Questi ultimi mesi hanno rappresentato un periodo straordinario per la scienza e la ricerca sotto molteplici punti di vista. Tutti hanno notato che durante la pandemia COVID-19, molti scienziati e ricercatori (soprattutto quelli di "prima linea") hanno ottenuto una visibilità notevole sui principali media. Allo stesso tempo hanno rappresentato un importante punto di riferimento all'interno di processi decisionali sensibili in una misura molto maggiore rispetto a prima della crisi. Tutti i settori della ricerca scientifica dedicata al Covid-19 hanno avuto un incremento esponenziale di pubblicazioni e brevetti anche di interesse sostanziale per applicazioni industriali. Questo settore di ricerca in pratica ha registrato un aumento considerevole da un lato di informazioni molto complesse ma strategiche, tecniche e specialistiche utilizzabili per i decisori politici. Contemporaneamente ha generato un flusso di informazioni di maggiore natura divulgativa, più semplici e chiare destinate al grande pubblico. Tutto questo ha sicuramente suscitato un nuovo e più intenso interesse per il processo scientifico nel suo complesso. Nello stesso periodo però un numero rimarchevole di laboratori di ricerca pubblici e dell'industria, del mondo universitario e interi centri di ricerca dei settori più disparati sono stati chiusi per lunghi periodi di tempo per arginare la diffusione del coronavirus. Insomma il mondo scientifico si è quasi sdoppiato. Questo sdoppiamento si è manifestato infatti sotto molteplici punti di vista. La pandemia si è presentata infatti come un evento critico costituito da molte variabili che possono cambiare nello spazio di pochi giorni; ha implicato decisioni da adottare rapidamente e soluzioni e risposte da mettere a punto e schierare altrettanto rapidamente. Questo significa che il fattore tempo ha giocato (e gioca tuttora) un ruolo critico: si è creata per questo una forte pressione di "tempo" sulla ricerca scientifica. I comparti scientifici coinvolti dal Covid hanno avuto a disposizione grandi risorse e investimenti che sono stati messi a disposizione in tempi brevi ma dovevano agire e produrre risultati altrettanto velocemente. Nel frattempo tutti gli altri settori o ricerche non immediatamente riconducibili alla pandemia, che non hanno invece rappresentato una priorità immediata perché interessano problemi considerati di lunga durata e non emergenziali, sono rimasti fermi.

Management ed ecosistemi della ricerca in tempo di Covid-19

Cannarella C;Piccioni V
2021

Abstract

Questi ultimi mesi hanno rappresentato un periodo straordinario per la scienza e la ricerca sotto molteplici punti di vista. Tutti hanno notato che durante la pandemia COVID-19, molti scienziati e ricercatori (soprattutto quelli di "prima linea") hanno ottenuto una visibilità notevole sui principali media. Allo stesso tempo hanno rappresentato un importante punto di riferimento all'interno di processi decisionali sensibili in una misura molto maggiore rispetto a prima della crisi. Tutti i settori della ricerca scientifica dedicata al Covid-19 hanno avuto un incremento esponenziale di pubblicazioni e brevetti anche di interesse sostanziale per applicazioni industriali. Questo settore di ricerca in pratica ha registrato un aumento considerevole da un lato di informazioni molto complesse ma strategiche, tecniche e specialistiche utilizzabili per i decisori politici. Contemporaneamente ha generato un flusso di informazioni di maggiore natura divulgativa, più semplici e chiare destinate al grande pubblico. Tutto questo ha sicuramente suscitato un nuovo e più intenso interesse per il processo scientifico nel suo complesso. Nello stesso periodo però un numero rimarchevole di laboratori di ricerca pubblici e dell'industria, del mondo universitario e interi centri di ricerca dei settori più disparati sono stati chiusi per lunghi periodi di tempo per arginare la diffusione del coronavirus. Insomma il mondo scientifico si è quasi sdoppiato. Questo sdoppiamento si è manifestato infatti sotto molteplici punti di vista. La pandemia si è presentata infatti come un evento critico costituito da molte variabili che possono cambiare nello spazio di pochi giorni; ha implicato decisioni da adottare rapidamente e soluzioni e risposte da mettere a punto e schierare altrettanto rapidamente. Questo significa che il fattore tempo ha giocato (e gioca tuttora) un ruolo critico: si è creata per questo una forte pressione di "tempo" sulla ricerca scientifica. I comparti scientifici coinvolti dal Covid hanno avuto a disposizione grandi risorse e investimenti che sono stati messi a disposizione in tempi brevi ma dovevano agire e produrre risultati altrettanto velocemente. Nel frattempo tutti gli altri settori o ricerche non immediatamente riconducibili alla pandemia, che non hanno invece rappresentato una priorità immediata perché interessano problemi considerati di lunga durata e non emergenziali, sono rimasti fermi.
2021
Istituto per i Sistemi Biologici - ISB (ex IMC)
management
centri di ricerca
covid 19
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/399196
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