Il Mediterraneo è un'area di forti contrasti e grandi differenze: differenze geografiche, politiche ed economico-sociali che si riflettono in dinamiche strutturali ed economiche a volte molto divergenti. Negli ultimi decenni, tuttavia, c'è stato un crescente processo di convergenza economica che ha ridotto le «distanze» tra le sponde. La crisi finanziaria del 2008 e la crisi economica e del debito che ne è seguita, hanno rallentato notevolmente le economie più ricche, e favorito lo sviluppo di alcune di quelle più povere attraverso una maggiore integrazione commerciale nell'area. Paesi a reddito relativamente più elevato come l'Italia o la Grecia hanno pagato un prezzo particolarmente salato al rallentamento economico e all'instabilità finanziaria del periodo, ed hanno registrato negli ultimi anni una significativa contrazione del reddito pro capite. Nello stesso periodo, economie come l'Albania, la Turchia o il Marocco sono invece cresciute a tassi tra il 40 e 50 per cento. Eppure, anche se rilevante, il processo di convergenza degli ultimi due decenni non è riuscito a ridurre di molto il notevole gap nei livelli di reddito pro capite tra le economie più ricche e quelle più povere dell'area, e le differenze restano notevoli. È ancora singolare notare, attraverso gli ultimi dati disponibili, che, per esempio, il reddito pro capite francese (40mila dollari circa) o quello italiano (35mila dollari) siano oltre dieci volte il reddito pro capite marocchino (3300 dollari) o quello egiziano (2800 dollari). Tali differenze nei livelli di reddito e prodotto sono, naturalmente, il riflesso di diversi stadi di sviluppo economico dei paesi dell'area, e di differenti strutture produttive che hanno bisogno di tempo per omologarsi. I diversi modelli di governance, culturali e sociali, poi, amplificano e caratterizzano queste differenze strutturali e, tutte insieme, determinano le dinamiche economiche sociali e demografiche dell'area. Allo scopo di fornire indicazioni di carattere generale sugli andamenti delle principali variabili socio-economiche collegate allo sviluppo e di rendere agevole la lettura dei dati, aggregheremo i 24 paesi del Mediterraneo in tre distinte aree: l'area euro, che comprende i paesi della sponda Nord e adottano l'Euro come valuta (Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna); l'area Est, che comprende i 6 paesi che si affacciano sul Mediterraneo orientale (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro e Serbia); e l'area Sud, che comprende i 10 paesi che vanno dal Maghreb all'area Mediorientale del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia e Turchia). Il criterio di aggregazione è fondamentalmente geografico, ma comprende anche elementi politico-economici.
Ambiente, produzione e livelli di reddito: una relazione complessa
2019
Abstract
Il Mediterraneo è un'area di forti contrasti e grandi differenze: differenze geografiche, politiche ed economico-sociali che si riflettono in dinamiche strutturali ed economiche a volte molto divergenti. Negli ultimi decenni, tuttavia, c'è stato un crescente processo di convergenza economica che ha ridotto le «distanze» tra le sponde. La crisi finanziaria del 2008 e la crisi economica e del debito che ne è seguita, hanno rallentato notevolmente le economie più ricche, e favorito lo sviluppo di alcune di quelle più povere attraverso una maggiore integrazione commerciale nell'area. Paesi a reddito relativamente più elevato come l'Italia o la Grecia hanno pagato un prezzo particolarmente salato al rallentamento economico e all'instabilità finanziaria del periodo, ed hanno registrato negli ultimi anni una significativa contrazione del reddito pro capite. Nello stesso periodo, economie come l'Albania, la Turchia o il Marocco sono invece cresciute a tassi tra il 40 e 50 per cento. Eppure, anche se rilevante, il processo di convergenza degli ultimi due decenni non è riuscito a ridurre di molto il notevole gap nei livelli di reddito pro capite tra le economie più ricche e quelle più povere dell'area, e le differenze restano notevoli. È ancora singolare notare, attraverso gli ultimi dati disponibili, che, per esempio, il reddito pro capite francese (40mila dollari circa) o quello italiano (35mila dollari) siano oltre dieci volte il reddito pro capite marocchino (3300 dollari) o quello egiziano (2800 dollari). Tali differenze nei livelli di reddito e prodotto sono, naturalmente, il riflesso di diversi stadi di sviluppo economico dei paesi dell'area, e di differenti strutture produttive che hanno bisogno di tempo per omologarsi. I diversi modelli di governance, culturali e sociali, poi, amplificano e caratterizzano queste differenze strutturali e, tutte insieme, determinano le dinamiche economiche sociali e demografiche dell'area. Allo scopo di fornire indicazioni di carattere generale sugli andamenti delle principali variabili socio-economiche collegate allo sviluppo e di rendere agevole la lettura dei dati, aggregheremo i 24 paesi del Mediterraneo in tre distinte aree: l'area euro, che comprende i paesi della sponda Nord e adottano l'Euro come valuta (Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna); l'area Est, che comprende i 6 paesi che si affacciano sul Mediterraneo orientale (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro e Serbia); e l'area Sud, che comprende i 10 paesi che vanno dal Maghreb all'area Mediorientale del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Siria, Tunisia e Turchia). Il criterio di aggregazione è fondamentalmente geografico, ma comprende anche elementi politico-economici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


