L'utilizzo delle radiazioni non ionizzanti è da tempo considerato una modalità non invasiva di intervento in ambito estetico. Poter agire sulle varie parti del corpo, anche in profondità, senza dover ricorrere ad un approccio più tradizionale come quello chirurgico ha indotto una sempre più ampia platea di persone, siano essi operatori del settore o semplici fruitori, a considerare a basso rischio le apparecchiature basate sull'emissione di radiazioni non ionizzanti (nella fattispecie di campi elettromagnetici, radiazioni ottiche, ultrasuoni).In realtà, proprio perché queste apparecchiature sono state progettate al fine di causare delle modificazioni biologiche visibili, il loro utilizzo può essere causa di effetti collaterali per la salute, anche gravi, sia di chi si sottopone ai trattamenti, sia degli operatori (ICNIRP, 2020) Nonostante i possibili effetti nocivi per la salute, il rapido sviluppo tecnologico in questo ambito ha portato alla diffusione di apparecchi ancora privi delle corrispondenti norme tecniche che ne assicurino i requisiti minimi di sicurezza in relazione allo specifico rischio biofisico che il loro utilizzo introduce. Tale fatto è inoltre associato spesso alla mancanza di un'adeguata formazione ed informazione da rivolgere sia agli operatori, sia a chi si sottopone ai trattamenti, che permettano l'utilizzo in sicurezza di queste nuove tipologie di apparecchiature. Una delle tecnologie che si sta diffondendo rapidamente negli ultimi tempi anche in Italia, soprattutto all'interno dei centri estetici, è quella della stimolazione muscolare mediante induzione magnetica. L'utilizzo di queste apparecchiature si è diffuso anche tra coloro che non essendo potuti andare in palestra a causa delle restrizioni dovute all'attuale emergenza sanitaria (Covid-19), vorrebbero sfruttare l'efficacia pubblicizzata di questi apparecchi per riacquistare una buona tonicità muscolare. Tuttavia, le implicazioni protezionistiche degli stimolatori magnetici sono di natura diversa rispetto ai tradizionali stimolatori elettrici, in quanto le correnti elettriche necessarie alla stimolazione muscolare non sono applicate direttamente tramite elettrodi, ma sono indotte nel corpo grazie al fenomeno dell'induzione elettromagnetica, descritto dalla legge di Faraday: Tale modalità è del tutto simile a quanto avviene nella stimolazione magnetica transcranica utilizzata da tempo in ambito clinico per il trattamento e la diagnosi di malattie neurodegenerative. In tali apparati sono presenti delle bobine nelle quali scorrono correnti variabili nel tempo che producono campi magnetici nello spazio circostante ed in particolare nel corpo del soggetto sottoposto al trattamento. Secondo la legge di Faraday, questi campi magnetici, anch'essi variabili nel tempo, generano campi elettrici che in un mezzo conduttivo come il corpo umano danno luogo alle correnti elettriche indotte il cui scopo è la stimolazione dei tessuti nervosi elettricamente eccitabili (Rotenberg, 2014). Nel caso degli stimolatori muscolari, la bobina, mantenuta vicino al muscolo da trattare, è in grado di attivare la contrazione muscolare. Ne consegue che nel caso degli stimolatori muscolari magnetici le implicazioni protezionistiche comprendono quelle connesse alle esposizioni a campi magnetici sia dei soggetti trattati che degli operatori. Infatti, un operatore, che si trovi ad utilizzare la sorgente ad una distanza ravvicinata (ad esempio tenendo l'applicatore in posizione con le mani), potrebbe essere esposto a livelli di campo magnetico molto elevati, tali da superare i valori di azione fissati per i lavoratori professionalmente esposti secondo quanto previsto dal D.lgs. 81/08. Al fine di limitare l'esposizione di operatori ed evitare esposizioni indebite di tutti coloro che potrebbero trovarsi nei pressi del macchinario in funzione, devono essere previste idonee misure di prevenzione e protezione. Da una parte risulta necessario adeguare la normativa tecnica al fine di imporre un'adeguata valutazione del rischio da parte dei produttori di tali apparecchiature, i cui risultati dovrebbero essere inseriti nei manuali di utilizzo. Dall'altra occorre effettuare un'adeguata formazione degli utilizzatori di tali apparati al fine di utilizzarli in modo sicuro. Nel presente lavoro verranno analizzati i suddetti aspetti, fornendo un possibile approccio per la gestione del rischio con particolare riguardo all'esposizione ai campi magnetici degli operatori.

