Secondo un'opinione ben consolidata, esiste un forte elemento di continuità fra scienza antica e scienza moderna nella ricerca di leggi formulate matematicamente, attraverso cui spiegare e prevedere i fenomeni che ci circondano. Esemplare in questo senso è l'interpretazione di Popper, che vede nella figura di Democrito l'autentico uomo di scienza, impegnato appunto nella ricerca di leggi casuali. Ugualmente molti storici parlano di leggi aristoteliche del moto, di leggi di Archimede, di leggi di Tolemeo. È evidente però come, in questi casi, si finisca per proiettare sulla scienza antica la nozione di legge propria della fisica classica. D'altra parte, il greco "nomos" ha il significato di legge in contesti che si riferiscono a ciò che regola i rapporti tra uomini e ne guida le scelte etiche. Nel termine astronomia ha invece un altro significato. Al pari di "oikonomia" e "gastronomia", "astronomia" appare nel V sec., in un periodo nel quale le singole "technai" vengono a prendere forma: "nomos" è il complesso di conoscenze che si devono apprendere per svolgere un'arte in maniera corretta. "Astronomia" racchiude però anche un altro senso di "nomos", più antico, legato alla nozione di suddividere, ripartire, assegnare. Alle origini dell'astronomia sta allora un processo di ripartizione e divisione dello spazio celeste, che consente di individuare stelle e costellazioni. Solo più tardi il termine "nomos" si carica del senso di reggere, governare. Ed è nel latino "lex" che finisce con prevalere il senso di principio che enuncia l'ordine e la regolarità sia in riferimento alla natura che alla vita degli uomini.
La nozione di legge nella scienza antica. Alcune considerazioni
Luca Simeoni
2019
Abstract
Secondo un'opinione ben consolidata, esiste un forte elemento di continuità fra scienza antica e scienza moderna nella ricerca di leggi formulate matematicamente, attraverso cui spiegare e prevedere i fenomeni che ci circondano. Esemplare in questo senso è l'interpretazione di Popper, che vede nella figura di Democrito l'autentico uomo di scienza, impegnato appunto nella ricerca di leggi casuali. Ugualmente molti storici parlano di leggi aristoteliche del moto, di leggi di Archimede, di leggi di Tolemeo. È evidente però come, in questi casi, si finisca per proiettare sulla scienza antica la nozione di legge propria della fisica classica. D'altra parte, il greco "nomos" ha il significato di legge in contesti che si riferiscono a ciò che regola i rapporti tra uomini e ne guida le scelte etiche. Nel termine astronomia ha invece un altro significato. Al pari di "oikonomia" e "gastronomia", "astronomia" appare nel V sec., in un periodo nel quale le singole "technai" vengono a prendere forma: "nomos" è il complesso di conoscenze che si devono apprendere per svolgere un'arte in maniera corretta. "Astronomia" racchiude però anche un altro senso di "nomos", più antico, legato alla nozione di suddividere, ripartire, assegnare. Alle origini dell'astronomia sta allora un processo di ripartizione e divisione dello spazio celeste, che consente di individuare stelle e costellazioni. Solo più tardi il termine "nomos" si carica del senso di reggere, governare. Ed è nel latino "lex" che finisce con prevalere il senso di principio che enuncia l'ordine e la regolarità sia in riferimento alla natura che alla vita degli uomini.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.