L'analisi della Condizione Limite per l'Emergenza (CLE), introdotta dall'OPCM 4007/2012 in attuazione della legge 77/2009, è uno strumento di verifica del sistema di gestione dell'emergenza, desunto dai Piani di Emergenza o di Protezione Civile comunali e costituito da un insieme di elementi fisici (edifici strategici e aree di emergenza) connessi tra loro e accessibili dal territorio esterno (mediante infrastrutture di connessione e accessibilità). La diffusione degli studi sul territorio nazionale ha fatto emergere la necessità di inquadrare le conoscenze acquisite in ambiti territoriali più ampi rispetto a quelli comunali attualmente utilizzati. Tale esigenza trova riscontro in un documento tecnico (DPC, 17 dicembre 2015) che prevede un percorso standard per la riduzione del rischio, la cui prima fase è costituita dall'individuazione di Contesti Territoriali (si veda "I Contesti Territoriali e i relativi Comuni di Riferimento per il perseguimento di livelli minimi di sicurezza del territorio", presentato in questo convegno), vale a dire aggregazioni di Comuni nelle quali avviare il processo conoscitivo ai fini della programmazione degli interventi di prevenzione dai rischi naturali. La metodologia di definizione dei Contesti Territoriali e dei relativi Comuni di Riferimento (Commissione Tecnica per la Microzonazione Sismica, 2016) è stata sviluppata prendendo in considerazione, in maniera critica, alcune delle geografie territoriali già esistenti: a partire dai Sistemi Locali del Lavoro (Istat, 2011a) vengono analizzate le relazioni con le Unioni dei Comuni e con le aree afferenti ai Centri Operativi Misti (COM) per la gestione dell'emergenza. Il risultato è una configurazione geografica, omogeneamente delineata sul territorio nazionale, conformata da aree (Contesti Territoriali, CT) che gravitano ciascuna intorno ad una realtà urbana rilevante (Comune di Riferimento, CR) e che risultano dimensionate per carico di popolazione e raggiungibilità dei territori. L'obiettivo del presente studio è quello di valutare, attraverso l'analisi della CLE, l'appropriatezza dei sistemi di gestione dell'emergenza in relazione al livello territoriale più ampio (Contesto Territoriale), nel quale il comune rappresenta l'unità minima. Tale condizione di appropriatezza può rappresentare il requisito preliminare per confrontare diversi sistemi di gestione dell'emergenza fra loro omogenei ed effettuare valutazioni di operatività. In questo senso l'inquadramento a scala più ampia appare più adeguato, anche per la programmazione delle azioni di mitigazione del rischio sismico, per la definizione delle priorità di intervento e, quindi, per garantire condizioni minime di sicurezza.

DALLA CLE COMUNALE ALLA CLE PER CONTESTO TERRITORIALE

M Giuffrè;
2016

Abstract

L'analisi della Condizione Limite per l'Emergenza (CLE), introdotta dall'OPCM 4007/2012 in attuazione della legge 77/2009, è uno strumento di verifica del sistema di gestione dell'emergenza, desunto dai Piani di Emergenza o di Protezione Civile comunali e costituito da un insieme di elementi fisici (edifici strategici e aree di emergenza) connessi tra loro e accessibili dal territorio esterno (mediante infrastrutture di connessione e accessibilità). La diffusione degli studi sul territorio nazionale ha fatto emergere la necessità di inquadrare le conoscenze acquisite in ambiti territoriali più ampi rispetto a quelli comunali attualmente utilizzati. Tale esigenza trova riscontro in un documento tecnico (DPC, 17 dicembre 2015) che prevede un percorso standard per la riduzione del rischio, la cui prima fase è costituita dall'individuazione di Contesti Territoriali (si veda "I Contesti Territoriali e i relativi Comuni di Riferimento per il perseguimento di livelli minimi di sicurezza del territorio", presentato in questo convegno), vale a dire aggregazioni di Comuni nelle quali avviare il processo conoscitivo ai fini della programmazione degli interventi di prevenzione dai rischi naturali. La metodologia di definizione dei Contesti Territoriali e dei relativi Comuni di Riferimento (Commissione Tecnica per la Microzonazione Sismica, 2016) è stata sviluppata prendendo in considerazione, in maniera critica, alcune delle geografie territoriali già esistenti: a partire dai Sistemi Locali del Lavoro (Istat, 2011a) vengono analizzate le relazioni con le Unioni dei Comuni e con le aree afferenti ai Centri Operativi Misti (COM) per la gestione dell'emergenza. Il risultato è una configurazione geografica, omogeneamente delineata sul territorio nazionale, conformata da aree (Contesti Territoriali, CT) che gravitano ciascuna intorno ad una realtà urbana rilevante (Comune di Riferimento, CR) e che risultano dimensionate per carico di popolazione e raggiungibilità dei territori. L'obiettivo del presente studio è quello di valutare, attraverso l'analisi della CLE, l'appropriatezza dei sistemi di gestione dell'emergenza in relazione al livello territoriale più ampio (Contesto Territoriale), nel quale il comune rappresenta l'unità minima. Tale condizione di appropriatezza può rappresentare il requisito preliminare per confrontare diversi sistemi di gestione dell'emergenza fra loro omogenei ed effettuare valutazioni di operatività. In questo senso l'inquadramento a scala più ampia appare più adeguato, anche per la programmazione delle azioni di mitigazione del rischio sismico, per la definizione delle priorità di intervento e, quindi, per garantire condizioni minime di sicurezza.
2016
978-88-940442-7-0
Condizione Limite per l'emergenza
Contesti territoriali
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14243/415132
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