Aprire le porte al futuro del Libano. Dal Museo di Beirut alle campagne di Kharayeb, passato e presente di un paese tormentato

Sono ormai diversi anni che gli archeologi del Vicino Oriente hanno iniziato a pensare in maniera più approfondita alle implicazioni che le loro ricerche hanno sulla vita delle comunità nei territori in cui essi operano. Quest'impegno tenta di superare la centenaria distanza che è esistita tra le attività di ricerca archeologica e la vita delle comunità del luogo, generata dall'idea della superiorità del sapere scientifico occidentale a fronte della presunta incapacità "locale" di comprendere l'importanza del proprio passato. Monumenti, oggetti e storie venivano "scientificamente" studiati e poi portati via dal territorio che era stato teatro della loro creazione e del loro utilizzo, ma che non era più ritenuto degno di custodirli e valorizzarli. Ora, fortunatamente, ci si orienta sempre più verso l'idea di quella che viene definita "archeologia pubblica", caratterizzata dall'applicazione di approcci collaborativi e comunitari alla ricerca, alla musealizzazione e alla valorizzazione dei siti. è presentato in questa sede in caso le Libano