Sempre più oggi i musei stanno abbracciando la sfida digitale, ma non c'è ancora una consapevolezza reale e condivisa di come far interagire contenuti virtuali e reali. Reale e virtuale continuano ad essere giustapposti ma non dialogano veramente, l'organizzazione delle collezioni e l'approccio comunicativo lungo i percorsi rimangono tradizionali. Nonostante il grande contributo che la multimedialità, la realtà virtuale, la mixed reality potrebbero offrire al settore museale, le collezioni esposte (specie quelle archeologiche e storico-artistiche) soffrono ancora spesso di mancanza di leggibilità, contestualizzazione, di immersività sensoriale, di storie, che possano favorire una comprensione più profonda e gettare un ponte tra passato e presente. L'embodiment, il coinvolgimento emotivo, la multisensorialità sono invece elementi essenziali nei processi creativi e intuitivi della natura umana, nella creazione di un'esperienza e nei processi di apprendimento e possono favorire il contatto tra la nostra sensibilità e l'essenza profonda del bene culturale. Secondo l'approccio della filosofia cibernetica l'obiettivo principale del tradurre un bene fisico in un bene virtuale, e quindi a maggior ragione l'obiettivo dei musei virtuali, non è la creazione di repliche digitali dell'oggetto reale. Non è l'oggettività, la descrizione, la quantità, ma è ciò che noi facciamo con il modello, le esperienze e i processi di interazione che con esso stabiliamo. La contaminazione e la convergenza di diversi paradigmi e linguaggi (realtà virtuale, videogiochi, cinema, teatro, mixed ed augmented reality, olografia) nel rispetto della correttezza a plausibilità scientifica dei contenuti, può contribuire a trasmettere contenuti culturali in modo coinvolgente per il pubblico museale. Esperienze di valutazione dell'esperienza del pubblico museale rispetto ai contenuti e alle tecnologie digitali, condotte in tanti anni di ricerca, hanno dimostrato quanto il design dell'esperienza, sia nei musei reali che in quelli virtuali, sia molto complesso da progettare, ancor più quando i contenuti digitali sono giustapposti a collezioni reali. Molti fattori sono determinanti per il raggiungimento di un buon risultato: l'integrazione armonica fra contenuti reali e virtuali, in relazione allo spazio del museo e allo svolgimento dell'esperienza di visita; le condizioni ambientali, l'allestimento e l'illuminazione; la comprensibilità e la credibilità delle storie, il ritmo comunicativo, la coerenza fra parola, immagine e suono nello svolgimento narrativo; il giusto e sensato livello di interazione con i contenuti richiesto al pubblico, l'usabilità, l'equilibrio tra interazione e fruizione guidata, la durata delle unità narrative e la loro disseminazione lungo il percorso; il suono, la varietà dei livelli di lettura per vari target di pubblico, le dinamiche sociali che si svolgono nell'ambiente di visita o che si vogliono favorire, l'uso sapiente e appropriato della tecnologia anche ai fini di una sua sostenibilità. La fruizione fisica e virtuale diventano così parte dello stesso processo di conoscenza, solidali nel veicolare il valore materiale e immateriale del bene culturale: esse si rafforzano e si completano a vicenda, secondo un approccio olistico e multifunzionale. Una tale prospettiva rende necessario affiancare ai tradizionali team curatoriali, composti da esperti archeologi, storici dell'arte, architetti e conservatori, professionalità che finora ne sono rimaste fuori: scrittori e sceneggiatori, registi, scenografi, grafici, esperti di illuminotecnica, musicisti, esperti di user experience design. Il contributo di questa ricerca viene dal background accademico dell'autrice come storica dell'arte ed esperta di conservazione dei beni culturali e dalla sua esperienza di ricerca, dal 1998, presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive e presso l'Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (Ora Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) del CNR, dove si occupa di documentazione e comunicazione dei beni culturali attraverso le tecnologie digitali.

