I costi per far fronte ai danni provocati da catastrofi naturali in Italia ammontano in media a 3,5 miliardi di euro l'anno. E lo Stato non può più farsi carico di costi che, tra l'altro, aumentano progressivamente per le condizioni climatiche, che provocano nel nostro Paese conseguenze catastrofiche, e per la sua conformazione morfologica. Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Ambiente, sono a 'rischio elevato' per calamità naturali l'89% dei comuni umbri, l'87 di quelli lucani, l'86 in Molise, il 71 in Liguria e Val d'Aosta, il 68 in Abruzzo, il 44 in Lombardia. Il ragionamento è semplice: occorre prevedere una copertura assicurativa obbligatoria a difesa degli edifici, come ha proposto il ministro Corrado Clini. E come già avviene nei 21 paesi che hanno previsto un sistema pubblico o parzialmente privatizzato di assicurazione contro le calamità naturali, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Francia, Germania, Giappone, Spagna, Messico, Turchia e Romania. Un'adeguata copertura consentirebbe di far coprire i danni ai beni privati dalle compagnie del settore, lasciando all'intervento dello Stato solo le spese di primo soccorso e di ripristino delle opere e delle infrastrutture pubbliche. Le polizze andrebbero ovviamente parametrate sulla probabilità di accadimento nei diversi contesti territoriali, utilizzando sia le ricerche scientifiche, sia le serie storiche disponibili. Si potrebbero così supporre quattro livelli di intervento: franchigia a carico dell'assicurato, assicuratore diretto, riassicuratore privato e, solo in ultima istanza, lo Stato.

Un'assicurazione anti-catastrofi

Coviello Antonio
2012

Abstract

I costi per far fronte ai danni provocati da catastrofi naturali in Italia ammontano in media a 3,5 miliardi di euro l'anno. E lo Stato non può più farsi carico di costi che, tra l'altro, aumentano progressivamente per le condizioni climatiche, che provocano nel nostro Paese conseguenze catastrofiche, e per la sua conformazione morfologica. Secondo i dati ufficiali del ministero dell'Ambiente, sono a 'rischio elevato' per calamità naturali l'89% dei comuni umbri, l'87 di quelli lucani, l'86 in Molise, il 71 in Liguria e Val d'Aosta, il 68 in Abruzzo, il 44 in Lombardia. Il ragionamento è semplice: occorre prevedere una copertura assicurativa obbligatoria a difesa degli edifici, come ha proposto il ministro Corrado Clini. E come già avviene nei 21 paesi che hanno previsto un sistema pubblico o parzialmente privatizzato di assicurazione contro le calamità naturali, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Francia, Germania, Giappone, Spagna, Messico, Turchia e Romania. Un'adeguata copertura consentirebbe di far coprire i danni ai beni privati dalle compagnie del settore, lasciando all'intervento dello Stato solo le spese di primo soccorso e di ripristino delle opere e delle infrastrutture pubbliche. Le polizze andrebbero ovviamente parametrate sulla probabilità di accadimento nei diversi contesti territoriali, utilizzando sia le ricerche scientifiche, sia le serie storiche disponibili. Si potrebbero così supporre quattro livelli di intervento: franchigia a carico dell'assicurato, assicuratore diretto, riassicuratore privato e, solo in ultima istanza, lo Stato.
2012
Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo - IRISS
assicurazioni
calamità naturali
risk management
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/399260
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact