L'ingresso delle truppe francesi in Piemonte (1536) aprì la seconda fase delle Guerre d'Italia, ultimo capitolo del lungo conflitto dinastico tra Carlo V d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, ed i suoi avversari della casa dei Valois, Francesco I e, dopo la morte di questi, il figlio Enrico II. Il controllo della pianura padana, ed in particolare del territorio emiliano, apparve ad entrambi i contendenti la conditio sine qua non per l'acquisizione o il mantenimento di qualunque egemonia nella penisola italiana, da realizzarsi soprattutto attraverso il massiccio ricorso ad alleanze con agenti locali, in grado di fornire un significativo appoggio militare alla causa imperiale o a quella francese. Ad avviarsi fu pertanto un meccanismo di contrattazione tra poteri 'centrali' e poteri 'locali', che traeva la sua ragion d'essere dallo stato permanente di conflitto e dai mutamenti dell'arte militare dell'epoca. Protagonisti di tale meccanismo furono da un lato le istituzioni militari e di governo imperiali operanti nel ducato di Milano (vera e propria base militare degli Asburgo in Italia) e dall'altro i grandi signori feudali rurali emiliani, gli attori militarmente più rilevanti operanti nel territorio.
Al servizio dell'Impero. Grandi signorie feudali e difesa della supremazia asburgica in Italia settentrionale. Il caso emiliano (1547-1559)
Michele Maria Rabà
2013
Abstract
L'ingresso delle truppe francesi in Piemonte (1536) aprì la seconda fase delle Guerre d'Italia, ultimo capitolo del lungo conflitto dinastico tra Carlo V d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, ed i suoi avversari della casa dei Valois, Francesco I e, dopo la morte di questi, il figlio Enrico II. Il controllo della pianura padana, ed in particolare del territorio emiliano, apparve ad entrambi i contendenti la conditio sine qua non per l'acquisizione o il mantenimento di qualunque egemonia nella penisola italiana, da realizzarsi soprattutto attraverso il massiccio ricorso ad alleanze con agenti locali, in grado di fornire un significativo appoggio militare alla causa imperiale o a quella francese. Ad avviarsi fu pertanto un meccanismo di contrattazione tra poteri 'centrali' e poteri 'locali', che traeva la sua ragion d'essere dallo stato permanente di conflitto e dai mutamenti dell'arte militare dell'epoca. Protagonisti di tale meccanismo furono da un lato le istituzioni militari e di governo imperiali operanti nel ducato di Milano (vera e propria base militare degli Asburgo in Italia) e dall'altro i grandi signori feudali rurali emiliani, gli attori militarmente più rilevanti operanti nel territorio.| File | Dimensione | Formato | |
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