Il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti negli ultimi anni è in aumento esponenziale e concerne in modo indiscriminato rifiuti di qualsiasi genere e natura che vengono rilasciati in ambienti urbani o rurali. Le aree dove avvengono questi abbandoni, il più delle volte, diventano poi a lungo andare dei ricettacoli di rifiuti con tendenziale carattere di sistematicità e definitività, trasformandosi di fatto in vere e proprie discariche abusive, con annesso degrado ambientale e potenziale pericolo di inquinamento dell'area interessata. Il fenomeno non riguarda solo il territorio ma anche il mare. In base ad alcune stime, l'80 % circa dei residui trovati nell'ambiente marino proviene da attività condotte sulla terraferma. La fonte dei rifiuti marini non è limitata necessariamente ad attività umane svolte lungo la costa. Anche quando i rifiuti vengono smaltiti sulla terraferma, i fiumi, le correnti e il vento li trasportano nel mare. Le attività di pesca, il trasporto navale, gli impianti off-shore, come gli impianti petroliferi, e i sistemi di smaltimento delle acque reflue contribuiscono al resto. Il marine litter è definito come un qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato e in seguito scartato, eliminato, abbandonato o perso in ambiente marino e costiero. Il marine litter consiste quindi in oggetti costruiti ed adoperati quotidianamente dall'uomo e poi abbandonati o persi lungo la linea di costa ed in mare, compresi quei materiali che, dispersi sulla terra ferma, raggiungono il mare attraverso i fiumi, il vento, le acque di dilavamento e gli scarichi urbani. A titolo di esempio il marine litter è costituito da plastica, legno, metallo, vetro, gomma, vestiario, carta ecc., mentre non vengono inclusi i residui semisolidi quali oli minerali e vegetali, paraffine e altre sostanze chimiche. L'impatto che ne può derivare viene generalmente diviso in tre categorie principali: impatto ecologico- con effetti letali o sub letali su piante e animali mediante intrappolamento, danni fisici e ingestione, accumulo di sostanze chimiche attraverso le plastiche e facilitazione della dispersione di specie aliene mediante trasporto. impatto economico- riduzione del turismo, danni meccanici alle imbarcazioni e alle attrezzature da pesca, riduzione del pescato e costi di bonifica. impatto sociale- riduzione del valore estetico e dell'uso pubblico dell'ambiente. . Vista l'estensione e la gravità di questo fenomeno si rende necessario sviluppare tecniche e metodiche finalizzate a comprendere il problema, studiare la sua genesi e comprendere come i marine litters viaggiano e si diffondono. In questo ambito IFC-CNR, ISMAR-CNR, IBE-CNR e INGV hanno sviluppato una nuova metodologia di studio basata sull'acquisizione ed analisi di immagini aeree riprese con sistemi aerei a pilotaggio remoto che volano sulle coste interessate dallo spiaggiamento dei marine litters. Nel presente documento vengono illustrate le caratteristiche operative di un software sviluppato con lo specifico scopo di quantificare la distribuzione dei marine litters ripresi con fotogrammetria aerea. Scopo del software è fornire uno strumento di analisi semplice ed efficace, adatto ad essere utilizzato nell'ambito di un approccio di citizen science, aumentando la potenzialità di analisi anche attraverso la collaborazione di volontari formati.

Waste mapping - Un software per la mappatura dei marine litters

Marco Paterni;Silvia Merlino;Luciano Massetti;Andrea Berton;Davide Cini
2021

Abstract

Il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti negli ultimi anni è in aumento esponenziale e concerne in modo indiscriminato rifiuti di qualsiasi genere e natura che vengono rilasciati in ambienti urbani o rurali. Le aree dove avvengono questi abbandoni, il più delle volte, diventano poi a lungo andare dei ricettacoli di rifiuti con tendenziale carattere di sistematicità e definitività, trasformandosi di fatto in vere e proprie discariche abusive, con annesso degrado ambientale e potenziale pericolo di inquinamento dell'area interessata. Il fenomeno non riguarda solo il territorio ma anche il mare. In base ad alcune stime, l'80 % circa dei residui trovati nell'ambiente marino proviene da attività condotte sulla terraferma. La fonte dei rifiuti marini non è limitata necessariamente ad attività umane svolte lungo la costa. Anche quando i rifiuti vengono smaltiti sulla terraferma, i fiumi, le correnti e il vento li trasportano nel mare. Le attività di pesca, il trasporto navale, gli impianti off-shore, come gli impianti petroliferi, e i sistemi di smaltimento delle acque reflue contribuiscono al resto. Il marine litter è definito come un qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato e in seguito scartato, eliminato, abbandonato o perso in ambiente marino e costiero. Il marine litter consiste quindi in oggetti costruiti ed adoperati quotidianamente dall'uomo e poi abbandonati o persi lungo la linea di costa ed in mare, compresi quei materiali che, dispersi sulla terra ferma, raggiungono il mare attraverso i fiumi, il vento, le acque di dilavamento e gli scarichi urbani. A titolo di esempio il marine litter è costituito da plastica, legno, metallo, vetro, gomma, vestiario, carta ecc., mentre non vengono inclusi i residui semisolidi quali oli minerali e vegetali, paraffine e altre sostanze chimiche. L'impatto che ne può derivare viene generalmente diviso in tre categorie principali: impatto ecologico- con effetti letali o sub letali su piante e animali mediante intrappolamento, danni fisici e ingestione, accumulo di sostanze chimiche attraverso le plastiche e facilitazione della dispersione di specie aliene mediante trasporto. impatto economico- riduzione del turismo, danni meccanici alle imbarcazioni e alle attrezzature da pesca, riduzione del pescato e costi di bonifica. impatto sociale- riduzione del valore estetico e dell'uso pubblico dell'ambiente. . Vista l'estensione e la gravità di questo fenomeno si rende necessario sviluppare tecniche e metodiche finalizzate a comprendere il problema, studiare la sua genesi e comprendere come i marine litters viaggiano e si diffondono. In questo ambito IFC-CNR, ISMAR-CNR, IBE-CNR e INGV hanno sviluppato una nuova metodologia di studio basata sull'acquisizione ed analisi di immagini aeree riprese con sistemi aerei a pilotaggio remoto che volano sulle coste interessate dallo spiaggiamento dei marine litters. Nel presente documento vengono illustrate le caratteristiche operative di un software sviluppato con lo specifico scopo di quantificare la distribuzione dei marine litters ripresi con fotogrammetria aerea. Scopo del software è fornire uno strumento di analisi semplice ed efficace, adatto ad essere utilizzato nell'ambito di un approccio di citizen science, aumentando la potenzialità di analisi anche attraverso la collaborazione di volontari formati.
2021
Istituto di Fisiologia Clinica - IFC
Istituto di Scienze Marine - ISMAR
Istituto per la BioEconomia - IBE
Marine litters
UAV
Droni
Image processing
Waste mapping
rifiuti marini
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/412850
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