio circostante, rinnovando in tal modo la mutua interazione tra opera an-tropica ed ambiente geologico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.