"Percorsi espositivi di mostre e musei: il museo virtuale"

Pietroni E
2023

Abstract

Sempre più oggi i musei stanno abbracciando la sfida digitale, ma non c'è ancora una consapevolezza reale e condivisa di come far interagire contenuti virtuali e reali. Reale e virtuale continuano ad essere giustapposti ma non dialogano veramente, l'organizzazione delle collezioni e l'approccio comunicativo lungo i percorsi rimangono tradizionali. Nonostante il grande contributo che la multimedialità, la realtà virtuale, la mixed reality potrebbero offrire al settore museale, le collezioni esposte (specie quelle archeologiche e storico-artistiche) soffrono ancora spesso di mancanza di leggibilità, contestualizzazione, di immersività sensoriale, di storie, che possano favorire una comprensione più profonda e gettare un ponte tra passato e presente. L'embodiment, il coinvolgimento emotivo, la multisensorialità sono invece elementi essenziali nei processi creativi e intuitivi della natura umana, nella creazione di un'esperienza e nei processi di apprendimento e possono favorire il contatto tra la nostra sensibilità e l'essenza profonda del bene culturale. Secondo l'approccio della filosofia cibernetica l'obiettivo principale del tradurre un bene fisico in un bene virtuale, e quindi a maggior ragione l'obiettivo dei musei virtuali, non è la creazione di repliche digitali dell'oggetto reale. Non è l'oggettività, la descrizione, la quantità, ma è ciò che noi facciamo con il modello, le esperienze e i processi di interazione che con esso stabiliamo. La contaminazione e la convergenza di diversi paradigmi e linguaggi (realtà virtuale, videogiochi, cinema, teatro, mixed ed augmented reality, olografia) nel rispetto della correttezza a plausibilità scientifica dei contenuti, può contribuire a trasmettere contenuti culturali in modo coinvolgente per il pubblico museale. Esperienze di valutazione dell'esperienza del pubblico museale rispetto ai contenuti e alle tecnologie digitali, condotte in tanti anni di ricerca, hanno dimostrato quanto il design dell'esperienza, sia nei musei reali che in quelli virtuali, sia molto complesso da progettare, ancor più quando i contenuti digitali sono giustapposti a collezioni reali. Molti fattori sono determinanti per il raggiungimento di un buon risultato: l'integrazione armonica fra contenuti reali e virtuali, in relazione allo spazio del museo e allo svolgimento dell'esperienza di visita; le condizioni ambientali, l'allestimento e l'illuminazione; la comprensibilità e la credibilità delle storie, il ritmo comunicativo, la coerenza fra parola, immagine e suono nello svolgimento narrativo; il giusto e sensato livello di interazione con i contenuti richiesto al pubblico, l'usabilità, l'equilibrio tra interazione e fruizione guidata, la durata delle unità narrative e la loro disseminazione lungo il percorso; il suono, la varietà dei livelli di lettura per vari target di pubblico, le dinamiche sociali che si svolgono nell'ambiente di visita o che si vogliono favorire, l'uso sapiente e appropriato della tecnologia anche ai fini di una sua sostenibilità. La fruizione fisica e virtuale diventano così parte dello stesso processo di conoscenza, solidali nel veicolare il valore materiale e immateriale del bene culturale: esse si rafforzano e si completano a vicenda, secondo un approccio olistico e multifunzionale. Una tale prospettiva rende necessario affiancare ai tradizionali team curatoriali, composti da esperti archeologi, storici dell'arte, architetti e conservatori, professionalità che finora ne sono rimaste fuori: scrittori e sceneggiatori, registi, scenografi, grafici, esperti di illuminotecnica, musicisti, esperti di user experience design. Il contributo di questa ricerca viene dal background accademico dell'autrice come storica dell'arte ed esperta di conservazione dei beni culturali e dalla sua esperienza di ricerca, dal 1998, presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie Cognitive e presso l'Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (Ora Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) del CNR, dove si occupa di documentazione e comunicazione dei beni culturali attraverso le tecnologie digitali.
2023
Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale - ISPC
978-88-98981-70-0
Oggetto e contenuto digitale
approccio cibernetico al virtual heritage
esperienza culturale
contenuti multimediali lungo i percorsi espositivi
musei virtuali
mixed reality
storytelling
interaction design
convergenza dei media
ibridazione
user experience design
livelli di affidabilità dell'informazione
reale e virtuale come continuum
il museo tra mappa e territorio
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Descrizione: Percorsi espositivi di mostre e musei: il museo virtuale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/400382
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