Poster 5 Le pandemie nella storia delle città, XII Giornata Internazionale di Studio INU La documentazione storica di natura contabile non è tra quelle preferite dagli studiosi, in quanto si parte dal preconcetto che i numeri sono aridi. Invece essi ci possono raccontare tanto, soprattutto se sono rintracciabili tra i documenti degli antichi banchi pubblici operativi a Napoli tra la fine del XVI alla fine del XVIII secolo. Le fedi di credito, i libri maggiori, i giornali copiapolizze, le pandette conservate nell'Archivio Storico del Banco di Napoli, per le loro caratteristiche uniche nel loro genere, ci permettono di far luce su quel momento così triste per Napoli e il Mezzogiorno, la peste del 1656. Queste istituzioni ebbero una grande importanza in quel periodo, perché, oltre a dimostrare che le attività economiche non si fermarono, erogarono migliaia di ducati per aiutare l'amministrazione cittadina ad affrontare l'emergenza del territorio. Attraverso le polizze si costruirà una story map dei luoghi più significativi dell'epidemia, dalle strade infestate dai cadaveri, alle case dei nobili chiuse per evitare il contagio, ai lazzaretti di terra e di mare, agli ospedali trasformati per accogliere gli appestati, ai cimiteri/fosse comuni per raccogliere le centinaia di migliaia di corpi senza vita, al fuoco acceso per purificare e cancellare i corpi e ogni loro bene terreno contaminato, alle frontiere di terra e di mare, con i controlli delle guardie alle porte della città e alle spiagge e marine.
I luoghi della peste del 1656 a Napoli attraverso le antiche polizze dei banchi pubblici
Paola Avallone;Raffaella Salvemini;
2020
Abstract
Poster 5 Le pandemie nella storia delle città, XII Giornata Internazionale di Studio INU La documentazione storica di natura contabile non è tra quelle preferite dagli studiosi, in quanto si parte dal preconcetto che i numeri sono aridi. Invece essi ci possono raccontare tanto, soprattutto se sono rintracciabili tra i documenti degli antichi banchi pubblici operativi a Napoli tra la fine del XVI alla fine del XVIII secolo. Le fedi di credito, i libri maggiori, i giornali copiapolizze, le pandette conservate nell'Archivio Storico del Banco di Napoli, per le loro caratteristiche uniche nel loro genere, ci permettono di far luce su quel momento così triste per Napoli e il Mezzogiorno, la peste del 1656. Queste istituzioni ebbero una grande importanza in quel periodo, perché, oltre a dimostrare che le attività economiche non si fermarono, erogarono migliaia di ducati per aiutare l'amministrazione cittadina ad affrontare l'emergenza del territorio. Attraverso le polizze si costruirà una story map dei luoghi più significativi dell'epidemia, dalle strade infestate dai cadaveri, alle case dei nobili chiuse per evitare il contagio, ai lazzaretti di terra e di mare, agli ospedali trasformati per accogliere gli appestati, ai cimiteri/fosse comuni per raccogliere le centinaia di migliaia di corpi senza vita, al fuoco acceso per purificare e cancellare i corpi e ogni loro bene terreno contaminato, alle frontiere di terra e di mare, con i controlli delle guardie alle porte della città e alle spiagge e marine.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.