La chiesa ipogea denominata cripta del Gonfalone, in territorio di Tricase (Lecce), è datata al X-XV secolo. La decorazione pittorica parietale in origine si estendeva, verosimilmente, a tutte le superfici, compreso il soffitto, mentre oggi il gruppo di affreschi meglio visibile e più significativo è quello della Dormitio Virginis. Portato interamente alla luce negli anni '70, al suo interno sono riconoscibili due strati di palinsesto soprammessi. Viene qui presentato un contributo per la conoscenza delle pitture della cripta attraverso lo studio analitico riguardante l'identificazione dei pigmenti nei due strati pittorici della Dormitio Virginis. Lo studio è stato condotto attraverso analisi non distruttive in sito con la Fluorescenza a Raggi X. Sono stati effettuati alcuni microprelievi in punti chiave per osservazioni ottiche e stratigrafiche su sezioni lucide. I risultati suggeriscono la presenza di ocre rossa e gialla, terra d'ombra, orpimento, terra verde, tracce di malachite e nero carbone, alcuni dei quali con un uso diversificato nei due cicli pittorici. Il rifacimento del dipinto è attestato dalle sequenze stratigrafiche osservate microscopicamente.
Le pitture della cripta del Gonfalone a Tricase (Lecce): problematiche storico-artistiche e contributo alla identificazione dei pigmenti attraverso FRX portatile.
Calia A;Quarta G;Masieri M
2021
Abstract
La chiesa ipogea denominata cripta del Gonfalone, in territorio di Tricase (Lecce), è datata al X-XV secolo. La decorazione pittorica parietale in origine si estendeva, verosimilmente, a tutte le superfici, compreso il soffitto, mentre oggi il gruppo di affreschi meglio visibile e più significativo è quello della Dormitio Virginis. Portato interamente alla luce negli anni '70, al suo interno sono riconoscibili due strati di palinsesto soprammessi. Viene qui presentato un contributo per la conoscenza delle pitture della cripta attraverso lo studio analitico riguardante l'identificazione dei pigmenti nei due strati pittorici della Dormitio Virginis. Lo studio è stato condotto attraverso analisi non distruttive in sito con la Fluorescenza a Raggi X. Sono stati effettuati alcuni microprelievi in punti chiave per osservazioni ottiche e stratigrafiche su sezioni lucide. I risultati suggeriscono la presenza di ocre rossa e gialla, terra d'ombra, orpimento, terra verde, tracce di malachite e nero carbone, alcuni dei quali con un uso diversificato nei due cicli pittorici. Il rifacimento del dipinto è attestato dalle sequenze stratigrafiche osservate microscopicamente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.