Stimolatori muscolari ad uso estetico come sorgenti rilevanti di campo magnetico: aspetti protezionistici

Moreno Comelli;Nicola Zoppetti
2021

Abstract

L'utilizzo delle radiazioni non ionizzanti è da tempo considerato una modalità non invasiva di intervento in ambito estetico. Poter agire sulle varie parti del corpo, anche in profondità, senza dover ricorrere ad un approccio più tradizionale come quello chirurgico ha indotto una sempre più ampia platea di persone, siano essi operatori del settore o semplici fruitori, a considerare a basso rischio le apparecchiature basate sull'emissione di radiazioni non ionizzanti (nella fattispecie di campi elettromagnetici, radiazioni ottiche, ultrasuoni).In realtà, proprio perché queste apparecchiature sono state progettate al fine di causare delle modificazioni biologiche visibili, il loro utilizzo può essere causa di effetti collaterali per la salute, anche gravi, sia di chi si sottopone ai trattamenti, sia degli operatori (ICNIRP, 2020) Nonostante i possibili effetti nocivi per la salute, il rapido sviluppo tecnologico in questo ambito ha portato alla diffusione di apparecchi ancora privi delle corrispondenti norme tecniche che ne assicurino i requisiti minimi di sicurezza in relazione allo specifico rischio biofisico che il loro utilizzo introduce. Tale fatto è inoltre associato spesso alla mancanza di un'adeguata formazione ed informazione da rivolgere sia agli operatori, sia a chi si sottopone ai trattamenti, che permettano l'utilizzo in sicurezza di queste nuove tipologie di apparecchiature. Una delle tecnologie che si sta diffondendo rapidamente negli ultimi tempi anche in Italia, soprattutto all'interno dei centri estetici, è quella della stimolazione muscolare mediante induzione magnetica. L'utilizzo di queste apparecchiature si è diffuso anche tra coloro che non essendo potuti andare in palestra a causa delle restrizioni dovute all'attuale emergenza sanitaria (Covid-19), vorrebbero sfruttare l'efficacia pubblicizzata di questi apparecchi per riacquistare una buona tonicità muscolare. Tuttavia, le implicazioni protezionistiche degli stimolatori magnetici sono di natura diversa rispetto ai tradizionali stimolatori elettrici, in quanto le correnti elettriche necessarie alla stimolazione muscolare non sono applicate direttamente tramite elettrodi, ma sono indotte nel corpo grazie al fenomeno dell'induzione elettromagnetica, descritto dalla legge di Faraday: Tale modalità è del tutto simile a quanto avviene nella stimolazione magnetica transcranica utilizzata da tempo in ambito clinico per il trattamento e la diagnosi di malattie neurodegenerative. In tali apparati sono presenti delle bobine nelle quali scorrono correnti variabili nel tempo che producono campi magnetici nello spazio circostante ed in particolare nel corpo del soggetto sottoposto al trattamento. Secondo la legge di Faraday, questi campi magnetici, anch'essi variabili nel tempo, generano campi elettrici che in un mezzo conduttivo come il corpo umano danno luogo alle correnti elettriche indotte il cui scopo è la stimolazione dei tessuti nervosi elettricamente eccitabili (Rotenberg, 2014). Nel caso degli stimolatori muscolari, la bobina, mantenuta vicino al muscolo da trattare, è in grado di attivare la contrazione muscolare. Ne consegue che nel caso degli stimolatori muscolari magnetici le implicazioni protezionistiche comprendono quelle connesse alle esposizioni a campi magnetici sia dei soggetti trattati che degli operatori. Infatti, un operatore, che si trovi ad utilizzare la sorgente ad una distanza ravvicinata (ad esempio tenendo l'applicatore in posizione con le mani), potrebbe essere esposto a livelli di campo magnetico molto elevati, tali da superare i valori di azione fissati per i lavoratori professionalmente esposti secondo quanto previsto dal D.lgs. 81/08. Al fine di limitare l'esposizione di operatori ed evitare esposizioni indebite di tutti coloro che potrebbero trovarsi nei pressi del macchinario in funzione, devono essere previste idonee misure di prevenzione e protezione. Da una parte risulta necessario adeguare la normativa tecnica al fine di imporre un'adeguata valutazione del rischio da parte dei produttori di tali apparecchiature, i cui risultati dovrebbero essere inseriti nei manuali di utilizzo. Dall'altra occorre effettuare un'adeguata formazione degli utilizzatori di tali apparati al fine di utilizzarli in modo sicuro. Nel presente lavoro verranno analizzati i suddetti aspetti, fornendo un possibile approccio per la gestione del rischio con particolare riguardo all'esposizione ai campi magnetici degli operatori.
2021
Istituto di Fisica Applicata - IFAC
Campi elettromagnetici
campo elettrico
campo magnetico
induzione magne
stimolatori muscolari
medicina estetica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/396232
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