Mary of Hungary is the key character to understand the architecture and the decoration of the Clarissan church of Santa Maria Donnaregina in Naples. Probably, the German gothic aspect of the building is the result of the reception of Northern architectural models, spread both in Hungary and Bohemia. In the same direction, the fresco cycle with the Life of Saint Elizabeth of Hungary is devoted to the celebration of the dynasty of the Queen Mary. From the point of view of the gender, the cycle combines effectively with other themes present in the decorative program, mainly the Marian one
Maria d'Ungheria è la chiave privilegiata per comprendere sia il complessivo assetto planimetrico e formale della chiesa clarina di Santa Maria Donnaregina sia la sua decorazione a fresco. Il marcato tono germanico della fabbrica appare infatti il frutto della ricezione di un modulo edilizio di origine tedesca divulgatosi nel corso del XIII secolo in Ungheria e Boemia, sapientemente investito di un indiscutibile portato ideologico e retorico nella Napoli di primo Trecento. Un portato ribadito negli affreschi con le Storie di Santa Elisabetta d'Ungheria, nelle quali la celebrazione della santità della stirpe ungherese si combina con la sottolineatura di ruoli e valori devozionali propri del mondo femminile. In merito, proprio in un'ottica di genere, il ciclo si combina efficacemente con altri temi presenti nel programma decorativo, in primis quello mariano
Filia sanctae Elisabectae: la committenza di Maria d'Ungheria nella chiesa clariana di Donnaregina a Napoli
Antonio Bertini;
2017
Abstract
Maria d'Ungheria è la chiave privilegiata per comprendere sia il complessivo assetto planimetrico e formale della chiesa clarina di Santa Maria Donnaregina sia la sua decorazione a fresco. Il marcato tono germanico della fabbrica appare infatti il frutto della ricezione di un modulo edilizio di origine tedesca divulgatosi nel corso del XIII secolo in Ungheria e Boemia, sapientemente investito di un indiscutibile portato ideologico e retorico nella Napoli di primo Trecento. Un portato ribadito negli affreschi con le Storie di Santa Elisabetta d'Ungheria, nelle quali la celebrazione della santità della stirpe ungherese si combina con la sottolineatura di ruoli e valori devozionali propri del mondo femminile. In merito, proprio in un'ottica di genere, il ciclo si combina efficacemente con altri temi presenti nel programma decorativo, in primis quello marianoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.