La costante espansione delle aree urbanizzate lungo le sponde dei fiumi ha gradualmente sottratto importanti spazi che appartenevano ai corsi d'acqua. Quando si verifica una piena straordinaria e le sponde naturali o gli argini non sono più in grado di contenere le acque di un fiume, si ha inevitabilmente la loro espansione sulle aree limitrofe che possono essere più o meno estese: abbiamo cioè quel fenomeno naturale che definiamo "inondazione". Se queste acque coinvolgono anche zone urbane, solitamente si hanno inevitabili danni e talora anche vittime. L'alluvione avvenuta nel novembre 1994 in Piemonte è ancora molto ben impressa nella memoria di tutti gli abitanti della Valle Tanaro: l'evento sottolineò la vulnerabilità di molti centri abitati ai processi di dinamica fluviale. Oltre un centinaio fra città e paesini furono allagati e si contarono oltre 40 vittime solamente lungo il Tanaro, 14 delle quali ad Alessandria. L'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR di Torino, nei mesi successivi all'evento alluvionale, condusse numerosi sopralluoghi tecnici nei centri abitati maggiormente colpiti, con l'obiettivo di studiare a fondo il processo alluvionale, misurando le aree inondate, i livelli raggiunti dall'acqua, la velocità del deflusso, rilevando al tempo stesso i danni e intervistando le numerose persone che avevano vissuto in prima persona la terribile esperienza. I dati rilevati furono poi integrati con la consultazione delle fotografie aeree disponibili e dei numerosi documenti storici relativi agli eventi del passato, analizzando al tempo stesso lo sviluppo delle aree urbane e le modifiche apportate dall'uomo negli ultimi due secoli. Tutte le informazioni raccolte permisero di comprendere meglio la dinamica dell'alluvione avvenuta il 5-6 novembre 1994 e anche le ragioni esistenti dietro l'apparente aumento della vulnerabilità delle aree urbane nei confronti dei processi geo-idrologici.

Alessandria, una città fra due fiumi

Luino F
2020

Abstract

La costante espansione delle aree urbanizzate lungo le sponde dei fiumi ha gradualmente sottratto importanti spazi che appartenevano ai corsi d'acqua. Quando si verifica una piena straordinaria e le sponde naturali o gli argini non sono più in grado di contenere le acque di un fiume, si ha inevitabilmente la loro espansione sulle aree limitrofe che possono essere più o meno estese: abbiamo cioè quel fenomeno naturale che definiamo "inondazione". Se queste acque coinvolgono anche zone urbane, solitamente si hanno inevitabili danni e talora anche vittime. L'alluvione avvenuta nel novembre 1994 in Piemonte è ancora molto ben impressa nella memoria di tutti gli abitanti della Valle Tanaro: l'evento sottolineò la vulnerabilità di molti centri abitati ai processi di dinamica fluviale. Oltre un centinaio fra città e paesini furono allagati e si contarono oltre 40 vittime solamente lungo il Tanaro, 14 delle quali ad Alessandria. L'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR di Torino, nei mesi successivi all'evento alluvionale, condusse numerosi sopralluoghi tecnici nei centri abitati maggiormente colpiti, con l'obiettivo di studiare a fondo il processo alluvionale, misurando le aree inondate, i livelli raggiunti dall'acqua, la velocità del deflusso, rilevando al tempo stesso i danni e intervistando le numerose persone che avevano vissuto in prima persona la terribile esperienza. I dati rilevati furono poi integrati con la consultazione delle fotografie aeree disponibili e dei numerosi documenti storici relativi agli eventi del passato, analizzando al tempo stesso lo sviluppo delle aree urbane e le modifiche apportate dall'uomo negli ultimi due secoli. Tutte le informazioni raccolte permisero di comprendere meglio la dinamica dell'alluvione avvenuta il 5-6 novembre 1994 e anche le ragioni esistenti dietro l'apparente aumento della vulnerabilità delle aree urbane nei confronti dei processi geo-idrologici.
2020
978-88-89782-39-2
Alessandria
Italia
Tanaro
geomorfologia
urbanistica
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/401218
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